Alla Juventus non avevano bisogno di guardare il cammino europeo dell'Inter di Conte.
Lo sapevano fin dai tempi di Galarasaray-Juve che le certezze calcistiche dell'allenatore salentino svaniscono in campo internazionale.
Il calcio tosto, aggressivo e spavaldo mostrato in campionato l'Inter non riesce a replicarlo in Champions, così come non riusciva a replicarlo la Juve targata Antonio Conte.

Probabilmente ieri sera già dopo i primi minuti di gioco agli interisti è parso di trovarsi di fronte il Real Madrid e non la Juve, lenta e disorganizzata affrontata 16 giorni prima in campionato.
La Juventus di coppa (Italia), quella scesa ieri sera in campo al San Siro, si è mostrata arrembante, votata al pressing alto, al soffocamento del gioco altrui.
L'Inter è passata presto in vantaggio (al nono minuto) ma si capiva che il goal era da considerarsi un eccezionale lampo di luce in mezzo a cupi nuvoloni, a nembostrati.
La Juve, infatti, si è subito rialzata chiudendo l'Inter nella sua mediana.
L'impossibilità a sviluppare gioco deve aver mortificato i giocatori di Conte. Basta vedere la trattenuta in area ai danni di Cuadrado da parte di Young: immotivata. Il cross di Bernardeschi, infatti, era fuori misura, assolutamente non intercettabile da Cuadrado.
Ha poi provveduto in correità la coppia Handanovic - Bastoni a regalare la vittoria alla Juventus.
I bianconeri dopo il 2 a 1 hanno cambiato atteggiamento tattico. Si sono chiusi con l'esclusivo intento  di conservare il vantaggio.
Sembrava che una volta segnato il secondo goal in panchina si fosse seduto Allegri.
L'Inter, quindi, è potuta tornare a praticare il suo gioco e se avesse pareggiato (o ribaltato il punteggio) non sarebbe stato uno scandalo.
Resta il fatto, però, che le squadre di Conte, se attaccate, diventano vulnerabili.
Lo ricordino gli allenatori di casa nostra: le loro squadre quando incontrano l'Inter devono credersi di essere il Real Madrid o quanto meno lo Shaktar e, perché no, la Juve vista ieri sera.