La sensazione ad inizio stagione era delle più negative. All'indomani dell'addio di Arsene Wenger, capace di mettere in bacheca diciassette trofei in ventidue anni, le speranze Gunners confidavano in Unay Emery. Un curriculum ottimale, in cui spiccano di certo le tre Europa League del periodo sevviliano ed i successi francesi alla guida del PSG, ed una giovane età assicuravano una buon biglietto da visita al tecnico spagnolo. Un carico di responsabiltà importante, soprattutto se pensi di contenderti il campionato più affascinante degli ultimi anni.

Con fermezza, intelligenza e caparbia, l'Arsenal di Emery ha ritrovato la quadra dopo i duri ko incassati contro Chelsea e Manchster City nelle primissime giornate, riscoprendo anzitutto un Aubameyang spacca porte ed un Lacazette sempre più amalgamato alla sua idea di calcio. Il gabonese si è infatti preso i meriti maggiori nel North London Derby, vinto dai suoi contro il Tottenham di Pochettino per 4-2. Una doppietta lo manda infatti al comando della classifica marcatori con 10 marcature, davanti ai vari Kane, Aguero, Sterling ed Hazard. Un gol ritrovato anche da Lacazette dopo quasi due mesi, che dalle parti dell'Emirates sembrava soltanto un lontano parente di quell'esaltante e dinamico attaccante di cui tanto si parlava a Lione. Il centrocampo è tornato a battere i pugni, con un granitico Xhaka ed un geniale Torreira, capace di timbrare la sua prima marcatura inglese in un momento chiave.

Fattori determinanti per il secondo miglior attacco d'Inghilterra, entrato in piena zona Champions League con 30 punti, soltanto uno in meno del Chelsea. E forse proprio adesso City e Liverpool non sembrano poi così irraggiungibili, per un team che con un derby in più sulle spalle ed un primato quasi consolidato nel girone E d'Europa League può di certo tornare a sognare in grande, specialmente con un energico allenatore iberico che si è conquistato a suon di risultati e vittorie il soprannome di Re di Coppe.