C'è chi parla di sacrifici nel taglio, eventuale, degli stipendi milionari di diversi giocatori. Sacrifici. Ma come si può solo pensare di qualificare come sacrificio il fatto che un giocatore di calcio possa rinunciare a qualche mese di stipendio? Quando un comune mortale non vedrà neanche due mensilità dei suoi stipendi in tutta la propria vita lavorativa? Ma di che stiamo parlando? Sacrifici sono quelli che fanno gli italiani chiusi in casa senza cibo, con la cinghia stretta, che vanno a mangiare alla mensa dei poveri, che non sanno dove sbattere la testa.
Cerchiamo di ricondurre le cose nelle proprie giuste dimensioni. Che i giocatori siano costretti a rinunciare, forse, a qualche milionata, è una cosa che agli italiani interessa meno che meno in questo momento. E' un problema delle società, fatti loro. Ma presentare ciò come sacrificio è vergognoso e indecente. Certo, non si deve generalizzare, anche perchè poi un conto sono gli stipendi dei vip della SerieA, un conto dei comuni mortali. Ci stiamo dimenticando dei campionati minori, dalla SerieB, il famoso campionato degli italiani, in poi. Come se non esistessero, ma è lì, in quelle categorie che si rischia la catastrofe vera, è lì che rischia di saltare il calcio vero. Perchè alla fine i ricchi ed il mondo dei ricchi i modi di fare i soldi lo trovano sempre, sono sempre sopravvissuti e sopravviveranno anche ora. Ma i comuni mortali, no. Ma questo al mondo del calcio, quanto interessa realmente? 

Chi se ne frega se Juve, Inter o qualche altra società hanno deciso di tagliare o meno gli stipendi milionari ai giocatori. Poi non stupiamoci se gli italiani mandano a quel paese questo modo di concepire il calcio. E' stato scritto giustamente in queste pagine che il calcio fino al prima coronavirus si credeva di essere immortale, superiore a tutti, indispensabile. Ha mostrato invece tutta la sua immoralità, il suo essere mortale, il suo non essere indispensabile. Perché le persone oggi devono pensare a come fare per mangiare, e questi sì che sono sacrifici. Certo, sarebbe bello poter rivedere il calcio, le partite. Per distrarsi, per illudersi con una normalità che non ritorna. Il calcio è il calcio, il calcio del business, dei miliardi, degli affari, sta facendo di tutto per annientarlo questo sport, soprattutto in questi momenti di crisi epocale. Se vogliamo salvare il calcio, dobbiamo prima di tutto salvare il Paese ed il suo spirito.

Il vero spirito del calcio è quello dei campetti, quello dei dilettanti, quello delle categorie minori, non quello dei VIP. Quello non è più calcio, è altra roba. Ora avrebbe la possibilità che questo mondo dei VIP di ritornare ad essere più umano, e forse questa emergenza coronavirus potrà avere tra le conseguenze quella di far scendere dal piedistallo chi fino a ieri si credeva un Dio in Terra. Ma alla fine altro non era che un comune mortale, strapagato, ingannato da un sistema dopato di danaro, che stava per implodere. Ed implode.




Prendetevi 5-10 minuti e provate a compilare un semplice sondaggio per ricevere subito uno sconto immediato su carte regalo Amazon, Decathlon, Eataly o Trenitalia. Questo il link da cliccare: calciomercato.com/madai