Se qualcuno ha letto "Pinocchio" di Collodi, ricorderà che Mastro Geppetto chiama il burattino Pinocchio, in quanto ritiene che il nome porti fortuna. Ricorda, infatti, di aver conosciuto una famiglia di Pinocchi, dei quali il più ricco chiedeva l'elemosina.
Come battuta, quella di Collodi è un geniale esempio di non sequitur, cioè un'assurdità o comunque un'affermazione che fa a pugni col resto del discorso. E come intelligente assurdità, si presta a descrivere ciò che è successo, sta succedendo e succederà al Milan.

Mi dispiace dirlo, ma un'intera orchestra di violini ha suonato per mesi e mesi una dolce ninna-nanna sulla base di un soave motivetto: "Il Milan deve andare a YongHong Li che di suo ha un patrimonio inferiore all'esborso complessivo che dovrà sostenere acquistando la società A.C. Milan". Un'assurdità evidente, dunque.

Evitiamo di pensare a cose più brutte, come fanno altri e delle quali non abbiamo alcuna prova. L'unica logica che potremmo individuare nell'acquisto del Milan è di essere stata un'operazione di leverage, cioè messa in piedi a leva ovvero a debito, nella speranza di comprare per poi rivendere nel breve, ricavando quanto necessario per rimborsare capitale e interessi ricevuti a credito. Più, ovviamente, un margine di guadagno.
In tal senso, è possibile che YongHong Li e chi si è unito a lui non pensassero neanche di arrivare al closing, contando di bloccare le azioni nell'attesa che qualche ritardatario si presentasse entro febbraio/marzo 2017 per rilevare il contratto stipulato con Fininvest. Non è accaduto, come non si è presentato nessuno neanche dopo il trasferimento delle azioni.

Del resto, arrivati ad Aprile 2017, tutti sapevano che nel giro di 18 mesi il Milan poteva diventare proprietà di Elliott per la metà di quanto sborsato complessivamente da Li .Chi pertanto avrebbe avuto interesse a svenarsi per comprarlo prima? Bastava aspettare gli eventi e poi bussare alla porta del nuovo proprietario, non interessato a investimenti di lungo termine, per acquistarlo a prezzi più abbordabili (e vicini anche al reale valore del Milan).

Non so cosa succederà, ma a parte sviluppi imprevedibili, si sta andando verso un Milan nelle mani di Elliott, cosa che comporta lati positivi e negativi:
1) l'aspetto positivo è che Elliott dovrà difendere l'investimento e quindi sarà suo interesse non mandare il Milan in liquidazione;
2) l'aspetto negativo è che Elliott, non essendo un'organizzazione di beneficienza, se non trovasse subito acquirenti, metterebbe sul mercato quei giocatori... che hanno mercato (non solo Donnarumma, ma anche Cutrone, Suso, Romagnoli per esempio).

Chi dovesse alla fine dovesse subentrare, si ritroverebbe a iniziare da capo, buttando via ciò che di buono si sta faticosamente costruendo in questo periodo.

Come dico sempre, vedremo.