Mi pare necessario sottolineare, in questa fase critica per la squadra del Milan, il ruolo svolto. O meglio, non svolto dalla compagine societaria, un'entità impalpabile e trasparente fino a sembrare assente. Solo i recenti risultati non positivi in campionato hanno fatto "trasparire" per interposte voci, velate minacce di produrre sconvolgimenti e ribaltoni che finirebbero per vanificare tutto quanto di buono é stato fatto nel passato, riportando le cose alla linea di partenza, ossia a...zero!
Mi sembra la versione, riveduta e corretta, della gestione Yong-Li, con la differenza che il cinese aveva l'umiltà di affidarsi, a torto od a ragione che fosse, ai componenti della struttura tecnico sportiva, mentre l'amerikano, forte della sua componente burocratico - informatica, valuta e decide attraverso gli algoritmi con la consulenza del suo fedelissimo messo a vigilare ed interferire sui piani e sulle scelte della compagine tecnica, che tanto bene ha lavorato in questi anni.
Poi è il colmo galattico andare a toccare l'unico elemento di "appeal" (per dirla con l'amerikano) che riesce ad esercitare quel fascino sportivo da attrarre i giocatori talentuosi: Paolo Maldini, e con lui lo staff tecnico sportivo.

Chi non ha competenze specifiche, esperienze maturate nel tempo, abbia l'umiltà di lasciare decidere e lavorare coloro che ne sono ricchi: quando anche i risultati torneranno con essi gli utili, tali "investitori" diverranno ancora più ricchi e forse si acquieteranno, poiche é solo questo che a loro interessa... non il Milan AC!