I primi mondiali di calcio disputati in Uruguay nel 1930 hanno rappresentato, per svariate ragioni, l’inizio di un’epopea che per tutti coloro che amano il calcio ha man mano assunto i connotati di una sublimazione tra lo sport e il trasporto popolare, spesse volte declinato addirittura in epica romantica.
Nonostante il boicottaggio della quasi totalità delle nazioni europee l’evento godette del dovuto prestigio e i cronisti sportivi dell’epoca fecero complessivamente un ottimo lavoro, nonostante le tecniche e i mezzi a disposizione fossero ancora relativamente primitivi.
La mole di dati che è arrivata fino a noi comprende i tabellini delle gare con tanto di arbitri, la cronaca degli episodi più significativi e perfino – con l’ovvia approssimazione del caso visti i controlli non certo ferrei dell’epoca – il numero degli spettatori delle varie partite disputate.
Inevitabilmente, lo scorrere del tempo ha però inciso su alcune informazioni che l’ancor basso livello di evoluzione cronistica e le distorsioni narrative delle tante persone chiamate in causa hanno reso di sempre più difficile reperibilità.

Succede così che a oggi vi siano delle fonti discordanti su un quesito elementare come: “chi è stato il portiere ad aver parato per la prima volta un rigore nei campionati del mondo di calcio?”.
Partiamo da una certezza: colui che parò per primo un calcio di rigore ai mondiali fu uno dei due portieri che disputarono la gara inaugurale della rassegna. A sfidarsi, nella circostanza, furono Francia e Messico, con i transalpini che prevalsero sui centroamericani con il risultato di 4-1; tuttavia, non fu questa la gara interessata dall’evento in questione.
Gli estremi difensori impegnati in quella gara furono Thepot per i francesi e Bonfiglio per i messicani, con il primo che – uscito coraggiosamente sui piedi di Mejia al minuto 26 – non poté portare a termine la contesa e venne sostituito dal difensore Chantrel.
Thepot sarebbe stato tuttavia in grado di tornare a disposizione in occasione delle sfide successive, mentre Bonfiglio sarebbe stato sostituito da Sota nella seconda gara per poi ritrovare il proprio posto tra i pali nel match contro l’Argentina. Entrambe le partite sarebbero state disputate nello stesso pomeriggio che sarebbe poi passato alla storia come la tarde de los penales, cioè “la sera dei rigori”.

Il pubblico che in quel giorno si trovava al nuovissimo stadio Centenario di Montevideo vide effettivamente concedere in tutto cinque rigori, ma mentre alcune versioni vogliono il primo rigore fischiato contro la Francia e respinto da Thepot e gli altri quattro tutti ordinati da un “disinvolto” Ulises Saucedo in Argentina-Messico, altre – meno accreditate – ritengono che tutte e cinque le massime punizioni fossero state stabilite da quest’ultimo (che, oltre che arbitro, era anche il C.T. della nazionale boliviana) nella gara tra le due rappresentative di lingua ispanica.

Un’accurata revisione delle fonti effettuata nel tempo avrebbe stabilito che la versione corretta sia quella che assegna ad Alex Thepot il primo rigore parato nella storia dei Mondiali, con il francese abile a respingere il tiro (non dal dischetto, visto che ancora non era stato inventato) del cileno Carlos Vidal. La prodezza, sfortunatamente per il portiere che nella vita quotidiana svolgeva mansioni di doganiere, non regalò punti alla Francia che fu comunque sconfitta dai sudamericani grazie al gol di Subiabre al 64’.
Se il rigore parato da Thepot viene considerato come la nota storica rilevante di quel pomeriggio, la vera curiosità è stata però rappresentata da Argentina-Messico giocata subito dopo. Fu un’autentica sagra del gol, come mostra il risultato finale di 6-3 in favore della nazionale Albiceleste.

Si è accennato poco sopra alla visione del calcio abbastanza singolare da parte dell’arbitro Ulises Saucedo, riconosciuta anche da Federico Buffa nella puntata di Storie Mondiali dedicata alla rassegna uruguagia del 1930.
Durante la trasmissione, pur non venendo menzionata la storica parata di Thepot, viene confermato che i rigori calciati durante i novanta minuti di quell’Argentina-Messico furono quattro, di cui solo uno trasformato (dal messicano Manuel Rosas, questo sì inconfutabilmente il primo nella storia dei Mondiali) in virtù della maggior lunghezza che separava il punto di battuta dalla linea di porta.

Come detto, il dischetto del rigore ancora non esisteva e il punto da cui calciare il penalty veniva calcolato in base al numero dei passi fatti dall’arbitro. Saucedo aveva evidentemente un passo molto lungo, visto che i rigori furono calciati da almeno 14 metri piuttosto che da 11, il che rendeva conseguentemente più difficile la trasformazione degli stessi.
Il fatto che ci siano stati così tanti rigori non segnati ha evidentemente indotto storiografi e appassionati a fare confusione quel giorno, al punto che tante fonti vennero “inquinate” nel corso dei decenni attribuendo il primo rigore parato in quel mondiale (e quindi in assoluto) a Bonfiglio piuttosto che a Thepot. In tal senso, rappresenta un documento molto interessante una lettera trasmessa dal giornalista argentino Oreste Bomben alla redazione del Guerin Sportivo. Tale missiva fu pubblicata nel numero 16 dell’aprile del 1990, quando alla direzione del giornale c’era Marino Bartoletti.

