È FINITA! Voglio iniziare il mio articolo con questa esclamazione, perché difficilmente qualcuno poteva aspettare o desiderare questo epilogo. Perché l’AJAX, squadra giovane e tenace è riuscita a conquistare i nostri cuori, a farsi amare ed a farsi tifare, facendoci sognare, trasportando tutti gli appassionati di calcio dalla loro parte, quel calcio bello, lineare, pulito, oserei dire quasi innocente, che solo giovani calciatori talentuosi potevano esprimere.

Se ci fermassimo un attimo a prendere in considerazione questa squadra, aprirla, decomporla, analizzando uno a uno ogni giocatore che compone la rosa, noteremmo che la maggior parte di essi hanno meno di 25 anni: ben 23 giocatori, considerando anche le riserve e tutti coloro che hanno fatto almeno una presenza in questa stagione, facendo così una media di squadra pari a 24 anni, classificandosi terza nella graduatoria d’età di questa edizione di Champions League, dietro solo al CSKA Mosca (con 23,8) ed al PSV Eindhoven (con 23,5), squadre che non hanno avuto un cammino esaltante in questa competizione uscendo entrambe ai gironi e classificandosi ultime. Questo dato sta a significare l’aumentare di giovani calciatori provenienti dal vivaio olandese che stanno facendo gola a tutti i grandi club d’Europa: è il compimento di un progetto targato AJAX che ogni anno riesce sempre a superarsi, esprimendo calcio spettacolo, combattendo ad ogni partita, mostrando al mondo intero che con la voglia e la grinta abbinate ad un fine talento, ma ancora da coltivare e con margini di miglioramento importanti, si può arrivare ad alti livelli.

E quest’anno c’era quasi riuscita, attraverso le sue partite e il suo gioco, ad arrivare alla finale della competizione più bella di tutte, con una semifinale di ritorno piena di rammarichi, con il palo al 79’di Ziyech e quei gol subiti che potevano, forse, essere evitati. Quella finale che manca dal 1996 contro la Juventus dal risvolto amaro, persa 4-2 ai calci di rigore, con l’errore dal dischetto di un Edgar Davids, pupillo di molti, in uno dei suoi anni più redditizi e che sarebbe presto diventato, prima un giocatore del Milan e a seguire della Juventus.

Nulla da togliere ad un Tottenham che ha saputo tener testa all’irriverenza dei giovani dell’AJAX, dimostrando di riuscire a recuperare due partite (tra semifinale di andata e ritorno) in soli 45 minuti, creando e sprecando allo stesso tempo tante occasioni da gol, in quella che è sempre di più la Champions League all’insegna della rimonta. Rimonta che negli ultimi anni ha visto protagonista divere squadre, come il Real Madrid, la Roma, il Barcellona, il Liverpool, la Juventus, l’Ajax e infine il Tottenham con quella di ieri sera.

Adesso in finale ci sono due squadre inglesi, dopo ben 11 anni (l’ultima fu Manchester United- Chelsea nella finale di Mosca vinta ai rigori dai “diavoli rossi” di Cristiano Ronaldo e Sir Alex Ferguson). Questa finale che sa un po' di rivincita nei confronti del calcio spagnolo che per ben 5 anni di fila si è garantito la finale aggiudicandosi sempre la coppa dalle grandi orecchie, combo che ha avuto inizio con il Real Madrid in quella finale tutta madrilena con l’Atletico, e conclusasi con lo stesso Real l’anno passato in finale contro il Liverpool.

Ed è per questo che dobbiamo ringraziare l’AJAX per aver interrotto la catena di vittorie mostruosa del Real, per esser riuscita meritatamente ad eliminare la Juventus, quest’anno costruita apposta per la coppa dei campioni, per averci fatto apprezzare il bel calcio, per aver dimostrato come una squadra sfavorita (composta perlopiù da giocatori giovani e inesperti) possa comunque vincere contro le grandi del calcio mondiale esprimendo un gioco convincente e riuscendo anche a valorizzare la squadra intera senza soffermarsi sul singolo, singoli che sono riusciti comunque ad emergere più degli altri, come Ziyech, de Ligt, Neres, de Jong, van de Beek e anche Tadic esploso definitivamente quest’anno all’età di 30 anni, e la maggior parte di essi ha già ricevuto offerte da squadre di prestigio. Ed è qui che ammiro la società, perché non avendo un gran budget (paragonato alle big europee) è riuscita comunque a sfornare giovani talenti applicando una politica conservatrice e riuscendo ad imporsi nella competizione più prestigiosa di tutte, senza aver dovuto spendere milioni e milioni di euro per fare acquisti di livello mondiale.

Che ci serva da lezione, a noi serie A, al nostro calcio italiano che tanto è stato discusso negli ultimi anni per la mancanza di talenti, per non esser riusciti a qualificarci ai mondiali, perché quanto dimostrato dall’Ajax è possibile coltivare giovani di qualità, con voglia di lavorare e migliorarsi e capaci di imporsi in tutta Europa.

Grazie Ajax per l’emozioni che ci hai dato e per i valori che ci hai trasmesso; è finito un sogno, sogno che proseguirà nei cuori dei tuoi giocatori ovunque essi siano e con qualunque squadra essi giochino. Aspetterò con ansia il giorno in cui si riaffermerà il ciclo di giovani talenti che coltivi costantemente e gustarmi un po’ di puro calcio.