Sembrava la classica favola dove tutti vissero felici e contenti, ma stavolta non è andata proprio così. Il “Principino” Claudio Marchisio, dopo 25 anni in bianconero, lascia la Juventus. Stamattina è volato verso San Pietroburgo, per raggiungere i nuovi compagni dello zenit. Stiamo parlando di una bandiera, forse l’ultima bandiera del nostro campionato. Un addio che per quanto ormai annunciato, visti i numeri di Marchisio nell’ultima stagione, fa sempre scalpore.

Come detto stiamo parlando di una bandiera, una vita spesa in bianconero, ma anche di un calciatore validissimo nel suo ruolo che, oggi più che mai, servirebbe recuperare anche in chiave nazionale, visto la moria di talento a centrocampo da qualche anno a questa parte.

Marchisio muove i primi passi nei pulcini della Juventus, facendo tutta la trafila delle giovanili in bianconero, passando poi in prima squadra e restandoci fino a qualche mese fa, iniziando la sua ascesa in prima squadra in quello che fu l’anno horribilis per eccellenza della Juventus ( l’anno in serie b), eccezion fatta per la parentesi di una stagione, quando ancora ventenne fu mandato a farsi le ossa a Empoli, ma proprio a Empoli fu chiaro, una volta di più, di che pasta fosse fatto il giovane Marchisio, facendo un’ottima stagione in serie a con i toscani, per poi essere subito richiamato in bianconero da dove non si muoverà più.

 Con la Juventus gli inizi sono anni difficili, non sul piano personale, perché Marchisio da sempre il suo contributo e risulta sempre tra i migliori quando gioca, ma i primi anni di Marchisio in bianconero, sono tra gli anni più bui della storia Juventus, che dalle macerie di calciopoli, stenta a ripartire e a tornare ai vertici del calcio che conta.

Il tutto fino al 2011, quando in estate, la squadra viene affidata ad Antonio Conte, il quale dopo una lunga ed entusiasmante cavalcata, vede chiudere la Juventus vincitrice dello scudetto ed imbattuta per tutto il campionato. Ovviamente il buon Marchisio risulterà, come sempre dopo il suo approdo alla prima squadra, tra i migliori per presenze e rendimento. Da allora ad oggi la Juventus ha vinto ininterrottamente in Italia, e si è inserita anche tra le migliori d’Europa, con due finali di champions( entrambe perse), il tutto con Marchisio sempre più presente e leader in campo, fino a quel maledetto aprile 2016, quando in una partita che non aveva più niente da dire( la Juventus vinceva 4-0 sul Palermo), sul finire della gara, si rompe il legamento crociato. Da allora comincia la seconda vita bianconera di Marchisio, dove diversi mesi dopo l’infortunio, torna in gruppo, ma non riesce più a tornare ai suoi livelli, sia perché il ginocchio infortunato, sembra dare sempre qualche fastidio, non riesce più a giocare due partite di fila e pian piano viene relegato ad ultima scelta, infatti il suo minutaggio negli ultimi mesi, risulterà quasi nullo.

Come detto all’inizio, Marchisio, oltre che un buon giocatore, è una bandiera, forse l’ultima che abbiamo nel calcio italiano, visto che il dio denaro sta togliendo ogni sentimento in questo sport. A mio modo di vedere, la Juventus ha sbagliato a privarsi di Marchisio, perché specie nell’anno in cui è partito anche Buffon, altra bandiera e leader della squadra, a maggior ragione serviva una figura come Marchisio, perché anche se in campo il rendimento non è più quello dei tempi migliori, ma il suo peso nello spogliatoio penso che sarebbe sempre servito, nessuno meglio di chi c’è nato(calcisticamente) può inculcare a chi arriva, specie se giovane, cosa sia la Juventus e cosa vuol dire giocarci. Questo è un estratto del Marchisio pensiero quando, poco più che ventenne, si affacciava alla prima squadra:

«La Juventus è il massimo. È sempre stato il mio sogno. Si parla di bandiere che non ci sono più, di calcio globale che cambia, di valori che si sarebbero persi. Io ho solo in mente di fare il numero più alto di presenze con questa maglia. Sarebbe il massimo per me: diventare una bandiera della Juve. Vorrei poter non andare più via.»

La sua favola l’ha vissuta, ed è stato anche ad un passo dal lieto fine. Del resto si sa che la Juventus e gli addii hanno un rapporto conflittuale, ma quanto meno la vecchia signora, anche se la nuova stagione era già iniziata, quanto meno un giro di campo al suo principino poteva concederlo, affinchè si prendesse il saluto da suo stadio, per come Marchisio, ma anche gli stessi tifosi avrebbero meritato. Il Principino non è diventato Re… ma comunque bravo lo stesso Claudio!