Nyon, 15 marzo 2019, ore 12.00: iniziano i sorteggi per i quarti di finale di Champions League. Tutte le squadre candidate alla vittoria finale sperano di pescare una fra Porto e Ajax, le cenerentole di questa edizione, anche se i lancieri, in un lontano passato, dominavano la principale competizione europea, ma oggi tutto è diverso: il Real Madrid, che anche quest’anno era il favorito per la vittoria finale, si è ritrovato travolto dal tornado Tadic, che ha letteralmente umiliato le Merengues, dimostrando un talento che si credeva morto da tempo. Poi è stata la volta della Roma, sconfitta da un Porto non di certo irresistibile, che ha basato sulla fisicità dei suoi giocatori tutto il match di ritorno, portando a casa un insperato, ma in fin dei conti giusto, risultato. Due lupi vestiti da agnelli, insomma, capaci di tirare fuori le unghie nel momento del bisogno.

La delegazione della Juventus non era da meno: l’Ajax o il Porto avrebbero drasticamente alzato la possibilità di passaggio alle semifinali e così pensavano tutti i tifosi, che all’estrazione proprio dei lancieri, hanno tirato un sospiro di sollievo, pregustando già la coppa dalla grandi orecchie. Ma calcisticamente parlando, l’Ajax è un avversario così abbordabile?

Delle 8 sorteggiate è la seconda con il valore più basso (419,60 milioni, dati Transfermarkt) e rappresenta solo la seconda forza dell’Eredivise, ma sarebbe più giusto analizzare i dati quantitativi: l’Ajax ha segnato, fra Champions e campionato, 101 goal, numeri semplicemente incredibili, trovandoci solo a marzo, anche se ovviamente il campionato olandese non è quello italiano. Ciò che stupisce è la facilità con cui va in rete questa squadra, grazie alle geometrie illuminate di Ziyech e alla velocità di Tadic e Neres, capaci da soli di far tremare il fortino Real.
Ma l’Ajax non è solamente una squadra iperoffensiva: infatti in mezzo al campo troviamo due giocatori di livello assoluto, Lasse Schone e Frenkie de Jong. Il primo è un regista dalle geometrie semplici ma raffinate, dotato di grande esperienza e di un gran piede destro, come certifica il gran goal da punizione contro i Blancos; il secondo è un mediano moderno, vero padrone del centrocampo biancorosso: combina ottime doti di recupero e di impostazione, oltre ad un atletismo sopra la media, grazie alle quali si è meritato le attenzioni del Barcellona, che nell’ultima sessione di mercato ne ha ufficializzato l’acquisto per 75 milioni più 11 di bonus, lasciandolo in prestito fino all’estate. Ma è in difesa che l’Ajax custodisce con grande cura il suo diamante, Matthijs De Ligt: difensore centrale classe 1999, capace di giocare sia a centrocampo, dotato di grande tempismo, atletismo e grinta agonistica, è il prototipo del difensore moderno, capace sia di difendere che di attaccare, con la stessa efficacia. Non a caso è già diventato, nonostante la giovanissima età, il capitano e l’idolo della tifoseria biancorossa, oltre all’oggetto del desiderio dei club più ricchi al mondo. Ma i lancieri possono anche vantarsi di avere in porta Onana, uno dei migliori talenti mondiali nel suo ruolo, anch’egli corteggiato dal Barcellona.

Quindi abbiamo capito che l’Ajax è una squadra dotata di grandissimo talento, misto all’esperienza di alcuni giocatori come Blind, Schone e Huntelaar, ma le altre sorteggiate che pericoli avrebbero potuto presentare?

Il Tottenham è la squadra che probabilmente sarebbe andata meglio per la Juventus: prevedibile e lenta, si affida solamente ai suoi uomini chiave per la produzione delle azioni di gioco, lasciando ai giocatori secondari il lavoro “sporco”. Harry Kane è una gran punta, ma farebbe molta fatica in mezzo a due centrali come Bonucci e Chiellini, mentre i vari Dele Alli, Eriksen e Son rimarrebbero intrappolati nella letale morsa del fisico centrocampo juventino, senza contare che la difesa londinese non avrebbe vita facile con Ronaldo&Co. Pochettino ha dimostrato anche in questa stagione di meritarsi l’appellativo di gran mister che non vince mai nulla, ma senza realmente averne le colpe: la rosa è corta e i giocatori di qualità a disposizione non sono molti, ma gli Spurs si trovano ancora in gioco sia per la Champions sia per la Premier, con scarse possibilità di successo in entrambe. Ma la sorte ha deciso di non far incontrare Tottenham e Juventus.

Il Manchester United rappresenta una delle squadre più particolari dell’intero panorama europeo: dopo l’esonero di Jose Mourinho si pensava che tutto l’ambiente sarebbe sprofondato in una profonda crisi, invece il neo allenatore Solskjaer ha infuso nuova linfa vitale, rigenerando giocatori fondamentali come Pogba e Lukaku. I risultati sono cominciati ad arrivare, con il Manchester United che fino alla scorsa giornata si trovava al quarto posto, grazie a una striscia di risultati utili incredibile: il gioco è imprevedibile, affidandosi spesso alla fortuna come propria tattica, ma poco continuo e produttivo nei momenti chiave della partita. Una specie di Juventus inglese: molto fisica e poco tecnica.

