Lo scivolo su cui è salito Sarri a novembre quando, in piena lotta per la Premier a distanza ravvicinata da Liverpool e City, si sprecavano i titoli sulla bellezza del Sarri-ball – il gioco che aveva fatto storia a Napoli – ha fatto precipitare il Chelsea in un baratro che ora sconfina anche nella paura di un fallimento. È un cupo inverno quello che aspetta Gonzalo Higuain non appena approderà a Londra, dove la domanda per ora non è quanto il Chelsea possa rimanere vicino ai primi tre posti, ma se invece debba dare un'occhiata alle sue spalle e col quarto posto, che garantisce un posto in Champions League, in pericolo.

Questo è il verdetto di ieri del match dell’Emirates Stadium tra i padroni di casa dell’Arsenal ed i Blues di Maurizio Sarri. Infatti, la banda di Klopp è arrivata a più tredici punti, ma il problema principale dei Blues adesso è proprio l'Arsenal che ha dato lezione di calcio nella vittoria per 2-0 firmata Lacazette e Koscielny ed ha evidenziato i limiti di una squadra sempre più avulsa dal gioco che vorrebbe Sarri. D’altronde alla vigilia Unai Emery aveva avvertito che la sua squadra non potesse permettersi una sconfitta per non perdere contatto dai primi quattro posti. Il tecnico italiano, invece, nel post partita è apparso molto preoccupato per come la sua squadra non abbia mai dato l'impressione di poter vincere. Con quattro sconfitte nelle ultime nove di campionato il margine di sicurezza dalle dirette inseguitrici – Arsenal e Manchester United – si è assottigliato a soli 3 punti; il mercato è l’ultima àncora di salvezza per ritrovare le certezze di inizio stagione. La squadra ha bisogno di gol e spera che li porta in dote il nuovo attaccante argentino.

La squadra vista ieri ha palesato tutte le sue difficoltà, sembra quasi che i giocatori abbiano una crisi di rigetto verso il gioco di Sarri, faticando ad adattarsi al suo sistema. I Gunners sono partiti forte e, dopo 14 minuti, sono passati subito in vantaggio con una conclusione eccezionale di Alexandre Lacazette, mettendo la gara in discesa.
Grazie ad un gioco ben organizzato hanno contenuto quasi senza sforzo gli attacchi improvvisati del Chelsea. Ancora una volta Eden Hazard è stato schierato come centravanti, e ancora una volta il belga non è stato in grado di fare ciò che gli è stato richiesto. Sarri fa le stesse cose che faceva nell’ultima stagione a Napoli – con le quali si è guadagnato l’entrato nell’enciclopedia Treccani e la chiamata di Abramovic – non capendo però che la sua filosofia richiede un adattamento al football anglosassone. Fa giocare Hazard alla Mertens, come prima punta atipica, e fa anche cambi simili. Se a Napoli era Zielinski il dodicesimo uomo, colui che prendeva il posto di Hamsik attorno al 65’, adesso a Londra ne fa le veci Ross Barkley, che sempre attorno al 65’ sostituisce Kovacic. Anche ieri puntualmente è arrivata il cambio nel tentativo di far ripartire il Chelsea e, indubbiamente, l’entrata del centrocampista inglese ha giovato alla manovra offensiva, creando maggiori pericoli rispetto a prima. Però c’è da chiedersi perché ci abbia messo così tanto per fare questa mossa e, soprattutto, ha fatto sorgere il dubbio che sia Kovacic che Willian non sono tanto adatti nel suo sistema di gioco in partite del genere. Nessuna delle due squadre ha soddisfatto in pieno la visione del proprio allenatore, ma l'Arsenal è sembrato molto più a suo agio con quello che Emery gli sta chiedendo di fare - giocare per la maggior parte del tempo senza palla ma colpendo velocemente in contropiede e sfruttare le occasioni che si creano. Poco prima dell’intervallo il Chelsea ha subito il secondo gol da Koscielny (un rocambolesco gol di spalla su sviluppo di un calcio di punizione), in un ottimo periodo di forma, e non si è mai ripreso. Ci vorrà bel altro atteggiamento allo Stamford Bridge giovedì nella semifinale di Coppa di Lega contro il Tottenham Hotspur per ribaltare l’1-0 dell’andata, sperando di poter contare subito sul Pipita, e completare a tempo di record le carte per il trasferimento in prestito.

Un Arsenal pragmatico e ben organizzato è riuscito ad avere la meglio sul Chelsea e si è tenuto in corsa per il quarto posto dopo l’inattesa sconfitta a West Ham della scorsa settimana. Entrambe le squadre hanno cercato di costruire pazientemente da dietro; e anche se il Chelsea ha avuto molto più possesso palla dell'Arsenal (64%) ha concluso il primo tempo senza neanche un tiro verso la porta di Leno. Marcos Alonso ha colpito il palo con un colpo di testa e c'è stata una buona occasione per Pedro, ma qualunque cosa avesse dovuto raggiungere ilSarri-ball” di sicuro non è questo. Semmai, il Chelsea è stato più efficace quando David Luiz ha alzato lo sguardo e tentato il lancio lungo per innescare direttamente gli attaccanti, come aveva fatto al 18’ pescando Pedro e creando la buona occasione prima accennata. In caso contrario, non sono mai stati in grado di farsi strada attraverso il centrocampo a rombo dell'Arsenal, che pur non essendo particolarmente creativo è sicuramente robusto. Il Chelsea attuale è una squadra impegnata a passarsi la palla in ogni momento, con fraseggi corti, ed a volte neanche troppo precisi, senza trovare i corridoi giusti per lo sviluppo del gioco in verticale. Eden Hazard è troppo isolato nella sua nuova posizione di falso nove e i momenti importanti sono arrivati quando l'Arsenal ha attaccato velocemente in transizione o ha sfruttato la maggiore reattività dei giocatori sui calci da fermo. Infatti entrambe le reti dei Gunners anno avuto origine da calci piazzati.

