"La sentivo sussurrare lenta quella voce, quasi fosse un leggero filo di vento che passava attraverso le orecchie per giungere direttamente al cervello, al nucleo centrale della mia mente, per suggerirgli un sogno, un’alternativa alla realtà, esortandomi a chiudere gli occhi e immaginare qualcosa che non esisteva, ma che mi avrebbe reso incredibilmente felice."

Era estate, faceva caldo qui nella mia città, e ricordo bene l’aria pesante, ma ricca di ambizione di quei giorni: avevo voglia di conquistare il mondo che ruotava sotto i miei piedi, me ne fregavo della temperatura e del sole sulla testa, volevo vincere, dettare la mia legge lì fuori, dimostrare a me stesso che ne sarebbe valsa la pena della fatica e del sudore, mentre gli altri se la spassavano tranquilli al mare.                                                                                        Preparazione atletica di agosto, una come tante penserete, e invece no, per me significava la prima vera occasione per mettermi in gioco sul serio, di fronte agli occhi di un allenatore che talvolta mi era apparso totalmente privo di sentimenti: “ci sono per la prossima, vero Mister?” incalzavo ogni volta io con la mia timida voce accompagnata dal disagio generato da quell’uomo che puntualmente rispondeva “mi dispiace, ma non sarai convocato.”                         
Lacrime, tristezza e solitudine regnavano nel mio cuore, ma ero ancora un ragazzino e nessun ragazzino meriterebbe di essere considerato un fallito senza aver avuto alcuna possibilità di dimostrare il proprio valore, lo stesso che forse non sarebbe mai venuto a galla in quello sport, in quel dannato gioco che tanto amavo, ma che non riuscivo a raggiungere malgrado gli sforzi
Con l’avvenire della nuova stagione avrei potuto scrivere una storia diversa con una trama totalmente stravolta, che mi avrebbe visto divenire il protagonista di una di un intreccio simile a quello di una favola, in cui il brutto anatroccolo diventa inaspettatamente un cigno, riscattando le sofferenze del passato nella sua splendida immagine riflessa nello stagno.  Insomma c’erano tutti gli ingredienti necessari affinché venisse fuori una ricetta fantastica, ma quando le mani di chi li mescola insieme non sono abbastanza sicure di sé stesse può capitare che la verità sviluppatasi successivamente possa raccontare di un resoconto interamente differente: quando entravo in campo mi tremavano le gambe, ricordo che nelle prime partite non riuscivo ad esprimermi in pieno, mi mancava il fiato e perdevo quasi ogni contrasto con gli avversari, ero una vera frana, ma forse era normale anche questo.                         

Probabilmente avrei dovuto alimentare il fuoco che ardeva nel fulcro della mia anima, insistendo di giorno in giorno sul pedale dell’acceleratore per sorpassare ogni mio limite e giungere di meta in meta, verso quegli obiettivi che brillavano come le stelle riflessi nei miei occhi: ma queste sono nozioni che soltanto l’istinto può insegnare, un maestro che non ti parla mai, ma opta per andare dritto al sodo, raccogliendoti la faccia dal fango e pulendoti a suon di sberle sulle guance, urlando dritto al cuore “tu puoi farcela, non star qui a perder tempo!”

"A volte lo sentivo anch’io, dal profondo del mio animo il fluire di quella sorta di spirito leggero, ma potente al tempo stesso, che mi attraversava come una nuvola del cielo, riempiendomi le vene della sue essenza, della sua inconsistente concretezza regnante su una logica totalmente asimmetrica, generando così una completa atmosfera di sogno lucido: si tramutava in tal modo nelle note dell’inno della Champions League, conquistando i miei sensi, il mio corpo e le mie paure, dominate da quell’atmosfera soave e maestosa, in cui non c’era spazio per tracciare una linea divisoria con la realtà.

In quegli istanti d’estate non capivo ancora cosa significasse, e forse non lo intuisco in pieno neanche adesso, ma credo che la vita non sia come un nodo da sciogliere ad ogni costo, può darsi che certe domande rimangano tali per sempre, perché in fondo il loro fascino sta proprio nella loro natura sconosciuta, la stessa che noi uomini ammiriamo in ogni passione che ci rende vivi piuttosto che semplici sopravvissuti.