Prima partita del girone di Conference League contro i lettoni del Riga.
Male, molto male!
Non ci sono idee. La Fiorentina gioca sempre allo stesso modo con un possesso di palla, anche oltre il 70%, ma rarissime volte in verticale. Dalla prima partita di agosto a oggi, difficilmente ho visto un'azione corale mettendo l'uomo davanti al portiere. Questa squadra attua un calcio vecchio, lento, anche solo nei confronti di campionati ampiamente alla nostra portata. È prevedibile, tutti sanno dove va la palla, il problema è che Italiano, davvero troppo integralista, questi problemi non se li pone nemmeno. Ha un'idea troppo schematica del suo calcio, tant'è che cambia giocatori sempre negli stessi ruoli e gioca sempre uguale. Questa squadra è stata fatta a compartimenti stagni, uno sostituisce l'altro, sempre. Impensabile cambiare un volenteroso Cabral con Jovic quando, in quel preciso contesto, era obbligatorio provare a sfondare il muro della squadra avversaria con le due punte. Ci sono poche idee, serve più velocità alla palla, cosa che avviene di rado. Abbiamo difficoltà enorme a saltare l'uomo per creare superiorità numerica, per questo si va sempre al solito cross sperando in "una santa testa" che la butti dentro.
Ma davanti non abbiamo Batigol...

Una Fiorentina lenta e prevedibile che ai giocatori davvero scarsi del RFS Riga (hanno una media spettatori di circa 320 unità a partita) riesce l'impresa di strappare il pari al Franchi. Paradossalmente Amrabat, sempre uno dei migliori, è più propenso a essere un vecchio centromediano metodista piuttosto che un todocampista ad ampio raggio. Quando, negli anni di Prandelli, facevano danzare la manovra Borja, Aquilani e Pizarro, la velocità di pensiero era molto più veloce delle gambe: un attimo, un no look e le punte o gli esterni erano serviti. Mai a rimorchio. Ripeto, e mi dispiace essere petulante, Barak in quella posizione è assolutamente sprecato. Ma provare a cambiare modulo? Con queste squadre, se proprio non vogliamo scombussolare con un albero di Natale, almeno un 4-2-3-1 per cercare di mettere uomini anche al centro e non solo sui lati, sarebbe ideale.
Perchè poi, a leggere tra le righe, se riusciamo a creare almeno tre nitide occasioni, palo compreso, è la precisione a ricordare tutte le difficoltà della Fiorentina con problemi offensivi che ne limitano il rendimento. Sempre a priori, rischiando di passare per bischeri, un centravanti navigato che conosce la serie A non sarebbe stato opportuno? Il Caputo della Samp, il Caprari del Monza non sarebbero state opzioni valide in caso di difficoltà? Il Pinamonti o il Beto non sarebbero state operazioni lungimiranti con "numeri 9" a proprio agio nella nostra lega nazionale? Si badi bene, non ho parlato di Lewandowski... Un'operazione finanziaria, di recente definita favolosa dalla stessa proprietà viola ma che, bilancio a parte, continua a pendere sulla testa di Italiano e della sua squadra come una pericolosissima spada di Damocle.

