Vorrei soffermarmi su una nuova specie di tifoso che ormai sta soppiantando tutte le altre portandole alla quasi estinzione: “il tifoso da Plusvalenza”.

Questo tifoso ha ormai invaso ogni tipo di habitat, cene con amici, bar, social, forum, tv, blog e persino intere famiglie. Anche i bambini non ne sono immuni e spesso mi capita sentirli parlare, nelle loro discussioni, di prezzi di acquisto di giocatori, di possibili guadagni sulla rivendita e in alcuni casi addirittura di ammortamenti. Mi è successo più di una volta di dover spiegare a qualche ragazzino (e non solo) che le società di calcio non acquistano i calciatori intesi come persone, ma ne acquisiscono i diritti delle prestazioni sportive, questo concetto rimane però molto ostico da comprendere anche per gli adulti. Alcuni bambini sono convinti che da grandi potrebbero comprarsi il Messi di turno semplicemente per farlo palleggiare in giardino o per farci ogni tanto due passaggi insieme.

Nel tifoso da Plusvalenza le conoscenze calcistiche o l’ammirazione per i grandi gesti tecnici lasciano il posto all’analisi dei bilanci e alle questioni fiscali. Esperti commercialisti e fiscalisti pronti ad esultare per un bilancio positivo. Uno scudetto o una coppa non sono paragonabili all’orgasmo per una plusvalenza monstre, nella loro testa ci sono bacheche piene di scartoffie certificate e la stella dovrebbe essere assegnata al raggiungimento dei 500 milioni di plusvalenze. Non importa se la propria squadra vende un proprio beniamino, ciò che conta è quanto ci si è guadagnato.

Leggo di tifosi interisti che nella querelle Icardi si preoccupano della svalutazione del cartellino e non della possibilità di perdere uno dei più prolifici bomber degli ultimi anni. Perdere Dybala va benissimo purché si ricavino 100 milioni, vendere a certe cifre un campione del mondo come Pogba è stato un avvenimento da festeggiare stappando una bottiglia di champagne.
Forse mi sono perso qualcosa, ma non credo che questi denari vengano poi distribuiti tra i tifosi. Innumerevoli sono gli articoli già usciti sull’incremento di valore di Piatek, ma come, lo abbiamo appena accolto e già dovremmo rivenderlo? La nuova esultanza non è più Goal oppure Rete, ma Pluuuss!

Ora, io capisco le logiche di mercato ed in parte anche la farsa del FairPlay finanziario, ma che questi argomenti diventino oggetti di culto e fondamenti di una nuova religione proprio No. Aborro ogni forma di fanatismo a maggior ragione se correlata al denaro. Il Calcio è divertimento e il tifo di conseguenza, voglio che la mia squadra vinca o che almeno si batta con onore, voglio esultare per un goal, per una parata, per un dribbling o per un’azione corale, voglio che certi giocatori si innamorino della maglia e che rimangano sempre nella stessa squadra, ma io sono solo un tifoso romantico, tra gli ultimi della mia specie.

Il Darwinismo è inesorabile, il tifoso da Plusvalenza ci soppianterà.