Stiamo vivendo una situazione surreale..
Da quasi tre mesi, siamo stati privati della nostra passione, del comodo rifugio settimanale che si attendeva pazientemente, l'emozione per una partita, lo sfottò (quello sano) con il proprio amico, le considerazioni post-partita, godersi i gol della giornata conclusa alla televisione.
Il calcio non è solo uno sport dei tanti, ma rappresenta uno strappo al vortice della quotidianità, occasione per ogni tifoso di sentirsi parte di un mondo ed esprimere lati di se stessi che normalmente rimarrebbero nel dimenticatoio.
Il calcio è condivisione, interazione, è manifestazione dell'essenza stessa della vita.

VITA. Quella che è adesso cambiata per tutti, spaventati e sottomessi da questo avversario a tratti invincibile. Il risultato di questa partita è ancora incerto, siamo ancora nella mezz'ora della prima frazione di gioco. Magari potremmo chiedere una mano al sinistro magico di Dybala, alla presa sicura di Handanovic o alla personalità di Ibrahimovic, armi con le quali affrontare il COVID a pieno regime.

"Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, Silenziosa luna? Sorgi la sera, e vai, Contemplando i deserti; indi ti posi. Ancor non sei tu paga Di riandare i sempiterni calli?"

Scriveva Giacomo Leopardi nel suo "Canto notturno di un pastore errante dell'Asia ", per descivere il sentimento di un pastore smarrito, a cui non rimaneva altr che rivolgersi ai corpi celesti per avere una risposta. La stessa risposta che ciascun tifoso ed amante del calcio attende ormai impaziente, tra una conferenza ed un'altra, tra una conferma ed una smentita.

Affrontiamo questo avversario, vinciamo la partita e torniamo a tifare, a gioire ed emozionarci insieme.
Torniamo a rendere il calcio una ragione per essere felici, INSIEME.