La lettera di Bomben riporta alcune interessanti note di colore come la curiosa dinamica che portò all’assegnazione del primo calcio di rigore agli argentini da parte di Saucedo: il boliviano decretò la massima punizione in seguito a quello che oggi verrebbe definito il classico “fallo di confusione”, cioè una situazione di gioco scarsamente chiara senza che vi sia la reale evidenza di un’irregolarità. Le cronache raccontano che l’argentino Paternoster riconobbe l’inopportunità di quel fischio e, cavallerescamente, calciò il rigore in maniera fiacca di proposito in modo che Bonfiglio potesse pararlo agevolmente.

Nel suo scritto, Bomben riferisce di un colloquio con il giornalista uruguaiano Diego Lucero, pseudonimo di Luis Sciutto. Nato nel 1901, Lucero ha rappresentato un vero e proprio monumento nella storia dei mondiali avendo avuto modo di seguire attivamente tutte le edizioni disputatesi dal 1930 al 1994, anno che precedette la sua morte.
Nella circostanza, il giornalista uruguagio – dotato di grande lucidità e memoria nonostante al tempo avesse già 89 anni – oltre a contribuire a gettare ulteriore luce sulla vicenda, snocciolò anche una serie di curiosi aneddoti legati ai protagonisti di quegli irripetibili giorni a tinte iridate.
La sua testimonianza è importante innanzitutto nell’ottica di chiarire il “giallo” relativo al primo rigore parato. Lucero racconta infatti che Anibal “Pollo” Tejada, l’arbitro di Cile-Francia che era uruguaiano come lui, si sarebbe vantato negli anni a venire di essere stato il primo arbitro ad aver mai fischiato un rigore ai mondiali.

Relativamente a Bonfiglio, Bomben – tramite un altro racconto fattogli dal giornalista uruguagio – solleva addirittura il dubbio che quello che parò a Paternoster fosse effettivamente un calcio di rigore. Lucero gli narrò che trovatosi tanti anni dopo al cospetto di Bonfiglio, militare di carriera che arrivò a divenire generale dell’esercito, trovò i suoi vecchi amici a punzecchiarlo dicendogli che il rigore di Paternoster fosse l’unico tiro che avesse sentito in tutta la sua vita sotto le armi.

Al di là di questo inciso, tuttavia, Bomben riporta anche i pareri dello storiografo peruviano Luis Garro, che parlò in maniera abbastanza risoluta di calcio di rigore e quello del messicano René Gardenas Barrio, che voleva che quello calciato da Paternoster non fosse un rigore, ma un calcio di punizione che l’argentino tirò nella speranza di colpire qualche avversario in modo da vedersi convalidato il gol.
A incrementare ulteriormente i già tanti dubbi vi è inoltre la testimonianza diretta di Bonfiglio, riportata dal blog shotsport.it. 
Interpellato a riguardo, il portiere messicano dichiarò quanto segue: "Dopo la sconfitta per 4-1 con la Francia, i giornali messicani scrissero che eravamo male alimentati, a dire la verità io stesso non avevo il fisico del portiere, alto 1 e 74, cicciottello. Mi tennero fuori per la seconda partita, al mio posto contro il Cile giocò Isidoro Sota, ma alla terza c’ero. Contro l’Argentina. Eravamo già sotto per 3-0 quando l’arbitro fischiò per loro un calcio di rigore. L’arbitro, poi. In realtà, a quei Mondiali non ce n’erano a sufficienza, il fischietto lo diedero al ct della Bolivia, Ulises Saucedo.
Minuto 23. Fu allora che ricordai le parole di mio padre, sulla patria che puoi servire in quei due modi. Fernando Paternoster sistemò il pallone a undici metri da me e quando prese la rincorsa io servii il Messico. Stesi una mano e parai il rigore. Il primo nella storia dei Mondiali".

La contaminazione delle fonti comportata da tante differenti versioni storiche colpì addirittura il Clarìn, storico rotocalco argentino che in un quiz del tempo, alla fatidica domanda su chi fosse il primo portiere ad aver parato un rigore ai mondiali, restrinse la scelta a Ballestrero (Uruguay), Botasso (Argentina) e appunto Bonfiglio (Messico), escludendo Thepot. Bomben avrebbe poi fatto notare l’errore, inducendo la testata a invalidare il concorso.
Nonostante la lettera di Bomben al Guerino risalga a trent’anni fa, persiste ancora l’esistenza in Rete di fonti che non riportano della prodezza di Thepot e vorrebbero Bonfiglio come autore del primo rigore parato della storia dei mondiali. In tal senso è abbastanza clamorosa la discordanza tra la Wikipedia italiana (che cita come fonte un documento archiviato del sito indiatimes.com risalente al 2006), che prende per corretta la versione che vuole Bonfiglio come autore della fatidica parata, e quella inglese che, rifacendosi a un link di una testata indipendente, avvalora invece la tesi che ritiene Thepot come il primo portiere ad aver compiuto lo storico gesto.

Come se tanta incertezza non bastasse, a incrementare ulteriormente il tasso di confusione ci si mette anche la Wiki in lingua spagnola, che si allinea involontariamente con quella italiana attribuendo a Bonfiglio la paternità del primo rigore parato, citando come fonte nella pagina a lui dedicata un articolo datato 2015 del portale d’informazione eslocotidiano.com.
Al di là di ogni possibile speculazione in proposito, è verosimile che gli stessi presenti allo stadio Centenario di quel pomeriggio non avrebbero mai saputo con certezza se quei tiri fossero dei calci di rigore troppo lontani dalla porta o dei calci di punizione senza oppositori tra il tiratore e il portiere. In realtà, successivamente a la tarde de los penales sono rimaste solo due certezze: il bizzarro Saucedo non avrebbe più arbitrato sino alla fine del torneo e la sua Bolivia, strapazzata con un doppio 4-0 subito a opera della Jugoslavia prima e del Brasile poi, sarebbe tornata a casa senza troppi complimenti.