Nel giorno in cui Ibra segna i gol 500 e 501 con squadre di club, oltre per il risultato contro il Crotone, il Milan può finalmente sorridere per il recupero del suo numero dieci: Hakan Calhanoglu.

Non si può parlare del Milan senza dimenticare la prestazione del Turco che ieri, dopo l’assenza forzata per Covid, è finalmente rientrato in campo. La sua assenza ha pesato nei meccanismi rossoneri e le alternative proposte, per un motivo o per un altro, non sono state all’altezza. Nella trequarti il suo sostituto naturale (Diaz) ha dovuto cedere il passo per un infortunio e, in quel momento, Pioli è andato avanti con quello che aveva a disposizione. È passato dall’esperimento Meité, durato solo quarantacinque minuti e naufragato contro l’Atalanta di Gasperini, a Leao. Il quale, con massimo impegno, ha dato un’interpretazione diversa del ruolo, rispetto a Chala, alternandosi sulla fascia con Rebic.
La storia di Chala con la maglia del Milan non parte con i migliori auspici.
Arriva dal campionato tedesco, acquistato da Fassone e Mirabelli dal Bayer Leverkusen, il ragazzo sembra un corpo estraneo e le sue prestazioni sono lontane dalle premesse iniziali. Gioca fuori posizione trovando difficoltà che paga con prestazioni che deludono i tifosi, i quali iniziano a mugugnare nel vedere la dieci sulle spalle di Hakan. Maglia che in passato hanno indossato giocatori che hanno fatto la storia di questo club e che andrebbe onorata al meglio.

Ma le cose cambiano in meglio quando Hakan ritorna a giocare nella posizione più consona e più adatta alle sue caratteristiche, quella da trequartista, e da quel momento cambia anche il Milan. Le sue qualità vengono fuori, diventando imprescindibile, ed in questo momento storico è il miglior trequartista che i rossoneri possono avere.

Proprio ieri discutevo con un amico rossonero sul ruolo del trequartista e su Chala. Constatavamo la differenza con i dieci del passato, ma eravamo dell’idea che attualmente merita di essere lui quel giocatore in grado di servire assist decisivi per i compagni e portare la dieci sulle spalle.
Allo stesso modo, visto il momento storico, trovo difficile comunque fare paragoni con giocatori che giocavano in un Milan differente da quello che siamo abituati a vedere. Oltre la classe che li contraddistingueva, si trovavano in un contesto diverso da quello attuale, dove i campioni erano all’interno di una società che stava all’apice del calcio mondiale ed aveva una struttura solida e collaudata. Calhanoglu, invece, si ritrova in un Milan di giovani, che deve recuperare posizioni perse per colpa di stagioni anonime. Si ritrova in un Milan che deve ritornare ad essere piano piano attore principale sia nel nostro campionato, sia nella competizione che più ha amato e per farlo deve crescere in tutte le sue componenti: giocatori, allenatore e dirigenti.

Nella gara contro il Crotone dove il Milan ha l’occasione per riprendere la vetta e conquistare punti importanti, visti i risultati, in ottica Champions, Calhanoglu parte dalla panchina. Gioca una mezzoretta circa, minuto più minuto meno, e quando entra in campo la squadra è già in vantaggio per uno a zero grazie ad una giocata di Ibrahimovic. Il quale, inventa il gol con un dai e vai tra lui e Leao. Una giocata cercata prima con Rebic, e infine con il portoghese, per riuscire a scardinare la difesa di un Crotone che fino a quel momento aveva tenuto bene il campo.
Questo tipo di giocata nello stretto Ibra la cerca spesso e Hakan è solito trovarsi bene in queste situazioni. Ma il turco è in panchina e lo svedese si deve arrangiare per confezionare la rete che porta in vantaggio i rossoneri.

Ma è con l’ingresso di Chala che il Milan si trasforma e dilaga. Quando entra il campo il turco fornisce una prestazione all’altezza delle aspettative ed il Milan passeggia. Va sul 2 a 0 sempre con Ibra grazie ad un mal posizionamento dei calabresi che, su un fallo laterale, gli permettono di stare indisturbato e realizzare a porta praticamente vuota. Un gol che mette definitivamente ko il Crotone e che lo consegna alle fauci del diavolo.
È la partita di Ibra e della celebrazione per aver raggiunto e superato il traguardo delle cinquecento reti. Ma non si può parlare della gara di ieri se non si prende in considerazione quella mezzora di Chala in campo. Una mezz'ora dove confeziona due assist per Rebic, e siamo ad otto in campionato, col conseguente risultato di Milan 4 Crotone 0.

Calhanoglu ha la capacità di dialogare bene con i compagni e di metterli davanti alla porta, non disdegna la conclusione in porta, anche se l’assist è la sua specialità. Quando gli avversari difendono stretti e compatti, e gli spazi sono ridotti, si sente la sua assenza per la necessità di qualcuno che provi a creare superiorità e servire al momento giusto il compagno per concludere a rete.

