Enrico Buonocore, calciatore campano nativo di Ischia, è il classico esempio del calciatore con grandissime doti individuali e la sfortuna di chi non è mai riuscito a sfruttarle a pieno. 

Nato nel 1971, cresce nelle giovanili del Napoli, fino a sfiorare l'esordio in prima squadra nel 1988. In quel Napoli, nel pieno della sua carriera, gioca Diego Armando Maradona, ed Enrico, che di ruolo fa il trequartista, cerca di imparare dal migliore l'interpretazione di un ruolo cosi complicato.

Inizia cosi la carriera, venendo poi girato in prestito alla Torres, nel campionato di C1, e totalizzando ben 19 presenze con una marcatura. Nella stagione successiva, il suo destino è legato al Latina in C2, dove trova 5 reti in 24 presenze. 

Nella sua esperienza con i nerazzurri viene notato da un giovanissimo Luigi Del Neri, che lo vuole a tutti i costi nel suo Ravenna, squadra accreditata alla vittoria del Girone A. Buonocore non delude ed il Ravenna trova due promozioni in due anni, approdando in Serie B. 

Nella stagione 93-94, nonostante la straordinaria coppia formata con un certo Bobo Vieri, Enrico Buonocore non riesce ad evitare la retrocessione in B, ma per lui arriva la chiamata del Cosenza. L'attaccante lascia l'Emilia dopo 69 presenze ed 8 gol. 

Con i rossoblu, sotto la guida di Zaccheroni, Buonocore ottiene la consacrazione nel campionato cadetto, con 8 reti siglate e l'amore del pubblico per le sue giocate da funambolo. Il suo carattere, però, inizia a farsi sentire e il rapporto con il Venezia si interrompe bruscamente. Per questo motivo, dopo appena una stagione, per una scelta personale, Enrico rientra a Ravenna, trovando immediatamente la promozione in B e confermandosi anche nella stagione successiva. Saranno 84 le presenze e 16 le reti segnate in questa nuova parentesi con i giallorossi. 

Dopo questo exploit, arriva il momento decisivo della sua carriera. Il Venezia di Novellino lo fa esordire nel massimo campionato il 13 Settembre del 1998, ma l'amore con i lagunari non sboccia e dopo appena 6 mesi Buonocore viene spedito in prestito alla Ternana in B. Saranno in un anno solo 25 i gettoni per Buonocore in Serie B ed a Gennaio del 2000 l'estroso mancino accetta la corte del Messina di Aliotta, squadra che milita in Serie C1. 

L'approdo sullo stretto è il momento migliore per Buonocore, che trova la propria dimensione e regala perle ai tifosi siciliani. Al suo arrivo trascina i giallorossi in campionato e risulta decisivo nel momento dei Playoff promozione. Dopo avere avuto una colossale occasione nella regular season, il Messina si ritrova costretto a giocare la lotteria degli spareggi. Buonocore incanta i propri tifosi e, ai danni del Catania, trova la sua terza promozione nel campionato cadetto.

L'anno successivo, ancora coi siciliani, Buonocore conferma quanto di buono fatto anche in Serie B, e realizza un gol, contro i rivali del Palermo, che rimarrà nella storia. Questo gol gli vale il soprannome di Maradona dello Stretto. Il Messina a fine anno si salverà ed il poeta di Ischia rimarrà coi siciliani anche la stagione successiva, salvo poi tornare a Ravenna nel mercato di Gennaio. Sullo stretto Buonocore totalizza 6 reti in 72 presenze, ma la sua figura rimane ancora oggi tra le più amate del calcio Messinese. Da questo momento l'Ischitano non riuscirà più a ripetere le ottime stagioni in Sicilia, ed avrà una sola stagione, nella sua Ischia, in cui ricorderà ai più le sue grandi doti.

Oggi Buonocore è l'allenatore del Cervia, in Eccellenza, ma le sue gesta riecheggiano sullo sponde emiliane e siciliane quasi come un grande rimpianto. Il suo talento, se sfruttato al 100%, poteva portarlo a giocare a grandissimi livelli, ma come spesso capita, non sempre i treni passano al momento giusto, e non sempre i grandi calciatori riescono a sfruttare le opportunità che le loro carriere offrono. 

Un grande rimpianto per il Maradona dello Stretto, che meritava palcoscenici importanti, ma che per sfortuna e propri demeriti, non è riuscito a deliziare i grandi stadi con le sue giocate.