Le ultime dichiarazioni di Boban hanno messo fine alla stagione del Milan che, per sua fortuna, è abbastanza vicino alla quota salvezza. Se vi erano ancora speranze di combinare qualcosa fino alla fine del campionato, la sconfitta casalinga col Genoa le ha azzerate.
Oggi i rossoneri sono entrati in campo stralunati o irritati a seconda dei casi, ma comunque privi del minimo sindacale di concentrazione che serve a fare punti con un'altra compagine di serie A. Hernandez, in versione ectoplasma, si è fatto rubare una palla da Sanabria che ha innescato il primo gol, mentre anche gli altri difensori stavano a guardare. Poi per mezz'ora il Milan ha mancato due gol fatti con Ibra e Chala, più altre buone occasioni in una delle quali Rebic si è incartato fino a essere murato dal suo marcatore, rispetto al quale era in vantaggio. Il raddoppio del grifone ha chiuso i giochi, nonostante ci fosse il secondo tempo da giocare. La squadra ha corso tanto, ma a vuoto, perché le gambe si possono forzare, ma la testa no. Al Genoa è bastata un'onesta prestazione per portare a casa i 3 punti con pieno merito.

La notizia dell'ingaggio di Rangnick, rimbalzata da Francia e Germania, sarebbe stata di per se gestibile con qualche frase di circostanza, tanto si sa che nei primi mesi dell'anno giocatori e allenatori cambiano una caterva di squadre per poi, spesso, rimanere dove sono. Zvonimir Boban ha, tuttavia, provveduto a confermarla qualche giorno fa in un'intervista che non lasciava dubbi circa l'attendibilità delle sue fonti. Dopo qualche giorno in cui, probabilmente, la proprietà ha tentato di far scivolare fuori il croato in maniera indolore, si è ritenuto opportuno ufficializzare la pedata nel fondoschiena a Boban prima di Milan-Genoa, per eliminare ogni dubbio sulla leadership effettiva di Gazidis nella società rossonera. Gazidis stesso, però, ben conscio del pericolo di delegittimare Pioli, ha anche provato a rassicurare squadra e allenatore, mentre qua e là rimbalzavano voci su un Rangnick diretto verso la Premier. Be', se c'era una qualche lontana e vaga possibilità che la squadra ci cascasse, ci ha pensato Boban a suonare il flauto magico come il Pifferaio di Hamelin. Se qualcuno ricorda questa favola, ricorderà che un pifferaio, dopo aver liberato la città di Hamelin dai topi incantandoli col suo flauto, si vendica per il mancato pagamento del suo compenso e incanta anche anche i figli dei debitori inadempienti attirandoli per sempre nel ventre di una montagna. Prima del match, infatti, Boban ha interrotto un lungo silenzio per ribadire che Rangnick era stato messo sotto contratto già da dicembre. Fine delle voci su Rangnick in Premier League, quindi, e sulle possibilità che Pioli resti in sella anche l'anno prossimo. Lo 0 assoluto di Ibrahimovic e Rebic ci dice come gli uomini in squadra più vicini al croato hanno sentito il colpo, ma anche gli altri non erano poi così concentrati né tantomeno sereni. In un certo senso Boban, esattamente come il pifferaio della favola, ha portato con se il Milan nel ventre di una montagna.

Facendo alcune valutazioni, direi che:

1) in una lotta di potere ci sta che lo sconfitto renda la vittoria del vincitore quanto più possibile simile a quella di Pirro contro i Romani ad Eraclea e Ascoli Satriano ("Se continuo a vincere così" commentò amaro il re dell'Epiro prendendo atto delle perdite "in breve avrò perso la guerra.");

2) se la proprietà e Gazidis pensavano di aver dato una prova di forza licenziando Boban, ci sono riusciti, ma hanno pagato un prezzo alto, in quanto, si sono giocati ogni residua possibilità di rilanciare un campionato già in parte compromesso;

3) non ha senso, tuttavia, essere una bandiera della società, se per beghe personali si  danneggia la società.

Il punto è che, per quanto Gazidis non mi sia affatto simpatico, Boban ha fatto di tutto per far precipitare la situazione mettendo in difficoltà tutto il Milan, non solo Gazidis e Rangnick. In ciò Zvone ha anteposto le sue questioni personali al bene della squadra e, se non era tenuto a fare il contrario, sarebbe stato apprezzabile che lo avesse fatto. Gazidis fa gli interessi di Gazidis e Boban tifa solo per Boban, cose entrambe legittime. Però come milanista, mi aspettavo che fosse Boban, più che Gazidis, ad avere a cuore la società al di là di chi siede dietro alle scrivanie.

Maldini ha evitato ed evita dichiarazioni, dimostrando maggiore cautela di Boban. Ha anche un figlio, va ricordato, che è tesserato per i rossoneri e che rientra nei parametri di Gazidis e Rangnick. Se Paolo dovesse andare via, il promettente rampollo Daniel cosa farà? Resterà in rossonero o sarà un talento che andrà a fare fortuna altrove? Se si verificasse quest'ipotesi, sarebbe una beffa pensando che Gazidis sta varando con Rangnick una linea giovane.

Per ultimo mi pongo una domanda: Paquetà? Il caso di questo ragazzo, nazionale brasiliano, sta diventando scabroso. C'è qualcuno che lo osteggia? Chi? Perché? Solo domande, ovviamente, ma mi vengono naturali.