Da molto, troppo tempo non si assisteva ad una match simile all’Olimpico Grande Torino. Partita incominciata su infausti presagi: incassato un goal dopo tre minuti, l’incontro si trasformava subito in un’impervia salita, che poteva persino portare ad una goleada della Roma. Ma il Toro non si scioglieva, anzi quasi immediatamente reagiva, “mettendo le tende” nella metà campo avversaria, incominciando a collezionare azioni da goal, a prezzo di contropiedi da brivido sventati per un soffio. I granata caricavano a testa bassa per rimediare subito all’errore iniziale, giocando più col cuore che con la testa. Quella gara andava vinta, altro che goleada della Roma! I giocatori lo sapevano e insistevano, ma i minuti passavano e la palla sembrava non voler entrare.

Il goal del pareggio liberatorio venne solo all’inizio della ripresa, quando il Toro è rientrato in campo ben determinato e molto più concreto. Alla prima azione granata (57°) il cross di Ansaldi volava preciso sulla testa di Sanabria che insaccava imparabilmente. L’incantesimo si era finalmente infranto ed i granata, resi più accorti dagli aggiustamenti apportati da Mr. Nicola si sbloccavano e venivano premiati quando Zaza, appena inserito, scattava rapido e ribadiva in rete la respinta del portiere avversario su un potente tiro del Gallo. Torino in vantaggio al 71°! La reazione della Roma era veemente, ma il Toro reggeva bene. A due minuti dalla fine, Gallo Belotti sorprendeva un avversario estirpandogli il pallone dai piedi, per offrirlo a centro area dove un  Rincon liberissimo segnava il gol fatale alla Roma mettendo seriamente a rischio il suo 4° posto in classifica. A quel punto, fu come se il vento portasse le note della marcia trionfale a risuonare in tutto lo stadio.

Questa l’essenza della partita, secondo un’ineccepibile logica del calcio per cui le partite si vincono se si chiudono, come la Roma non è stata capace di concretizzare, per merito dei difensori granata. Invece i match si possono rimontare e vincere quando il carattere e la caparbietà impongono di osare il tutto e per tutto. Per portare in porto una vittoria come questa è stato necessario che il Mr. Nicola provvedesse a tappare le falle che si erano aperte nella difesa nel primo tempo per il troppo ardore, il forte desiderio di segnare da parte dei granata. Se i ragazzi non avessero compreso Mr. Nicola nell’intervallo, non avessero messo ordine alla loro azione, ben altro poteva essere il risultato della partita. I ragazzi del Toro, con il loro Mr. Nicola, riuscivano a capire dove stavano sbagliando e a portare a casa i tre punti. Incontro vinto, tra l’altro, con due goal di calciatori entrati a partita in corso, più freschi e probabilmente meno provati dall’ emozione della rete incassata a freddo e dallo sforzo per il faticoso tentativo di rimonta.

Questa era proprio una partita da punteggio pieno, senza alcun dubbio, visti i risultati della altre squadre. Era da vincere per il bene dei giocatori che finalmente stavano ritrovando stimoli e motivazioni, e per il bene del Torino che quest’anno non aveva mai fatto sue due gare di fila, non era mai riuscito a confermarsi a pieno dopo una buona partita. Invece dopo un derby, in cui si era rischiato di fare il colpo gobbo all’ultimo minuto, con punizione di Baselli, dopo il successo con l’Udinese molto faticoso, finalmente si è arrivati ad una vittoria netta contro una Roma, squadra forte ed impegnativa. Tutti i giocatori hanno meritato, da quelli entrati dal primo minuto a quelli succeduti in corso d’opera come Rincon subentrato a Verdi, per arginare meglio il tentativo di pareggio della Roma, finendo con il siglare la vittoria.

Qualche domenica fa, nessuno avrebbe pronosticato il Toro di ieri, un Toro che è piaciuto a tutti e che tutti avrebbero meritato di vedere dal vivo. Una squadra che ha dimostrato concretezza nel gioco in ogni sua fase. Ci sono ancora margini di miglioramento, Mr. Nicola lo sa, specialmente nella qualità del gioco, soprattutto nei passaggi. Finalmente abbiamo rivisto il Toro con la sua anima!..... la grinta, la voglia di giocare, l’essere squadra coriacea, ma anche snella e veloce, capace di trasformarsi con alcune potenti armi come il Gallo, Sanabria, Verdi, Zaza, Mandragora, Bremer e tutti gli altri. Sì Verdi, finalmente un giocatore da Toro, completo, dalla giocata facile, costante e molto utile. Giocatore imprevedibile, perché nella stessa azione può trasformarsi da centrocampista, a trequartista e attaccante, a seconda della posizione da cui è partito o che viene ad occupare nel corso dell’azione.

Bravo Verdi a crederci e ad eseguire correttamente il cambio di ruolo. Bravo Mr. Nicola per aver intuito queste qualità di Verdi. Adesso il salto più difficile: dal buono passare all’ottimo, al micidiale, al geniale, tutte potenzialità che Simone può sviluppare. Verdi ha bisogno di considerazione e di fiducia, solo così crescerà in autostima e sarà sicuro dei propri mezzi e delle proprie giocate nel nuovo ruolo.
Tutta la squadra sta crescendo con giocate di eccellenza. Se riuscissero a entrare in piena forma partita dopo partita, il livello di gioco del Torino potrebbe diventare ottimale e temuto.

Alé Toro, avanti così, non ti fermare. Adesso tutti con i piedi ben saldati a terra senza pensare, come qualcuno ha fatto a fine partita, che la squadra non meriti una classifica così e che i valori reali stiano emergendo. Se questo è vero lo si vedrà alla fine, perché per ora dobbiamo stendere un velo pietoso sulle partite di inizio anno. Sicuramente Mr. Nicola avrà sentito e provvederà a stigmatizzare pensieri narcisistici e deleteri.
Ora c’è il Bologna
, squadra arcigna, solida e concreta, guidata da un allenatore che ha vinto ben altre battaglie, che ha sconfitto una malattia che poteva annientarlo e che ha saputo trasmettere ai suoi calciatori la sua grinta e voglia di vivere.
Attento Toro, non ti distrarre: questa sarà una partita molto pericolosa che potresti vincere se non commetterai errori di sorta e cinicamente metterai palloni in rete al momento opportuno.