Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Un proverbio mai fu più giusto quando si ha a che fare con Leonardo Bonucci. A un anno di distanza dalla trattativa che spostò Bonucci, centrale e colonna su cui si basava la Juventus vincente prima di Conte e dopo di Allegri,  dalla Juventus al Milan, ecco che si ripresenta lo stesso ennesimo capriccio.

Tutto iniziò con lo scontro di Bonucci e Allegri durante il match casalingo Juventus-Palermo. L'inizio della fine bianconera del difensore. Di li a poco ci fu la trasferta portoghese, precisamente a Oporto, dove tutti ricordiamo il Bonucci affranto e sconsolato sullo sgabello come uno scolaretto in punizione, una punizione meritatissima. Con il passaggio della vecchia Signora ai quarti di finale di Champions League, la situazione tra mister e giocatore si attenuò per il bene della società e dello spogliatoio. La cosa sembrò funzionare, tanto che la Juventus riusci a centrare la finale di Champions. Al fischio di fine primo tempo della finale tra Real Madrid-Juventus, ferme sul risultato di 1-1, qualcosa nello spogliatoio successe, perché la squadra che tornò in campo per disputare il secondo tempo di quella partita fu una Juve completamente irriconoscibile, quasi costretta a dover disputare quei minuti finali.Che la colpa di quella fine di un sogno sia da attribuire a Bonucci? Credo proprio di sì.

In estate il 19 bianconero cambiò squadra, con sbalordimento della tifoseria juventina: proprio quel numero 19 che era sempre il primo a cantare in curva insieme ai tifosi, accasandosi, come capitano e come portavoce di "spostatore di equilbri", al Milan. Ma il grande Bonucci, forse non ancora contento, nel match contro la sua ex squadra andò anche in rete, e con un fare superbo, cosa che non gli è mai mancata, ebbe il coraggio di esultare nello stadio che l'ha reso grande sotto la propria curva, con la sua classica esultanza di sciacquarsi la bocca. ASSURDO

Ora a un anno di distanza il caro Leo, dopo essersi accorto (a mio parere troppo tardi) di aver combinato un grandissimo errore, si offre alla Juventus, chiedendo di tornare alla base, anche con un adeguamento di stipendio. Ma Bonucci forse non ha capito una cosa, che penso sia molto scontata. Il mondo Juve non gira intorno a lui, che è una semplice pedina di questo decennio calcistico, una pedina unicamente di passaggio.

Quindi cara Juve, se il capriccio del bambino avverrà, non sacrificare un ragazzo da un enorme potenziale e che ha davanti ancora tutta la carriera, un giocatore che hai aspettato per più di un anno, facendolo crescere sotto l'ala protettiva del Gasp, per il semplice errore di uno che non ha mai capito come funziona la Juventus. Bonucci non vale Caldara. Non commettere l'errore di riportare a casa il figliol prodigo, lasciando andar via un ragazzo prodigio. Oltre al danno, no alla beffa.