Texas, Little Elm, 28 agosto 1998... una data che apparentemente non direbbe nulla se non fosse la data di nascita di uno dei giocatori più promettenti ed interessanti della Serie A. 
Sto parlando del gioiello statunitense che la Juventus si coccola con sommo gaudio e un giusto scherno nei confronti delle avversarie. Lui è Weston McKennie, una delle grandi sorprese del campionato in corso. 

Come detto, nasce in una piccola cittadina del Texas, Little Elm, 50 Km a nord della più conosciuta Dallas. A soli sei anni si trasferisce in Germania, a Kaiserslautern per seguire il padre, militare americano trasferito in una base nella città tedesca: la Ramstein Air Base. E' qui che Weston inizia a dare i primi calci al pallone assieme al fratello ed è sempre qui che incontra il suo prima allenatore David Muller che vedendolo giocare per strada lo invita ad entrare nella squadra del quartiere e, come dirà lo stesso McKennie in un'intervista qualche anno dopo, "è lì che è iniziato tutto!". 

Il lavoro del padre, come è immaginabile, è molto dinamico e ciò lo porta a spostarsi con frequenza, infatti circa tre anni dopo, cioè quando il piccolo Weston compiva 9 anni, fu richiamato in patria e il figlio dovette seguirlo. Tornato negli USA McKennie si trovò davanti alla scelta che mette in crisi molti ragazzi americani: calcio o football americano? Inutile dire cosa abbia scelto...
Weston inizia a giocare serimaente a calcio nella FC Dallas Academy e fin da subito mette in chiaro di che pasta sia fatto e che forse sia un predestinato. Infatti, a soli 17 anni viene convocato tra le fila della nazionale degli Stati Uniti under 19 e guida la squadra al trionfo nella Slovakia Cup portando al braccio persino la fascia di capitano. 

Nel 2016, nel giorno del suo diciottesimo compleanno, dopo essersi affermato nel suo paese e aver destato interesse nelle agende dei direttori sportivi di diversi club di spicco del calcio europeo, ritorna dove tutto ebbe inizio; in Germania. Approda, infatti, a titolo definitivo alle giovanili dello Schalke 04 a Gelsenkirchen. Neanche un anno di tempo per apprendere le dinamiche del calcio tedesco ed europeo che passa in pianta stabile in prima squadra (la prima partita lo vede giocare circa un quarto d'ora contro l'Ingolstadt). 
Nella stagione successiva, la prima intera da componente della prima squadra, quando in pachina sedeva Domenico Tedesco, racimola la bellezza di 22 presenze in Bundesliga e 3 in Coppa di Germania. L'annata fu indimenticabile sicuramente sul piano personale per Weston, ma anche per la squdra la quale riesce a piazzarsi al secondo posto della classifica, risultato memorabile per i "konigsblauen". 

A novembre 2017 arriva il tanto atteso debutto in Nazionale maggiore e in quella stessa occasione arriva persino il primo gol con la maglia a Stelle e Strisce in un'amichevole giocata contro i campioni d'Europa del Portogallo. In quella partita fu impiegato come mezz'ala sinistra e il gol segnato fece già intendere di che giocatore si trattasse. Incursione in area di rigore, stop, finta di corpo a disorientare l'avversario e conclusione chirurgica conclusa in rete con il piede destro.
La stagione 2018/19 è quella della consacrazione di McKennie tra i grandi del calcio europeo poichè, oltre alla quasi costante presenza tra i titolari in campionato (24 presenza per lui in Bundes), finalmente mette a segno il suo primo gol in Germania nella partita terminata 2 a 0 per la squadra di Gelsenkirchen contro il Dusseldorf. Ma non basta, sempre nella medesima stagione McKennie debutta con grande professionalità e consapevolezza in Champions League; gioca sei partite ad altissimi livelli, persino l'ottavo di finale con il Manchester City di Aguero e compagni e riesce perfino a timbrare il cartellino nella partita giocata contro la Lokomotiv. 
Con l'arrivo in panchina di David Wagner, l'anno seguente, McKennie gioca quasi tutte le partite mettendo a referto 32 presenze in tutte le competizioni e 3 gol. 
Weston McKennie è un giocatore molto duttile per le sue caratteristiche tecniche e fisiche. Fa della forza fisica un'arma fondamentale nonostante la sua statura non troppo imponente, 177 cm e un peso di circa 85 kg. Gode di una buona progressione e il suo dinamismo gli permettono di essere molto aggressivo in fase di pressing e di inserisi nelle linee di costruzione avversarie per intercettare i passaggi. E' quest'ultima forse una delle caratteristiche più interessanti dell'americano, tanto da essere stato incluso al secondo posto della classifica europea dei giocatori che intercettano più passaggi (1,99 per 90 minuti); nella sola stagione 2019/2020 in Bundes ha recuperato 175 palloni. 
Nello Schalke 04 giocava nella posizione di centrocampista centrale, ma a seconda delle necessità e grazie alla sua malleabilità è stato impiegato anche come mediano, trequartista e difensore centrale. Nella conferenza stampa di presentazione a Torino ha detto: "posso giocare ovunque tranne in porta!".

Nella Juve è partito come mezz'ala alternandosi con Rabiot e Artur, ma ora è quasi un titolare inamovibile. Ha portato sotto la mole ciò che mancava dai tempi di Marchisio e Vidal, capacità di incursione, inserimenti effettuati con il metronomo e dinamismo in mezzo al campo che da qualche anno erano scomparsi dai radar del centrocampo bianconero, siano ad oggi troppo statico e attendista (si leggano Pjanic, Matuidi e Bentancour, per quanto qualitativamente indiscutibile). Non mi focalizzerei troppo, a questo punto sul fatto che a metà stagione abbia già siglato 4 gol in Serie A e 1 in Champions... chi ha intuito capirà...

McKennie è arrivato alla corte della Vecchia Signora in prestito a fronte di un corrispettivo di 4,5 mln fino al 30 Giugno 2021. La Juve ha fissato, inoltre, un diritto di riscatto a 18,5 mln a fronte del raggiungimento di determinati risultati sportivi. Tale formula di acquisto mette la società di Agnelli nella possibilità di valutare il calciatore e decidere se faccia al caso del gioco di Andrea Pirlo o se invece non rientri tra i suoi piani. A giudicare dalle prestazioni tecniche e dal minutaggio concessogli dal "Maestro" tutto fa propendere per l'esercizio del riscatto da parte di Paratici and co. se poi ci aggiungiamo che il giocatore ha solo 22 anni non può che considerarsi un ottimo investimento in ottica futura. 

I parallelismi si sprecano, se dovessi paragonarlo a qualche giocatore del passato, lo raffigurerei come un ibrido tra Claudio Marchisio, Arturo Vidal ed Edgar Davids. 
Weston si inserisce con una disinvoltura e detta il passaggio al compagno con la palla tra i piedi come il "Principino", inventa tiri e gol magnifici anche da fuori area come "il Re" e recupera palloni, corre, si sfianca, non tira mai indietro la gamba, morde e esce piegato sulle gambe come "il Pitbull". 
Sul suo profilo twitter non nasconde una forte passione per le avventure e le peripezie del Mago più famoso della letteratura e del cinema, Harry Potter, che come McKennie ha dimostrato fin da subito di essere un predestinato della magia e di essere considerato il futuro più roseo del mondo di Hogwarts. Così Weston McKennie è il futuro più roseo della Juventus o forse bianco e nero... chi lo sa, solo lui ce lo saprà dire. 
Adesso non resta che attendere la prossima magia Wes!