Qui sine peccato est vestrum, primus lapidem mittat; locuzione latina che, per chi non conoscesse la lingua di Marco Tullio Cicerone, significa chi è senza peccato scagli la prima pietra, ossia, prima di giudicare severamente qualcuno sarebbe opportuno farsi un esame di coscienza perché nessuno è senza peccato, e quindi essere più indulgenti e comprensivi con gli altri è cosa di buon senso, perché, citando ancora chi ha dato origine alla nostra lingua, errare humanum est.
Sì, errare è umano, ma perseverare è diabolico, e nello striscione apparso ieri sul pullman in festa del Milan c’è una palese intenzione di voler continuare, di voler ripetere qualcosa di cattivo gusto già visto una quindicina di anni fa circa ad opera del signor Massimo Ambrosini, successivamente premiato per quel lenzuolo di poco gusto con un lavoro da commentatore TV.

Qualcuno potrebbe obiettare dicendo: lo fanno tutti, fa parte dello sport, è goliardia, è sano sfottò, Materazzi faceva di peggio.
Eh no signori, Materazzi rispondeva a provocazioni, insulti, a frasi e gesti irripetibili. Materazzi non era un santo in campo e non lo era nei festeggiamenti delle vittorie, ma la sua era sempre una reazione a qualcosa di disgustoso, di ignobile (vergognosi i cori contro la madre morta quando lui era ancora adolescente).
Questo è il Paese dove chi fa un fallo di reazione viene espulso, mentre chi ha magari un secondo prima tentato di rompergli una gamba non viene redarguito. Questo è il Paese dove il bambino che si difende con forza al bullo della scuola passa per quello sbagliato, mentre quell’altro è quello giusto. Questo è il Paese dove chi sventola frasi tipo LA COPPA ITALIA METTILA NEL … è figo, chi invece l’anno prima ha festeggiato gioendo del proprio traguardo senza nominare minimamente l’avversario sconfitto è uno sfigato.

Non voglio fare l’ipocrita, il moralista, quello senza peccato, ma ho sempre visto le gioie della vita come qualcosa di ottenuto non di tolto ad altri, come qualcosa per me stesso, non come un godimento nel perpetrare sofferenza ad altri.
La rabbia genera rabbia, l’odio genera odio, sono frasi dette e stradette, sentite e risentite mille volte, ma è fuori di ogni dubbio che rappresentino la verità.
Cosa succederà nei bar nelle prossime settimane quando magari si incontreranno per caso tifosi un po’ alticci delle due squadre milanesi? Cosa succederà in campo, fuori dallo stadio, sugli spalti al prossimo derby della Madunina?

Non lamentiamoci, non criminalizziamo se la gente, già esasperata da pandemie, da guerre, da carestie, da problemi economici, finisce per litigare, per insultarsi, per addirittura mettersi le mani addosso dopo aver visto ragazzotti milionari fomentare la folla con slogan stupidi (per usare un eufemismo)… non lamentiamoci se pseudo tifosi cinquantenni trogloditi infestano i social con frasi somiglianti alla fiamma che accende la miccia di una bomba potenzialmente devastante.

Termino con due parole su Zlatan Ibrahimovic.
Qualche amico interista è sconvolto dal video che gira in rete nel quale si vede il quarantenne slavo fare un discorso da capo di Stato negli spogliatoi rossoneri prima della farsa Sassuolo-Milan. Il 99% dei milanisti lo idolatra ancora di più dopo quelle immagini e per i vergognosi cori contro Çalhanoğlu. Ormai è diventato una divinità.
A me sinceramente fa solo ridere, è ridicolo, può fare quello che vuole, ma rimane sempre un uomo fortunato... E’ insieme ai festeggiamenti rossoneri, una messa in scena degna di quello che lui ha rappresentato in tutta la sua carriera e che è riuscito a trasmettere fieramente al popolo rossonero e alla società Milan: ineleganza ed inciviltà.
Complimenti al Milan e buona estate a tutti.

Un interista