IL RE E' TORNATO! 

Sono passati dieci anni dal suo primo arrivo al Milan. Il 29 agosto 2010 Ibra sbarcò a San Siro, accompagnato da Adriano Galliani, ed il suo arrivo fu sinonimo di vittoria. Disse che il Milan gli aveva restituito quel sorriso che aveva perso in quel di Barcellona che ritrovò, invece, in maglia rossonera. La sua casa, quella casa che non avrebbe mai abbandonato per andare al Paris St Germain, e che ha potuto riabbracciare a gennaio, quando il Milan decise di beneficiare dei suoi servigi. Dopo sei mesi dove ha dato tanto alla squadra e ai compagni e dove ha fatto ricredere la proprietà dell'utilità di averlo in squadra, dopo una lunga attesa, sabato notte alle 23.30, il Re è sbarcato a Linate! Ed aveva quel sorriso di dieci anni fa e la consapevolezza di essere idolatrato dai tifosi rossoneri. Ha firmato un contratto da 7 milioni fino al 2021 e la sua presenza per la stagione che andrà ad iniziare non è mai stata in dubbio. Nonostante l'età il giocatore viene considerato dalla società l'unico in grado di garantire quell'esperienza, e quella leadership che, in questa stagione, ha portato anche a 11 gol in 20 presenze.

Se il Milan di Rangnick avrebbe fatto a meno di lui (le interviste postume del Professore tedesco mettono in luce e confermano che non ci sarebbe stato posto per Ibra nel Milan dei giovani che Ralf avrebbe voluto valorizzare), il Milan italiano, quello di Pioli, Maldini e Massara aveva messo al primo posto la conferma dello svedese. Ed Ibra alla fine è arrivato. Si è fatto attendere secondo un copione già scritto, chiedendo di essere pagato come merita, o come ritiene, in virtù del suo carisma e dalla necessità di continuare nello stesso percorso. Sabato, finalmente, ha concesso le prime dichiarazioni ufficiali, dopo che nei giorni precedenti, nel suo silenzio assordante, aveva manifestato solo alcuni indizi social, e dove il palcoscenico era stato concesso al fidato Mino, che ha continuato a portare avanti la trattativa in nome e per conto del suo assistito. E siccome Raiola sa far bene il suo lavoro e sa chiedere il massimo per coloro che si rivolgono a lui, nella sua poca simpatia che traspare, anche stavolta ha apparecchiato bene la tavola, affinché tutto fosse sistemato nei minimi particolari (la trattativa per Ibrahimovic è la premessa di come saranno indirizzate le prossime trattative, tra il manager ed il Milan, per i rinnovi di Gigio e di Romagnoli).

Tornando a Ibra, ieri è tornato a casa. Il Re è tornato a casa. Felice e soddisfatto di essere il faro di un Milan che deve crescere e ottenere risultati migliori degli ultimi anni. Faro sì, mascotte no. Perchè non è venuto a svernare con uno stipendio ritenuto eccessivo per molti. E' venuto con la consapevolezza di aiutare la società e riportarla dove merita, ovvero nei primi quattro posti della classifica con relativa qualificazione in Champions League. E stavolta dall'inizio e non quando la stagione era già stata rovinata da una prima parte di campionato non all'altezza. Per farlo il Re chiederà il massimo impegno di tutti, dalla società ai compagni di squadra, e questo è sempre stato l'unico modo che conosce per poter ottenere i risultati e per ottenere il massimo anche da se stesso. In questo momento ha portato quell'entusiasmo che è il principale ingrediente per iniziare la stagione. E alcuni tifosi, nonostante l'ora e la necessità di non fare assembramenti, sabato si sono presentati a Linate per riceverlo ed accoglierlo come lui ama.

Il ritorno di Ibra, infatti, è garanzia per i tifosi non solo per l'impegno che lo svedese mertterà in campo, ma soprattutto di come la società vorrà fare bene. Quella garanzia che chiederà lui stesso affinchè venga costruita una squadra all'altezza dei suoi desideri. Una squadra che venga rinforzata per raggiungere i traguardi prefissati. La proprietà quest'anno vorrebbe entrare in Champions e non ritrovarsi a vivere una stagione anonima che sarebbe controproducente sia sul piano tecnico che in quello economico. Entrare in Champions darebbe stabilità e ridarebbe smalto e vigore ad una società che manca dalla competizione europea più importante da molto tempo. Ecco perchè il ritorno del Re non sarà il solo movimento in entrata per quanto riguarda i giocatori che vestiranno la maglia rossonera. Il quasi accordo con Brahim Diaz (che sostituirà Bonaventura) e con Bakayoko (ritorno gradito dallo stesso giocatore) potrebbe non essere i soli movimenti a centrocampo. Le titubanze, o il cambio di programma dell'Inter verso Tonali, potrebbero regalare una gradita sorpresa ed un investimento importante su un giovane che fare bene e che potrebbe arricchire il reparto. Acquisti che non si fermeranno solo al centrocampo, ma che potrebbero riguardare anche la difesa, perchè come dice Pioli occorreranno 18 giocatori titolari vista la stagione impegnativa che li attende. E serviranno forti per alzare il livello della squadra.

