In data 29 gennaio 2018 si dovrebbero tenere le elezioni del nuovo presidente della FIGC ma in tutti i tre candidati, oltre che non avere sicuramente la maggioranza per poter gestire una "rivoluzione" calcistica italiana, non si intravede nemmeno il carisma ed il potere di influenzare i media come i grandi del passato hanno saputo fare. Sarà dunque una seduta vana a meno che, da tale seduta non esca il nome che metterebbe tutti d'accordo, Adriano Galliani.

Dopo le discutibili gestioni negli ultimi anni della società rossonera, adesso il buon Condor è rilegato ad impieghi extra-calcistici grazie a quel Silvio Berlusconi che da anni ne apprezza le qualità manageriali.

Discutibili o meno le ultime gestioni, Galliani ha dimostrato negli anni, competenze tecniche, calcistiche e gestionali come pochi nel mondo del calcio, senza contare che la sua figura di uomo vincente e conosciuto in tutto il mondo, ne farebbe uno spot di rinnovato potere all'interno della FIGC che, purtroppo negli ultimi anni, causa un sistema di percentuali di votazione quantomeno discutibili, è andato perduto (vedasi il "simpatico" siparietto della nomina a C.T. di Ventura in cui Tavecchio ha attribuito le colpe ad un Lippi privo di cariche ufficiali... quando in realtà è lo stesso Tavecchio che ha il DOVERE di nominare lui stesso l'allenatore della Nazionale, non altre presunte figure).

Galliani come segno di potere e rispetto all'interno del campo che più gli appartiene, il calcio e non l'edilizia.