Ieri Simone Inzaghi, raggiunto il 2-2, ha sostituito Immobile e Milinkovic Savic, con ogni probabilità perché li vedeva stanchi. In quel momento il Milan ha suonato la carica e ha chiuso la Lazio alle corde in un finale di fuoco. Il pareggio di Theo Hernandez, su corner al 92°, è stato il ruggito del Diavolo spuntato dall'Inferno per zittire tutti coloro che già intingevano il pennino nel calamaio. Quale migliore occasione per scrivere delle inclite gesta con cui l'Inter di Antonio Conte era diventata prima in classifica? E il Milan? Una squadra di oneste e volenterose scamorze, cui era andato tutto bene, ma che si sapeva avrebbero pagato dazio. Ora vediamo di intenderci. L'Inter è sicuramente forte e può benissimo vincere il campionato, ma per il primo posto dovrà attendere il 2021, quantomeno, in quanto i rossoneri si sono riservati la passerella finale nel varietà calcistico del 2020. Se possibile, com'è ovvio, il Milan cercherà di rimanere ancora in testa, ma ora ha bisogno di rifiatare e poi lavorare in tranquillità per una settimana, magari recuperando qualche altro assente illustre. Da metà settembre la squadra ha disputato 3 impegni in più, per giunta secchi e da dentro o fuori,  rispetto alle squadre che giocano le coppe. Volendo, gli impegni aggiuntivi sono stati 9 rispetto alle compagini impegnate entro gli italici confini. Insomma, non si poteva pretendere di più da questo gruppo.

Il Milan aveva pareggiato, inseguendo in entrambi i casi, contro squadre di classifica medio bassa, cioè contro il duo Parma-Genoa. Queste due squadre erano poi andate incontro a figure barbine, specialmente il Parma contro la Juventus, dando l'impressione che il Milan non ci fosse più e che il sorpasso fosse una formalità che l'Inter avrebbe sbrigato già contro il Sassuolo. Pioli è stato bravo a non regalare l'inizio delle partite al Sassuolo e alla Lazio, come era successo, invece, soprattutto contro il Parma. Anzi, il tecnico rossonero ha giocato tutte le sue carte nella parte iniziale dei match, lasciando agli avversari il compito di affannarsi nelle rimonte.  Contro il Sassuolo aggressivo della ripresa, il Milan, ha tenuto molto bene, perché c'era Stonewall Kessie, il miglior frangiflutti del campionato, e quindi l'impeto degli emiliani ha perso forza prima di arrivare all'area di rigore. Anche ieri il Diavolo ha maturato subito un doppio vantaggio, ma al posto dell'ivoriano c'era un volenteroso e quasi eroico Krunic, le cui caratteristiche da portatore di palla non sono quelle di Kessie. Rade è stato, pertanto, costretto a retrocedere al limite della propria area di rigore, facendo più che altro il difensore aggiunto. Gli aquilotti, cui Inzaghi aveva chiesto di far correre veloce la sfera e spostarsi di continuo senza palla, hanno chiuso il Milan per quasi un'ora, completando la rimonta del doppio vantaggio rossonero quando la partita entrava nell'ultima fase. Ripreso il risultato, Inzaghi ha tolto in un sol colpo Immobile e Milinkovic Savic, che avevano confezionato il secondo gol, commettendo quello che, col senno del poi, si è rivelato un errore. Ma del senno del poi, si sa, sono piene le fosse e bisogna considerare che i laziali avevano speso tante energie per non far capire nulla ai rossoneri. In tal senso, le ultime inquadrature di Immobile e Milinkovic Savic mostravano dei volti abbastanza affaticati, per cui è probabile che il loro allenatore abbia deciso di inserire forze fresche. Si è trattato di un errore, alla resa dei conti, ma non inspiegabile.
Sul 2-2, comunque, si levava il grido di guerra rossonero che scuoteva lo stadio vuoto. Il trombettiere suonava la carica e, dopo due ottime occasioni di Rebic, era Theo Hernandez che abbatteva la palizzata del fortino laziale per il 3-2 finale. Come già scritto sopra, è stato come se il Diavolo riemergesse dalle profondità dell'Inferno e ruggisse, disperdendo avvoltoi e iene pronti a cibarsi delle carni rossonere

Va fatto notare che i rossoneri non hanno solo mantenuto il primo posto con un leggero vantaggio sui cugini nerazzurri, ma hanno anche allungato il passo sul quinto posto, cosa che non va disprezzata in ottica Champions. Già la qualificazione sarebbe un bel traguardo, perché permetterebbe investimenti sul mercato.
Quanto ai singoli, abbiamo già detto di Krunic. Segnialiamo che Rebic  e Chala sono tornati al gol, mentre Leao ha sofferto l'ora di forcing laziale, con conseguente scollegamento dal resto della squadra. Romagnoli è stato molto sicuro, ma lo è stato anche Kalulu. Il ragazzo è incappato in un incidente di percorso, schiacciando leggermente il piede di Correa con conseguente rigore chiamato dal VAR. Quanto al gol di Immobile, la giocata no-look di Milinkovic Savic è stata da fuoriclasse e Immobile l'ha seguita con grande tempismo. Pochi difensori nella storia avrebbero evitato quel gol ovvero Franco Baresi e pochi altri. Donnarumma ha parato un bel rigore, anche se ha commesso l'ingenuità di girarsi per vedere se la palla, rimbalzata sul palo, fosse entrata in porta. Ne ha approfittato Luis Alberto. Hernandez, dal canto suo, è un'autentica forza della natura e Pioli le ha azzeccate proprio tutte.

Ora la mission di Pioli è far rifiatare la squadra, senza perdere la concentrazione. Il Benevento di Filippo Inzaghi, del resto, gioca bene e, contro il Milan, non avrà molto da perdere.
Buone feste a tutti !!!!!!!!!