Interisti, fratelli, popol mio...

Mentre cose più serie e incombenti, come le elezioni imminenti, mi fanno sorridere e preoccupare, per i personaggi da operetta che si propongono, o ripropongono, a guidare il Paese (e perché molto probabilmente ci riusciranno perfino), io sto qui ad arrovellarmi per questioni forse meno serie ma che mi coinvolgono emotivamente di più: l'Inter, di cui sono innamorato da una vita e che non manca mai di trafiggermi il cuore con i dolorosi e velenosi dardi della sua follia. Ovvio, anche della mia, di follia, altrimenti mi dedicherei ad altre più virtuose attività o piccole piacevolezze quotidiane, anche meno virtuose. Anche in questo contesto si ripropone il quesito dell'uovo e della gallina: ero già matto quando vidi alla tv, per caso, quella mezza partita in bianco e nero, in cui un ragazzo, per la mia età di allora percepito come quasi "anziano", che toccava il pallone solo con il piede sinistro e disegnava pennellate con il pallone, o lo sono diventato subito dopo esserne stato fulminato ed essere diventato supporter di questi colori? Così, mentre un sugo piccante a base di cipolle (soffritte lentamente, inumidite con qualche cucchiaio d'acqua, per mantenerle morbide), olive, peperoncino, grani di pepe frantumato, erbe aromatiche e, ovviamente, pomodorini, va lentamente a comporsi in padella, mi piango addosso qualche amara considerazione calcistica che, credo, ai più, tra gli amanti dei miei stessi colori calcistici, probabilmente non piacerà: ma il coraggio di svelare spiacevoli verità non deve mancare, altrimenti si arriva a percorrere con cecità il cammino che abbiamo davanti. Ok, ho girato in tondo abbastanza per arrivare al punto, dopo aver scremato quelli che sono tra i più resistenti tra di voi, per non avere sulla coscienza troppe anime ferite da quanto sto per dire. Ammettiamolo: la nostra amata Inter è una nobile decaduta e l'ho capito anche dall'atteggiamento di noi tifosi, ultimamente.

Giorni fa è apparso su questo sito un sondaggio che chiedeva al popolo interista (ma a cui in tanti tifosi di altra provenienza credo abbiano detto la loro) se fosse meglio vendere o meno Icardi a fine stagione. Tanti co-tifosi miei si sono lasciati irretire dal malefico e subdolo tranello teso dai loschi figuri (perdonate e non cancellate il mio articolo a causa di questa vostra descrizione, vi prego: serve un po' a fare "colore") di Calciomercato.com, con mio non sorpreso disappunto. Ebbene, ai miei occhi orripilati, e oggi perfino un po' inumiditi (ok: ho tagliato le cipolle: non vi si può nascondere nulla!) al ricordo, è apparso un responso non condiviso: una maggioranza schiacciante voleva privare dell'unico gioiello posseduto lo scrigno di famiglia, nel corso del tempo diventato ridontante per le poche ricchezze rimaste, e portarlo al banco dei pegni per far sopravvivere un'illusione, un imminente roseo futuro generato con i soldi della malefatta (spesi in pozioni magiche finalizzate ad una immediata nostra trasformazione?). A me, un po' tristemente, è venuto immediatamente in mente il suonatore Jones di Edgar Lee Masters che (nella splendida rilettura/riscrittura di "La collina", di Fabrizio De André) chiede al venditore di liquori: "...tu che lo vendi, cosa ti compri di migliore?".

La domanda non si porrebbe se possedessimo tanta ricchezza, da non riuscire neppure a godercela, da venderne una piccola parte (il quadro di un pittore poco amato, ereditato e sempre avuto in antipatia, ad esempio), più per gestire, ed apprezzare al meglio, che per necessità. Invece, nonostante il sol dell'avvenire, atteso dall'oriente, abbia mancato il suo compito principale (quello di splendere illuminando di nuovo e facendo rivivere al meglio qualche fasto, come promesso, dissolvendo questo lungo inverno sportivo e scaldando di nuovo le nostre passioni) continuiamo a cercare con gli occhi il levarsi dell'araba fenice con i colori nerazzurri, fischiando (perfino in modo preventivo, quando entrano in campo: vedi ieri Brozovic) in modo poco incoraggiante, e un po' isterico, buoni giocatori, certo non campioni, a cui non abbiamo dato il tempo di crearsi un "ambiente squadra", bocciando un allenatore dopo l'altro e privilegiando le esibizioni estive (tanto amate dalle proprietà) anziché l'umile e la dura preparazione precampionato. Buoni giocatori che, in un ambiente meno stressato e stressante, renderebbero al meglio. In attesa che i cordoni della borsa vengano un pochino allentati - in modo più accorto di quanto fatto di recente e arricchendo solo qualche procuratore, come risultato - e che il giogo del financial fair play venga rivisto in modo che non crei, come in politica con scuse sempre meno sincere e immancabilmente bevute interamente da chi ne viene danneggiato, ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più numerosi, non ritrovando la mia efficace e smarrita bacchetta magica che, nella mia distrazione colpevole, ho appoggiato da qualche parte e dimenticata, ma sperando che invece le vostre siano ancora in vostro possesso, per poterci contare alla bisogna, vi domando: voi che vendete Icardi cosa vi comprate di migliore? E' quella la vostra soluzione?

Io ho visto che anche ieri, con il Benevento, la sua assenza pesava come un vuoto violentemente palese: non avevamo alcuna parvenza di pericolosità. Quella che con lui in campo, anche nelle sue peggiori giornate, genera un po' di timore nelle difese avversarie. Questo, ai miei occhi, lo rende un gioiello da cui ripartire a progettare la ricrescita di un patrimonio. Mi rendo conto che diventa sempre più difficile trattenerlo, sia per questioni ambientali che economiche. Nonostante ciò, quello che voi vedete come un passo auspicabile io non riesco a non leggerlo come segno  di ammissione di ulteriore difficoltà e declino e, per questo, da me temuto. Questa sera guarderò Roma-Milan e non tiferò per i rossoneri, come vorrebbe il conteggio utilitaristico dei punti persi dagli avversari diretti a comporre il novero delle quattro squadre (di cui due posti già decisi), che accederanno alla prossima Champions. Non è il mio spirito sportivo, che vorrebbe un nobile "vinca il migliore" avanti a tutto, come mi piacerebbe, a prevalere, ma altro sentire: tutto di pancia e che non mi fa andare oltre il riconoscimento del buon lavoro fatto da Gattuso. Adesso vado a mangiare, sperando che non siano in tanti ad augurarmi che mi vada tutto di traverso (poco sportivamente, anche se fosse, farò di tutto perché ciò non accada). Un saluto nerazzurro a tutti.