Come cambiano le cose. Si è passati nel giro di trent'anni dai giocatori che in scadenza di contratto potevano lasciare la società di appartenenza solo in cambio di indennizzo, alla rivoluzione del mercato post sentenza Bosman che ha liberalizzato il mercato all'ennesima potenza, con i giocatori che ne approfittavano speculando sui rinnovi, arricchendo il proprio già strapieno conto, alle società che oggi non vedono l'ora di arrivare alla scadenza del contratto per liberarsi dei giocatori anche con nomi pesanti, per risparmiare.  Risparmiare! Il calcio sta vivendo un momento di difficoltà economica non da poco conto, lo sappiamo, lo ripetiamo da anni, tra bilanci non sempre in regola, debiti all'inverosimile, speculazioni e pandemia che ha aggravato una situazione ai limiti del sostenibile, si è arrivati all'oggi che nessuno forse si aspettava o forse sì. Vedere società non battere un ciglio, e forse anche fare un mezzo brindisi, per alcuni giocatori pesanti che vanno via a parametro zero, perchè le casse ringraziano, non è tanto normale, eppure lo sta diventando. 

Il capitalismo è in una fase difficile, si è sempre rigenerato, ed il calcio ne è uno dei teatri principali. La cosa interessante in tutto ciò è che da anni si continua a parlare di società con bilanci in rosso, e gli indebitamenti non sempre diminuiscono, anche perchè per vincere si deve spendere, per spendere devi indebitarti e la conseguenza è un cane che si morde la coda. Salvo che non si accetti che per qualche anno le società più indebitate vadano nella direzione dove siano i conti a prevalere, a dettare legge, rinunciando a vincere. Il discorso è difficile, si va sempre alla ricerca del compromesso, di tutte le vie di uscita, delle finestre che possono offrire delle boccate di ossigeno.

Ora c'è quella del parametro zero, si tratta di qualche milione risparmiato in debiti di centinaia di milioni. Un nulla si dirà, meglio che il niente assoluto. Come uscire da questa situazione? Certo, fino a quando ci saranno club come il PSG a cui tutto è permesso e concesso, non se ne uscirà. Abbiamo viziato negli ultimi anni i tifosi che l'unica cosa che conta è vincere, non il progetto societario. Se oggi ad un tifoso si spiega che per fare quadrare i conti è necessario affrontare cinque anni di sacrifici pieni, con campionati di sopravvivenza, dove quello che conta non sarà vincere, ma tenere i conti in ordine, i tifosi come reagirebbero? Andrebbero ugualmente allo stadio? Il prodotto verrebbe venduto ugualmente come un prodotto competitivo per vincere? No. Senza i tifosi le società non vanno da nessuna parte, e in tutto ciò si deve seriamente anche valutare che sta per arrivare una bomba sociale ed economica perfetta. Tra pandemia, guerra in Ucraina, e rincari, il peggio ancora non l'abbiamo visto. Insomma, il parametro zero oggi è l'ennesimo esempio di come il calcio indebitato vada alla ricerca di ogni opportunità per fare cassa, risparmiare. Non basterà ovviamente ciò per salvare le società, ma una riflessione va fatta, perchè stiamo continuando a camminare su un lago ghiacciato che si sta riempendo di crepe importanti.