Dispiace constatare come molti dei miei "fratelli di tifo" si siano totalmente scordati da dove sia ripartita questa Proprietà e questa Squadra. Il "progetto Milan" era il più classico dei programmi a lunga gettata, una specialità di molti Governi susseguitisi in Italia. Quelli  famosi, accompagnati spesso dalla frase "lacrime e sudore". Basato sulla riduzione di spese e monte ingaggi e della affascinante costruzione del nuovo stadio, che logicamente non porta punti in classifica, ma comodità e tanti soldi nelle casse, che saranno sempre l'interesse primario. Quindi, lacrime per i tifosi e sudore per i giocatore. Questo era il punto di partenza e i ragazzi che attualmente vestono la "casacca rossonera", un percorso innovativo, nella ricerca di costruire "campioni", spendendo quindi meno che in passato e di altre Squadre che ambiscono a vincere lo scudetto, nella speranza di riuscire ugualmente a raggiungere risultati degni del nome che si porta, in attesa di essere venduti, "al mercato", non più dei mecenati, ma dei nuovi "cercatori d'oro". 

Questo era il punto di partenza, comprare Salamandra e non Chiesa, per fare un esempio, ridurre la rosa rendendola anche più funzionale, ma affidandosi a prestiti o a promesse sconosciute, che poi in era moderna con osservatori sparpagliati in tutti i continenti equivale a ragazzi di seconda o terze fascia. Per capirci non da Real, Barcellona. Manchester, Bayer, Borussia, Porto, PSG e via discorrendo. Una scelta, può piacere oppure no, ma che è stata chiara. Può ugualmente portare alla vittoria o ad ottenere ottimi risultati e ciò è stato ampiamente dimostrato dalla cavalcata del Milan in questi dodici mesi, ma poteva anche rilevarsi un fallimento sportivo, parziale o totale, cosa irrilevante per chi da priorità al bilancio e non certo alla classifica. 

Che poi questo progetto abbia preso una forma più che soddisfacente, abbinando l'utile al dilettevole è sotto i nostri occhi. Il merito va diviso fra molti, che evito di citare, ma anche di fattori esterni, la sosta del campionato, il Covid e un ridimensionamento ora avviato alla globalizzazione che ha aiutato a ridurre il gap con altre formazioni. Una serie di risultati utili, talmente lunga e bella, da riempirci gli occhi di gioia, al punto di accecarci e moderni Icaro, volare troppo in alto, consegnando le nostre ali, fatte di cera, al calore del sole, con conseguente caduta.
Abbiamo volato troppo in alto? Rischiamo di farci troppo male? La risposta è celata nei nostri cuori e nelle nostre aspettative. Chi avesse ascoltato le parole di Gazidis e Maldini, ad inizio stagione, sa benissimo che l'obiettivo fissato era migliorare il piazzamento dello scorso anno, sesto, e i punti realizzati, 66, possibilmente arrivando fra le prime quattro, cosa non semplice visto le contendenti. Juventus, Inter, Lazio e Atalanta, qualificatasi lo scorso anno alla Champions, oltre a Napoli e Roma, con organici di tutto rispetto. Se i risultati ottenuti fra fine dello scorso campionato e il girone di andata di questo campionato facessero parte di un'unica stagione, il Milan avrebbe facilmente vinto lo SCUDETTO, ma purtroppo non è così. 

La squadra si è trovata a correre una Maratona, affrontandola a velocità troppo sostenuta. Bisognava raggiungere la qualificazione all'Europa League, nel tentativo di salvare Pioli e Maldini e il rinnovo di Ibra (cose concretizzatesi). Bisognava giocare i preliminari di Europa League e qualificarsi, fatto. Bisognava cavalcare il momento, tenere vivo ciò che sembrava impossibile. Si è arrivati alle festività natalizie che i nostri occhi brillavano come le luci sull'albero. Nonostante le molte assenze e un'emergenza sempre costante, PRIMI in classifica e PRIMI nel girone di Europa League. Esibendo calcio, segnando almeno due gol a partita, mettendo in mostra giocatori "normali", funzionali ed efficienti. Ciò non era frutto del caso, dell'improvvisazione o di qualche magia fatta svanire dalla mamma di Lukaku, ma da lavoro e sudore. Nessun velocista affronta la maratona, così come nessun maratoneta può correre, per vincere, su distanze brevi. Questo è successo al Milan, poichè complici i troppi infortuni, non c'è stata la possibilità di far ruotare i giocatori.

Serve ritrovare forma fisica e spensieratezze. I risultati torneranno, non si cancella tutto ciò che è stato assimilato con tanto lavoro e fatica. E' solo un brutto momento, se poi volete evidenziare che se puoi giocare con Perisic e tenere Vidal in panchina è più facile vincere che schierando Salamandra e avendo Krunic come prima sostituzione, questo apre ad altre discussioni, ma si allontana totalmente dal progetto "lacrime e sudore". Personalmente sono fiducioso, arriveremo fra le prime quattro e se non succedesse ne sarei addolorato, ma ugualmente contento di questo splendido periodo dove ho nuovamente vissuto emozioni smarrite da troppo tempo.
FORZA MILAN