Nonostante i prezzi stracciati dei biglietti nell’incontro di play off contro il Palermo, al glorioso Rocco di Trieste, di tifosi ve ne erano non molti. Tolto il pieno della storica curva Furlan, che porta il nome di un ragazzo  morto a causa delle violenze subite dalle forze dell’ordine dopo un derby contro l’Udinese, per il resto, poco o nulla. Trieste è una città sportiva, che pratica tanto sport, ma che non lo segue molto, si dice, si racconta. Dipende. È una città ricca, sede di importanti assicurazioni, di importanti siti industriali, sede della Fincantieri, di aziende storiche, i capitali, a Trieste, non mancano di certo. Attualmente la Triestina, nota come l’Unione, che vien fuori da due fallimenti, è stata “salvata” da un noto imprenditore australiano di origini triestine che ha delle quote anche di una  squadra di calcio australiana. Ma è evidente che per riportare la città di Trieste nelle piazze che contano, serve di più. Un gruppo di imprenditori che vogliano decidere di cogliere questa opportunità. La base c''è. Uno stadio, il Rocco, che con i giusti investimenti può diventare un gioiellino, una città strepitosa che ama il calcio, un luogo di confine che può a livello internazionale attrarre, tenendo conto che il calcio rende, e non poco. Basta vedere quello che accade proprio nella vicina e “odiata” Udine. Trent'anni di gestione famigliare, quasi trent'anni di SerieA, con alti e bassi, ma con Udine che si è consolidata in modo significativo conquistando il rispetto di tutte le altre società calcistiche.
E poi, c'è il mondo del calcio femminile, in crescita in modo esponenziale nella Venezia Giulia, la Triestina sta realizzando cose che daranno grandi soddisfazioni nel futuro neanche tanto lontano. Si investe nei giovani, ed i giovani sono il futuro. Ma è necessario avere un traino più importante. Trieste lo merita. Sarebbe un bene per il nostro calcio e per questa fetta di Paese che dallo scorso secolo sta aspettando di ritornare lì dove meriterebbe di esserci. Certo, per molti la piazza naturale sarebbe la serieB, anche se la situazione attuale rischia di spegnere ogni speranza di gloria, ma Trieste ha il diritto di sognare e di osare di più.

Sicuramente nel mondo sono in corso dei processi economici e sociali enormi, pandemia, guerre, caro vita, e quant'altro, le condizioni perfette non ci saranno mai, eppure bisogna da qualche parte iniziare. La speranza, sempre lei, immancabile, è che si possa realizzare una cordata di imprenditori, di investitori, che possano credere possibile il ritorno di Trieste nella massima Serie. Sarebbe un bel goal per il calcio italiano.
Che si aspetta a farlo?