Tanti innesti che rinforzeranno la squadra e che permetteranno ad Ibra di ritrovarsi con compagni di qualità per accrescere il tasso tecnico del Milan. Una squadra che sta facendo operazioni maggiormente a centrocampo e casomai nel reparto difensivo, perchè là davanti ci sarà il suo Totem a fermare l'età che avanza e a fornire iniezioni di fiducia ai suoi compagni, guidandoli in campo come fa un Re. Un Re che si sente una divinità e che quest'anno tornerà alle origini riprendendo la maglia numero 11 che lo aveva accompagnato nei primi due anni milanesi (anche se la speranza era vederlo con la nove che da tanti anni aspetta un padrone degno di quel numero), quelli di un Milan diverso e vincente. Quelli di un Milan lontano anni luce da quello attuale, ma che deve ritornare il prima possibile a recitare un ruolo da protagonista. Per farlo si è affidato di nuovo a quello svedese, che non è più un giovanotto, che ha comunque conservato lo spirito dei primi anni trascorsi con la maglia rossonera. Ibra torna a casa, come dice lui, una casa che lo fa stare bene e che comunque lo accontenta sia sul piano economico e ora anche sul piano tecnico. Perchè Ibra al Milan si sente veramente a casa ed il Milan è casa sua. Tanto è vero che durante la trattativa non ci sono mai stati diktat o ultimatum, ma in silenzio la società ha sempre tenuto i fili del discorso e non li ha mai fatti intrecciare. Ha fatto parlare i fatti, e i fatti dimostrano che tra il Milan e lo svedese c'è unità d'intenti. 

Tra i loro discorsi, probabilmente, non si è parlato solo dell'aspetto monetario ma anche di un progetto di rinforzamento che possa migliorare i risultati delle stagioni precedenti. Certo, pensare che Ibra sia la panacea di tutti i mali sarebbe un errore madornale. Così come sarebbe un errore pensare che lo svedese sia il futuro di questa società. E' un presente, un bel presente che, grazie alle sue doti, può far ripartire la "macchina Milan" che è ferma da molto tempo. La genesi perfetta per scrivere un libro nuovo che dovrà, di anno in anno, raccontare successi e pagine sportive degne di nota. E per farlo si riparte dal 39enne Ibra, il Benjamin Button del Milan, che dovrà caricarsi sulle spalle il peso dell'attacco e sarà il collante tra i giovani e il resto della squadra.

Perchè il Re è tornato e non vuole essere uno spettatore di questo campionato che sta per ricominciare. Vuole recitare la parte del protagonista, la guida per raggiungere la meta agognata. E per farlo sarà ancora più cattivo e ancora più voglioso di spronare tutti dal momento in cui metterà piede a Milanello. Il Milan lo ha aspettato per tanti giorni e continuerà ad aspettarlo in attesa del tampone che dovrà dire se potrà iniziare la preparazione insieme ai compagni. Per questo ha spostato l'allenamento dalla mattina al pomeriggio di lunedì perchè spera di averlo in campo e magari pronto per la sfida di sabato prossimo, la partita dei ricordi contro il Monza di Berlusconi e Galliani. Con quest'ultimo che ha conservato un ottimo rapporto con Zlatan e che fece di tutto per portare il campione svedese nella fila rossonere.

Tutto scorre velocemente e lunedì, oltre ad essere il giorno ipotetico della firma sul contratto e del primo allenamento, sarà anche il tempo di sapere chi sarà il primo avversario del Milan nei preliminari di Europa League. Incontrando magari quell'Hammarby di cui Ibra è socio e che per molti sarebbe stata la squadra del suo addio al calcio giocato. Invece, il Re è a Milano. Pronto ad indossare la corona. E per farlo avrebbe voluto al suo fianco anche i tifosi perchè sono la sua linfa vitale per fare bene e sempre meglio. Per sentirsi osannato e regalare loro le emozioni che meritano. Nel frattempo che aspettiamo il suo ennesimo esordio con la maglia del Milan, ci accontentiamo del suo "Forza Milan sempre", perchè Ibra sarà sempre il Re di Milano!