Di questi tempi tutte le società di calcio  stanno pensando ad un adeguamento delle loro infrastrutture per andare incontro alle esigenze del pubblico e delle società stesse. Per consentire alla Squadra di poter accedere a giocatori di un certo livello, gli incassi dei diritti televisivi e del pubblico pagante non sono piu sufficienti, dunque si cercano altre soluzioni economiche.

A questo punto si potrebbe riuscire in qualche modo a calmierare le spese di gestione a cominciare dalla rosa di giocatori (Ingaggi, premi,bonus etc.) e a sanzionare le società con debiti insostenibili, cosa auspicabile da un punto di vista etico, ma poco praticata. In alternativa le strutture che gravitano attorno allo Stadio e lo Stadio stesso potrebbero essere trasformate o costruite in modo da generare introiti alla Società da impiegarsi nella gestione della stessa, in primis negli ingaggi e negli acquisti di giocatori.
Se ogni Società potesse procedere in uno dei due modi  suddetti si eviterebbe una forbice che divide le Grandi Squadre da quelle più piccole troppo ampia, con conseguenti incontri troppo squilibrati e uno spettacolo decisamente poco avvincente.

Premesso che entrambe le strade, il calmiere o l’ampliamento delle strutture, potrebbero essere perseguiti contemporaneamente. Vediamo in prima battuta la questione delle infrastrutture come potrebbe essere organizzata:
Stadio: punto di partenza è lo stadio che la normativa attuale prevede sia di proprietà della società calcistica come conditio sine qua non per la quotazione in borsa della medesima. Ciò ovviamente consentirebbe la possibilità di drenare capitali sul mercato azionario.
Attualmente gli stadi sono di proprietà delle Amministrazioni Cittadine, con costi relativi a carico delle stesse molto elevati. Un avvicendamento della proprietà sarebbe auspicabile a patto che il fabbricato possa essere ammodernato.
Sotto l’aspetto stadio c’è la problematica della capienza, che ogni squadra e’ chiamata a determinare, e della conformazione delle tribune; un particolare significativo è costituito dalle famose gradinate a muro che dovrebbero intimorire gli avversari, a mio avviso pericolose in caso di una massiccia affluenza (immaginatevi una caduta di qualche persona dall’alto che probabilmente creerebbe una caduta collettiva dall’alto).

Qualsiasi stadio d’epoca può ora essere modificato secondo i criteri del Decreto Semplificazioni che ha cambiato l’ordine delle priorità ponendo la sicurezza per prima e il valore intrinseco per ultimo; in ogni caso il valore storico dell’opera d’epoca deve in qualche modo essere preservato ed è tutelato dalle Sovraintendenze delle belle arti. In questo modo si potranno ottenere delle grandi modifiche anche negli stadi d’epoca, in modo da non doverli abbandonare facendoli diventare dei giganteschi rifiuti, che prima o poi qualcuno dovrà smaltire, ed evitare la cementificazione di grosse aree necessarie per la costruzione di stadi nuovi.

Servizi accessori: affinchè l’area limitrofa dello stadio (in futuro di proprietà della società) sia una fonte di reddito per la società stessa, potrebbe essere occupata da strutture come locali ristorazione, supermercati, negozi di articoli sportivi, negozi di articoli di marketing, che diffondano il marchio della società e ogni altro tipo di struttura che possa essere utilizzata dal pubblico durante la settimana in assenza degli incontri calcistici. La valorizzazione di quest’area, delle sue attività, è la vera ragione della sua installazione. Non il fatto che la zona urbanisticamente sia vuota durante la settimana, o che i tifosi di adesso sentano la necessità di consumare prima di accedere agli spalti. Se così fosse basterebbero infrastrutture di ben minore entità, oppure infrastrutture sportive, di cui le città sono sempre in carenza.

La collaborazione con le Amministrazioni Comunali: Uno stadio è un edificio di dimensioni notevoli. Se si aggiunge le altre aree dei servizi accessori si raggiungerebbero estensioni  la cui costruzione può implicare modifiche nel Piano Regolatore, della viabilità, modifiche profonde nella città che la municipalità dovrà prendere in considerazione anche per cogliere l’opportunità della riqualificazione urbana di aree periferiche in degrado. Quindi è auspicabile che la collaborazione tra le società di calcio e l’Amministrazione Comunale  sia fortemente sviluppata. E’ opinione comune che le spese di riqualificazione vengano incentivate dalla città, offrendo dei terreni a basso costo in cambio di una ristrutturazioni concordate. Il primo esempio in Italia è stato lo Stadio della Juventus nella zona dell Continassa, verso Venaria. Affinchè i criteri siano uniformi per tutte le società dovrebbero essere regolamentati con apposita legge, al fine di non alimentare sperequazioni fra le società calcistiche. Ricordiamo che l’operazione Continassa (2011) ha reso fondi alla Juventus per conquistare 9 scudetti consecutivi.
Gli Spettatori: Quale sarà il ruolo del futuro spettatore? La Direzione della Juventus, per prima, ha definito lo spettatore Utente, colui che assiste, consuma, ma non può prendere parte alle decisioni della Società.
Sono d’accordo sul fatto che lo spettatore, il sostenitore, l’appassionato assista e consumi, ma proprio per questo non sono d’accordo con la logica aziendale della Juventus.