Adesso stiamo tutti lodando le sue prestazioni, con i dovuti distinguo, e siamo nella fase che il Turco deve assolutamente ed obbligatoriamente rinnovare il suo contratto che ha scadenza giugno 2021. Siamo al limite e lui e Donnarumma sono i casi più urgenti, sia per la scadenza stessa ma anche per le loro indiscutibili qualità. Nonostante filtri ottimismo in quel di Milanello, la società rischia sempre di perderli a parametro zero e ritrovarsi a cercare due giocatori di pari valore per sostituirli. Sarebbe un grosso peccato e sarebbe anche un passo indietro, visto che finalmente si è riusciti a trovare due giocatori che danno il loro meglio nel ruolo che ricoprono.

I due ragazzi costituiscono la dorsale di questo squadra che comprende anche Kessiè ed Ibra (e chi verrà dopo di lui), senza dimenticare Hernandez, Bennacer e Romagnoli, e tutti insieme formano uno zoccolo duro che sta portando il Milan nelle parti alte della classifica.

Uno zoccolo su cui puntare anche in futuro, aggiungendo pian piano quei giocatori che possono accrescere il tasso tecnico della squadra. E proprio perché il Milan ha un futuro, anche grazie alla politica dirigenziale che è stata capace di cogliere le occasioni proposte senza intaccare il bilancio, occorre continuare a costruire sulla base che è stata creata e Chala (tralascio di parlare di Gigio perché non era lui il tema centrale di questo articolo) deve assolutamente rinnovare, senza sé e senza ma. Certamente per alcuni tifosi del Milan, che hanno visto due differenti Calhanoglu, è difficile accettare un rinnovo a cifre decisamente più alte di quelle iniziali. Dopo aver steccato nella prima parte, quando nel 4-3-3 si ritrovava esterno ed il Milan non girava intorno lui, tutti noi, senza escludere nessuno, stentavamo nell’accettare le sue prestazioni negative e mettevamo in dubbio il suo futuro nelle file del Milan. La stessa società ha nutrito qualche dubbio sulla sua permanenza, perché le prestazioni erano lontane anni luce da quelle attuali, ma è stata intelligente ad aspettarlo. Infatti è bastato metterlo nella condizione di poter giocare dove meglio le sue potenzialità vengono espresse, per ritrovare in squadra un giocatore importante ed insostituibile. C’è voluto del tempo per capirlo e ciò ha portato il Milan ad arrivare a scadenza, senza rinnovare quando le condizioni erano più favorevoli per il club.

Ma ora non è il tempo per rimpiangere quello che poteva esser fatto in precedenza. In questo momento come è un dovere per il Milan rinnovare, è un diritto per Calhanoglu guadagnare cifre più alte rispetto al vecchio contratto. Ci si augura che il ragazzo (ben felice di rimanere a Milano e giocare con i rossoneri) possa venire incontro anche alle esigenze della dirigenza che non può sforare certi paletti, visti i tanti rinnovi che dovranno esser fatti nel medio periodo. Venirsi incontro per continuare insieme nella strada che è stata intrapresa con il Milan, che ha sempre continuato a credere sulle qualità del ragazzo, trovando un punto di contatto tra domanda ed offerta.

In questo Milan, dove la crescita è visibile già da molti mesi, tutti stanno dando un contributo importante e meritano, chi più chi meno, un adeguamento per quello che stanno dimostrato. Ma l’adeguamento deve tener conto anche della situazione attuale e della crisi che sta colpendo numerose società, che si trovano in difficoltà per onorare al meglio gli impegni presi. Situazione che non riguarda il Milan, che vuole assolutamente rimanere nella linea tracciata, ben sapendo che uno sforzo andrà fatto per non perdere i giocatori migliori.

Tutti noi ci auguriamo che si arrivi presto ad una conclusione positiva perché, è cosa nota, il ragazzo troverebbe subito qualcuno pronto ad assecondare le richieste economiche senza dover sborsare un solo euro per acquisire il cartellino.
Ritornando alla partita di ieri due aspetti fondamentali sono emersi e vanno tenuti in considerazioni e vanno oltre il risultato che il campo ha decretato.

Il primo: sia Chala che Gigio, nonostante siano a scadenza, si stanno dimostrando due professionisti seri. Giocando con attenzione, impegno ed attaccamento alla maglia, come se avessero già un contratto firmato per le stagioni future, stanno dando il loro apporto per far sì che il Milan raggiunga gli obiettivi prefissati.
Il secondo, invece, riguarda noi tifosi. Molto spesso quando giudichiamo in negativo le prestazioni dei giocatori in rosa, non guardiamo se sono presenti fattori esterni, tali da condizionare il suo apporto in campo. Se Chala avesse continuato a giocare in un ruolo non suo, probabilmente lo avremmo scaricato in quanto non meritevole di giocare con la maglia del Milan ed indossare la dieci di Rivera, Gullit, Savicevic, Boban, Rui Costa, Seedorf.
In questa fase, da quando occupa una posizione di comando, Hakan è diventato imprescindibile per la squadra. Lo dicono i numeri che decretano il suo apporto e il suo rendimento.
È uno dei tanti ingranaggi di un orologio chiamato Milan ed essenziale affinché anche gli altri possano girare con gli stessi tempi e lo stesso ritmo.
Ci si augura che questo orologio, che ben sta funzionando, possa continuare ad avere nei meccanismi un giocatore come Chala, e come lui, tutti coloro che lo stanno proiettando nel futuro.