Il risultato e l'etica sportiva.

Riflessioni e/o cazzeggio?

  • Invictasauro-Marina 27-0

Risultato eclatante. Pazzesco. Fuori dimensione. Per l'etica sportiva, giusto? No? Sbagliato?

Da questo risultato, esaltante per la sua squadra, il presidente Paolo Brogelli matura la decisione di esonerare il suo amico allenatore Massimiliano Riccini, con la motivazione che prima delle vittorie venga ricercata l'etica sportiva e che i giovani, perché di partita di tornei giovanili si tratta, vanno educati a quello.
Azione amara per l'allenatore ma, ad una prima valutazione, condivisibile dai più.

Sinceramente, non per voler fare il bastian contrario, cosa di cui mi frega l'assoluto nulla, io non ho condiviso altro che le buone intenzioni che, però, vengono tradite, seppure in buona fede, proprio da questo gesto del presidente. A mio vedere, ovviamente.

Etica sportiva vuole dire non infierire su chi è palesemente in difficoltà in un confronto a cui partecipa volontariamente?

Ma un confronto non dovrebbe rendere proprio la reale misura di chi si mette in gioco? Se, come ho sentito spesso, al 4-0 ci si dovrebbe limitare al controllo della partita (parliamo di calcio), che senso avrebbe la partita stessa? Perché non si è introdotto il ko tecnico anche nel calcio, anziché, invece, compilare le classifiche premiando chi ha una migliore differenza reti?

Perché non si assegnano 4 punti, anziché 3, a chi è capace di portare al a casa una vittoria con la minima differenza reti, come premio di sportività?

Spostandoci su altri campi: se io mi fossi confrontato con il grande Pietro Mennea lui avrebbe dovuto limitare la sua falcata per non umiliarmi, rinunciando a battere un possibile record e vincendo magari un premio per una falsa e un po' ipocrita sportività?

Perché il confronto deve per forza essere vissuto come umiliante se la sconfitta è troppo marcata da un risultato che rispecchia, al momento, le reali forze in campo?

È eticamente più giusto che io mi confronti con le mie reali capacità atletiche o che mi senta (falsamente) “quasi” simile ad un Mennea che si misurasse con me limitando al minimo le sue potenzialità?

Così, sto qui a pensare che il buon Massimiliano Riccini bene ha fatto a non limitare i suoi e che una sonora sconfitta aiuti gli avversari ad una consapevolezza che li porti a meglio attrezzarsi o a meno amareggiarsi.

Che senso ha il confronto se posso tollerare non la reale portata dell'esito ma solo un esito parzialmente negativo? Come faccio a migliorarmi se non mi viene consegnata, da un confronto, la reale mia dimensione sportiva?

E' una logica sbagliata e che porta, ad esempio, a che un tunnel o un sombrero possano essere tollerate solo tra compagni in allenamento ma mai in partita, meritando, in caso contrario, un buon calcione dato al temerario virtuoso mentre scrosciano gli applausi degli spettatori, per insegnargli il rispetto di bla bla bla...

***

  • Italia-Armenia 9-1

Speriamo che la Federazione Italiana Giuoco Calcio, in questa logica, non decida di esonerare il buon Mancini, tanto poco sportivo da mostrare un sorriso a tutto denti, anche quando è entrato il nono goal per la nostra amata Nazionale, anziché mostrare una faccia dovutamente costernata per la poca sportività dei suoi ragazzi, e, rivalutando il lavoro dello sfortunato e eticamente sportivissimo Gian Piero Ventura, richiami il suo predecessore e la sportivissima squadra che lasciò cortesemente strada alla Svezia per l'ultimo mondiale.

***

  • Hellas Verona – Brescia 2-1

Risultato impeccabile stando ai criteri di sportività esposti prima. Non si capisce perché, per qualche coro palesemente razzista, si sia messo in secondo piano un risultato che dal punto di vista dell'etica sportiva e del rispetto verso gli avversari è quasi il massimo.

Probabilmente è in questa logica che sia il presidente Maurizio Setti e l'allenatore Ivan Juric hanno voluto minimizzare dichiarando che i cori razzisti, se davvero vi erano stati, non erano udibili dalle loro posizioni. Una medaglia alla sportività andrebbe loro assegnata... ovviamente dopo un controllo ad una sede Amplifon, per essere sicuri che di sportività si tratta e non di un reale problema di udito.