Un consumatore isolato non può fare nulla, ma tanti consumatori organizzati possono fare molto, soprattutto quando si rendono conto di essere la “mucca da mungere” che compra biglietti, gadget col marchio ufficiale, divise, bandiere, giornali, riviste, prodotti commestibili con marchio, frequentazione di sale ristoro, supermercati della rete societaria. Ecco, la società conta molto su questi acquisti, ma se si muove in modo non consono alla volontà dei tifosi, questi acquisti possono venire a mancare, se i tifosi si organizzano.

Ma stiamo veramente parlando del futuro dei tifosi come utente? I tifosi dell’Arsenal, del Chelsea, del Barcellona in senso inverso, hanno inciso moltissimo sul naufragio della SuperLega: “Ridateci indietro il nostro Arsenal” diceva un cartello in mano ad un giovanissimo tifoso inglese. Io non credo che i tifosi siano contenti di assumere il ruolo di Utente promosso dalla Juventus. Penso piuttosto che le società, se vogliono far rendere “la mucca da mungere” saranno chiamate a coltivare degli ottimi rapporti con questi e considerare bene il loro livello di “soddisfazione del cliente”. Al posto di Utente, forse si adatta di piu il termine Cliente, che è la persona che va soddisfatta perchè continui a comperare. Vedo che siamo molto distanti dal concetto Juventino.

Bene, veniamo al Torino, dopo tutta questa premessa.
Il Torino potrà rilanciarsi cogliendo al meglio le opportunità sopra descritte, ed in particolare:
Sfruttare l’opzione Olimpico Grande Torino, l’ultimo stadio dove Giocò in Nazionale o in squadra il Grande Torino, seppur raramente e mal volentieri, perché in origine quello era lo stadio della Juventus.
Comunque, seppur marginalmente, quello stadio è entrato nella storia del Torino, non fosse altro che il 16 di maggio del 1976 il Torino vinse il suo unico scudetto dopo gli Invincibili. In quello stadio furono disputati molti derby in cui il Torino vinse.
Bene, il valore intrinseco dell’Olimpico Grande Torino è innegabile (fu anche sede Olimpiadi invernali 2006). Lo stadio è in buone condizioni e con il decreto semplificazioni si possono studiare parecchie modifiche.
L’area attorno allo Stadio possiede tanti edifici riconvertibili senza demolizioni. Il Pala-Isozaki,L’ex Ospedale militare Riberi (almeno in parte), zone depositi militari verso il Piazzale Grande Torino (Lato Nord) e soprattutto il grosso polmone verso l’ex asse ferroviario di Porta Nuova dove troviamo l’Ex Area Finanza e gli Ex Mercati Generali. Sono aree enormi, vicine a quello che il piano regolatore ha già fissato come asse viario. Come via di comunicazione può diventare sia l’accesso al Comunale, con parcheggi coperti, sia sede di attività commerciali in parte destinate al Torino, collegando lo stadio Filadelfia  con il Comunale con tapis roulant, navette o altro. Un polo cittadino modernissimo lungo un corso come quello di Principe Oddone, lungo la precedente Spina. Dal lato Via Filadelfia (Lato Sud) ci sono un po' di ostacoli, che il Comune di Torino potrebbe risolvere. Poi ci sono le ipoteche che gravano sullo stadio, per cui va trovata una soluzione.

Immaginatevi ora una zona che parte dal Ex Fabbrica del Chinino (Finanza) si stende lungo i mercati generali per poi sterzare sul Filadelfia ed arrivare al Comunale. Non è un sogno: si lo so per ora è un sogno, ma il Torino FC con la prossima Amministrazione Comunale potrebbe coltivare queste idee e svilupparle, adattarle, progettarle.
Oltre a questo grosso impegno il Torino possiede due bomboniere: Il Filadelfia che se terminato (Museo Torino, sede Società) è di per se un punto di aggregazione dei supporters (mi piace continuare a chiamarli cosi), il campo di allenamento del Torino ed il punto di contatto squadra – supporters.
Un'altra potenziale bomboniera è il Robaldo che si spera si sblocchi dopo la risoluzione dell’ostacolo per la costosa bonifica che, secondo quanto si mormora, potrebbe essere stata la causa del ritardo di 5 anni sull’apertura lavori.

Il Robaldo potrebbe essere un’altra area di aggregazione soprattutto a livello giovanile.

In Ultimo, ma non per Ultimo, per rilanciare il Torino, caro Presidente, sta a lei decidere: potrebbe iniziare a gettare le fondamenta di un progetto complessivo, adoperando le sue leve con la Amministrazione Comunale, o potrebbe prendere decisamente un'altra direzione. Io penso che il presidente Cairo abbia le capacità manageriali per seguire questi o altri sentieri di sviluppo della società, in primis valorizzando la squadra. Credo sia saggio stare a vedere come va a finire quest’anno, se ci saranno tanti giovani promesse nella campagna acquisti, che abbiano fame, piuttosto che costosi giocatori la dove manca qualcuno. Il Torino ha le potenzialità ed i valori morali per costruire un progetto pilota in Italia, che si contrapponga ad altri progetti faraonici. Se ci crede Presidente….. Forza Toro!