Devo fare chiarezza. E devo ridare all’Inter, quel che è dell’Inter. Vale a dire il primo posto in classifica. Soprattutto dopo la sonante vittoria conseguita sul Milan; ed in virtù della classifica cosiddetta avulsa , che a parità di punti (con la Juve) assegna la prima posizione alla squadra( l’Inter) con la migliore differenza reti generale. Infatti il criterio dei punti ottenuti negli scontri diretti si applica solo nel momento in cui le due squadre in questione si siano affrontate sia nella gara di andata che in quella di ritorno. Cosa che ancora non è avvenuta.
Per cui spetta ai nerazzurri la prima poltrona della graduatoria anche se i punti sono gli stessi della Juve. Già la Juve. E’ dall’inizio del campionato che sento dire da più parti che lo scudetto lo può perdere solo la Juve. Devo dire che ci sta riuscendo in pieno. Infatti basterenno ancora un paio di colpetti (fallire i due scontri diretti), e poi in quel della Continassa tornerà di moda l’eterno successo di Domenico Modugno (magnificamente rispolverato a San Remo da Tiziano Ferro) che parafrasandolo con lo scudetto canta così: volare, oh, oh.Nel senso che volerà via dal centro sportivo della Juve e raggiungerà bello infiocchettato Appiano Gentile. Se non addirittura località Formello, la casa della Lazio, che proprio domenica prossima aspetta fra le mura amiche dell’Olimpico la truppa di Antonio Conte.
Sulla vittoria dello scudetto la penso ancora allo stesso modo, come ad inizio di campionato; vale a dire che la Juve per caratura tecnica, valore ed ampiezza della rosa e abitudine alla vittoria, possiede sempre qualcosa in più rispetto alle sue due avversarie. E di conseguenza la vedo sempre favorita per la vittoria finale. Anche se devo ammettere che dopo la rovinosa caduta di Verona , comincio ad avere dei dubbi. E temo che possa avere ragione l’illustre penna di Giancarlo Padovan, che per la vittoria dello scudetto sostiene da tempo la candidatura dell’Inter di Conte.
E questi dubbi non nascono tanto dai risultati che ancora sono buoni, perché la squadra è sempre in lizza in tutte le competizioni, ma nascono da una serie di segnali che si percepiscono nel guardare le partite dei bianconeri. E riguardano in particolare la conduzione e la gestione della squadra da parte di Maurizio Sarri. Basta vedere ad esempio le scene della sostituzione degli attaccanti. Ormai la plateale insoddisfazione sia di Dybala che di Higuain quando escono dal campo, è diventata quasi una regola. Poi ci sono le “ uscite” dello stesso tecnico bianconero, spesso infelici, come l’ultima dopo la sconfitta col Napoli che hanno fatto infuriare la tifoseria bianconera e non solo quella .E se ne ha la conferma anche nello sviluppo e nell’evoluzione del gioco che sta tornando indietro, un pò come fanno i gamberi. Nel senso che del gioco di Sarri e del cosiddetto “Sarrismo”, ultimamente non se ne vede più nemmeno l’ombra. E a pensarci bene, fino ad ora se n’è visto solo qualche incerto abbozzo.
Insomma si ha la sensazione chiara che il tecnico bianconero non abbia più in mano la situazione. E che la squadra gli stia sempre più sfuggendo di mano. Tanto che nell’ambiente bianconero , oltre ad una certa preoccupazione, comincia a prendere corpo anche l’ipotesi di un ribaltone che avrebbe del sensazionale; vale a dire via Sarri subito, e ritorno sulla panchina di Max Allegri. Per carità alla Juve non sono abituati ne a fare drammi ne a cacciare gli allenatori nel corso della stagione.Ma la situazione si è talmente fatta difficile che secondo i rumors che arrivano da casa Juve si può cominciare a dire che Maurizio Sarri, l’anno prossimo quasi sicuramente non sarà più l’allenatore della Juve. E questa quasi certezza non è certo un fatto di poco conto, perché l’ex tecnico del Chelsea era stato ingaggiato appena sette mesi fa con un contratto pluriennale, e con l’intento di cambiare strategia e filosofia di gioco. Si trattava di una sorta di rivoluzione copernicana applicata al calcio, che doveva consentire il trapasso dal gioco asfittico e poco piacevole di Allegri a quello arioso e spettacolare di Sarri. Un cambiamento radicale che aveva come finalità quella di mantenere la Juve sempre vincente, ma soprattutto migliore sotto l’aspetto dell’appeal sia televisivo che in generale.
E questa sorta di flop che si va delineando, assomiglia sempre più a quello che la Juve ha vissuto una trentina di anni fa con Gigi Maifredi, che nella stagione 1990-91 venne chiamato da Luca Cordero di Montezemolo sulla panchina bianconera per sostituire Dino Zoff. Infatti anche lui come Allegri veniva da un ciclo di vittorie (coppa Italia e coppa Uefa nell’ultimo anno) ; ma era poco apprezzato, per cui al termine della stagione fu deciso di non confermarlo.Credo che succederà la stessa cosa anche con Maurizio Sarri. Alla Juve come dicevo sopra, non sono avvezzi a cacciare gli allenatori nel corso della stagione . Per cui si andrà avanti con l’attuale conduzione tecnica fino al termine del campionato. Non a caso nelle ultime ore c’è stato anche una sorta di summit generale a cena fra Andrea Agnelli, il Ds. Paratici, Pavel Nedved e Maurizio Sarri. Nel corso della quale, oltre ad affrontare i problemi della squadra, con ogni probabilità, è stato concordato anche il modus operandi da seguire per arrivare fino al termine della stagione. Vale a dire una sorta di richiamo all’unione di tutte le forze a disposizione, e ad un remare tutti dalla stessa parte, con il fine ultimo di completare l’annata nel migliore dei modi.
E penso che per raggiungere lo scopo la Società chiederà uno sforzo particolare alla vecchia guardia; che si identifica soprattutto in Barzagli (che è già nello staff del tecnico), Chiellini, e lo stesso Buffon che sicuramente cercheranno in tutte le maniere di sostenere il lavoro quotidiano di Maurizio Sarri. Dato che la parola d’ordine a questo punto è diventata una sola: tutti insieme “appassionatamente”. Poi sarà separazione . Inevitabilmente.
o