Emblematica anche la gestione delle forze offensive di entrambe le parti. In una partita tra due dei club più potenti d'Europa, c'erano due centravanti di qualità mondiale, ma entrambi indossavano la maglia rossa e bianca. Con Alexandre Lacazette e Pierre-Emerick Aubameyang che lavorano in tandem, l'Arsenal ha avuto un paio di attaccanti che hanno fornito un livello di pericolo e dinamismo che il Chelsea, senza una prima vera prima punta, era semplicemente incapace di eguagliare. Per questo Sarri sta pressando molto Gonzalo Higuain affinché possa portare quella qualità in area di rigore che al momento manca. Sarebbe esagerato dire che questo ha fatto la differenza in una partita sempre sotto controllo per l’Arsenal, ma è stato sicuramente un fattore importante in una vittoria che ha restituito ai Gunners la necessaria positività dopo alcune settimane difficili. Con Lacazette e Aubameyang, due centravanti puri, Unai Emery aveva una forza d'attacco vecchio stile, del valore di oltre 100 milioni di sterline, giocando però un calcio molto moderno. Si sono alternati nel guizzare dietro la difesa del Chelsea, e poi hanno lavorato molto in fase di pressing sui difensori e centrocampisti avversari. Forse Eden Hazard, impiegato fuori ruolo, sarebbe stato agevolato se avesse potuto giocare da trequartista dietro a un paio di attaccanti audaci ed energici come il duo dell’Arsenal. E 'stato solo a 20 minuti dalla fine che Sarri ha ceduto, mandando Olivier Giroud nella mischia e permettendo a Hazard di addentrarsi in un territorio più familiare sulla fascia. A quel punto, però, la frittata era fatta e, dopo questa scialba performance, le critiche nei confronti del tecnico italiano, secondo cui la squadra sa giocare in un solo modo, saranno ancora più pungenti. La sostituzione di Lacazette ha segnato un cambio di mentalità per l'Arsenal che ha cercato di sigillare i tre punti – alla fine quelli che contano – fondamentali per la lotta Champions, nonostante l’ostracismo del pubblico di casa che ha manifestato tutto il dissenso al cambio con sonori fischi. Per Mesut Ozil, sempre più un corpo estraneo al progetto di Emery e con le voci di mercato che lo vogliono offerto in prestito gratuito anche in Italia, infreddolito in panchina, neanche uno scampolo di partita.

I segni di cedimento nell'ideologia della squadra arrivano anche dallo stato d'animo dell'allenatore italiano che, sotto la pressione della stampa, scarica le colpe sui giocatori definiti deboli e rammolliti, senza la necessaria forza mentale, giusto per edulcorare il concetto originale. La visione di ogni grande manager per la sua squadra ha bisogno di sopravvivere a questi desolanti momenti, quando il resto del mondo spinge per un esonero, e forse con questo in mente Maurizio Sarri ha deciso che dopo la sconfitta sarebbe andato dove solo alcuni dei suoi predecessori del Chelsea hanno osato. C'erano otto giocatori nei quattoridici usati da Sarri nel corso di 96 minuti che avevano vinto uno o più titoli della Premier League e anche sotto la seconda gestione in declino di Jose Mourinho non erano abituati a questo trattamento in pubblico. Sarri ha chiesto ad alta voce perché il suo gruppo di giocatori fosse estremamente difficile da motivare e perché non sembravano avere quella che considerava la “ferocia nella loro mentalità”. È sembrato un uomo lamentoso e mediocre, un po’ come quando disse che aveva perso lo scudetto in hotel a Firenze, piuttosto che un manager che stava valutando le qualità di una squadra che includeva N'Gole Kante, Eden Hazard, Cesar Azpilicueta e una serie di altri giocatori con una grande reputazione. Inoltre si è infastidito ed ha liquidato un po' troppo facilmente la questione della sua colpevolezza tattica. Sia Kante che Hazard erano di nuovo fuori posizione e non hanno fornito una prestazione all’altezza. Ma è lui che ha deciso di giocare in quel modo ed è l’allenatore che deve dare dei principi di gioco alla propria squadra.

Chissà se l'esposizione pubblica sul mercato di qualche giorno fa farà bene e verrà ascoltata con innesti per un salto di qualità. Il passato dice però il contrario e potrebbe trasportare Sarri, come capitò a Mourinho e Conte, al punto più basso della sua avventura londinese.