Il Porto è, oggettivamente parlando, la squadra più debole di tutto il tabellone dei quarti di finale, la vera cenerentola di questa edizione. Scarse doti tecniche e inesistente capacità di palleggio sono solo alcune delle grandi lacune che caratterizzano la squadra portoghese, che però nasconde due potenti armi: la fisicità prorompente dei suoi giocatori e l’incredibile spinta dell’Estadio do Dragao, vero dodicesimo uomo in campo. L’allenatore Concenciao è giovane e ha un luminoso futuro davanti a sé, ma non ha minimamente il carisma dello Special One, quindi uno remake della vittoria del 2004 è pura utopia, considerato anche il sorteggio poco fortunato: proprio il Liverpool, vice campione d’Europa, sfiderà Casillas&Co nel quarto di finale dall’esito più scontato. La Juventus avrebbe potuto passare il turno con facilità, ma la sorte le ha posto un’altra montagna da scalare.

Manchester City-Juventus sarebbe di sicuro stato il quarto di finale più emozionante, mettendo a confronto la due squadre più forti del panorama calcistico mondiale. E sarebbe stata anche la squadra più difficile da affrontare, per gli stessi motivi dell’Ajax: non vi è una solo stella che funge da colonna portante, ma è una squadra composta da molti giocatori di talento, capaci di cambiare le sorti una partita con le loro giocate fenomenali. De Bruyne, Aguero, David Silva, Gabriel Jesus, Sterling rappresentano solo alcuni dei pericoli principali che corrono le difese avversarie e proprio questi giocatori avranno il duro compito di scardinare la difesa degli Spurs, nel derby tutto inglese che si giocherà ai quarti di finale. Per fortuna della Juventus e della sua difesa.

Il Liverpool ha ottenuto un sorteggio favorevole pescando il Porto: ciò nonostante, sarà una partita dura, se Concenciao baserà tutto sul fisico dei suoi uomini. Ma Klopp e i suoi giocatori non hanno paura: giocano un calcio spettacolare, basato sulle ripartenze veloci e sul gegenpressing, reso possibile anche dagli interpreti che l’allenatore tedesco ha a disposizione: Firmino, Salah, Mane, Milner, Henderson, Alisson, Van Dijk sono i protagonisti di ogni successo del Liverpool. Ma per la Juventus questo tipo di gioco sarebbe stato perfetto: con il suo lento palleggio avrebbe stancato i giocatori avversari, rendendo possibili molti contropiedi nel secondo tempo, non dando possibilità di scampo ai centrali e ai terzini dei Reds, ottenendo una vittoria sì di misura, ma pur sempre una vittoria.

Barcellona-Juventus, un classico senza tempo nelle coppe europee, una delle sfide più affascinanti e cariche di emozioni del mondo, rese ancor più spettacolari da entrambe le tifoserie: splendide coreografie adornano il Camp Nou o lo Juventus Stadium nelle fredde serate di Champions, che si scaldano proprio grazie a queste partite. E poi sarebbe stata la sfida Ronaldo-Messi: un vero e proprio scontro tra titani, in cui il vincitore sarebbe stato decretato come il miglior giocatore del pianeta. Ma il destino ha deciso di rinviare tutto alla finale, dove bianconeri e blaugrana potrebbero incontrarsi, per dare vita a una rivincita che la Juventus attende da sin troppo tempo, che riporterebbe finalmente il calcio italiano ai fasti del passato, in attesa che il Milan torni a regnare sulla scena europea.

In definitiva, confrontando le varie squadre, l’Ajax rappresenta l’avversaria più imprevedibile, e di conseguenza più temibile, soprattutto per un motivo: è una squadra policentrica. Vi sono cioè molti centri nevralgici del gioco, non vi è una stella che fa convergere tutta l’attenzione su di sé, ma varie “stelline” che giocano in totale sincronia, senza paura o rispetto per l’avversario, pensando solo ad attaccare e vincere. Giocatori come Neres o Tadic, paradossalmente, potrebbero mettere in seria difficoltà il reparto difensivo della Juventus, ben più di quello che farebbe un solo Messi o Salah, perché intorno a questi ultimi si può creare una sorta di “gabbia” che non li isoli dal gioco, ma quando questi giocatori sono di più non c’è molto da fare, se non correre e difendere con ordine e disciplina.
Cose che nel campionato italiano la Juventus non è abituata a fare. 

Un ultimo messaggio alla Juventus: ammetto di aver fatto parte del gruppo dei “gufi” prima e durante la partita contro l’Atletico Madrid, ma arrivati a questo punto, eliminata anche la Roma, bisogna affidarsi, da italiani, alla Vecchia Signora, lasciando da parte anni di sconfitte e rancori, per riportare il calcio italiano dove merita, e cioè in alto. Con buona pace di milanisti e interisti.

Buona fortuna, Juventus!