GOLLINI - Il biondo, con delle occhiaie degne del miglior Ispettore Derrick, doveva essere spettatore non pagante della partita. E invece... L'unico intervento del primo tempo è fondamentalmente prezioso perché ferma llic, tutto solo, lanciato a rete. Nel secondo tempo l'attaccante lettone lo supera firmando il pareggio con un tiro sul quale pare poter fare poco anche se la sfera gli passa sopra le mani: 6. Stralunato!
DODÒ - Chiara l'intenzione del mister di creare quella corsa e gli strappi che possano consentire anche a Kouame di liberarsi dell'uomo. Sfrutta parecchio lo spazio dalla sua parte, poi si fa notare anche al tiro in apertura di secondo tempo ma la mira non è all'altezza. Si accentra sovente creando confusione: 6. Capogiro!
QUARTA - Rappresenta il più esperto, forzatamente, dell'intera retroguardia. La solita disattenzione se la gioca subito consentendo a Emerson di arrivare in area e calciare largo. Di testa è puntuale intorno alla mezz'ora senza angolare troppo. Qualche sbavatura in appoggio dove, nel corso della ripresa, lo si vede costantemente a metà campo. Si fa imbucare nel gol del pareggio ma la responsabilità è nel sanguinoso pallone perso da Barak: 6. Presente!
RANIERI - L'ultima volta che aveva calcato l'Artemio Franchi c'era ancora la lira. Per una inezia, non indovina l'inserimento giusto nel corso del primo tempo con un pallone che finisce alto sugli sviluppi di un corner. Il gol sarebbe stato del clamoroso. Il commento rischia di essere un copia-incolla di quando giudico, sempre con affetto, Lollo Venuti. Più di questo... È preso d'infilata, non facendo in tempo a chiudere su llic che segna il pareggio, risultando troppo lontano da Quarta: 6. Ritrovato!
BIRAGHI - Costantemente sulla fascia, come uno stantuffo, propone gli innumerevoli traversoni dentro l'area di rigore; con il passare del tempo si propone mettendo qualche pallone interessante chiedendosi a volte: "C'è nessunoooo?". Si conferma nel secondo tempo offrendo, come un bonbon, l'assist per il gol del momentaneo vantaggio: 6. Instancabile! 
BARAK - Centra il palo, dopo pochi minuti, nella prima vera grande occasione della partita. Di testa, a metà del primo tempo, sarebbe più preciso ma trova la bella risposta del portiere avversario che, nel frattempo, si era immolato più di una volta. Al terzo tentativo vince il duello sotto porta con una girata vincente sull'assist di Biraghi. Ha, purtroppo, la responsabilità sul pari lettone che nasce da un suo pallone perso: 6. Incisivo! (dal 76' Mandragora - Poco tempo per incidere, si limita ad alimentare un palleggio stancamente fine a sé stesso: SV!).
AMRABAT - Il capitano senza la fascia. Sempre più nel centro del gioco (anche se, paradossalmente, potrebbe esserne il limite, come ho constatato), il playmaker smista la maggior parte dei palloni del primo e del secondo tempo portando la croce nei consueti recuperi. Fatica, ma non è un limite quanto piuttosto una caratteristica, a trovare le vie centrali: 6,5. Inossidabile!
BONAVENTURA - Pronti via ed è bello rivederlo in campo per il fosforo che usa costantemente. Splendida la sponda di petto per Cabral, che lo mette davanti al portiere, in una delle occasioni collezionate dai viola intorno alla mezz'ora. Rischia la frittata, scivolando da un corner a favore, consentendo a llic di ripartire in contropiede. Viene anticipato su un tiro cross di Sottil in avvio di secondo tempo: 6. Perpetuo! (dal 76' Maleh - Tanta, troppa foga, tanto da fargli prendere quasi subito il cartellino giallo. Sprecato un tentativo da buona posizione: 5,5. Evanescente!).
KOUAME - Schierato a destra, cavallo pazzo, è meno incisivo rispetto alle precedenti uscite e, nonostante il costante invito di Dodò a fuggire per la sovrapposizione, alla fine, dalla sua parte, succede poco. Pericoloso su un cross andando in cielo a prendere la sfera. Italiano lo cambia nell'intervallo dopo 45 minuti non scintillanti: 5. Puledro! (dal 46' Sottil - Solita spinta dalla sua parte, con le consuete finte e accelerazioni, tanto da rendersi il più pericoloso dei suoi colleghi esterni: 6. Ficcante!).
CABRAL - Anche se poco servito e ricercato in mezzo all'area, si fa apprezzare quando prima di testa e poi con una bella girata dentro l'area impegna severamente il portiere avversario. Dovrebbe sfruttare a dovere il cioccolatino servito da Bonaventura che lo mette davanti al primo gol di Conference, strozzato, ahimè, in gola. Viene sostituito e, dalle espressioni, non sembra contento. Neanche noi: 6. Volenteroso! (dal 69' Jovic - Prestazione mestamente in linea con le indicazioni del match contro di Lei; il pallone buono per scrollarsi di dosso apatia e polveri bagnate lo alza sopra la traversa: 5. Svagato!).
IKONÈ - Penso che possano mancare poche gocce per colmare non un bicchiere ma un catino ormai colmo. Comincia sulla sinistra ma il suo primo tiro arriva dalla destra. Si rivede in area di rigore con un paio di tentativi: uno addirittura di tacco, di livello circense, che di solito viene eseguito con il risultato in goleada. Con l'ingresso di Sottil torna sulla corsia di destra. Dovrebbe essere più a suo agio da quella parte, in realtà si eclissa, sempre più fino a scomparire, senza esser nemmeno troppo preciso al momento del tiro prima di essere sostituito sotto qualche fischio: 4,5. Out! (dal 76' Saponara - Una girata alta sopra la traversa e niente più: 5. Missing!).

ITALIANO - Si pensava cambiasse 11 undicesimi rispetto alla brillante partita di campionato. Sorprende facendo meno turnover dove, soprattutto a metà campo, inserisce praticamente i titolari con Amrabat in cabina di regia e Bonaventura insieme a Barak di supporto. La squadra mantiene sempre il possesso palla, ma sempre in orizzontale, difatti le uniche due palle filtranti sono quelle, guarda caso, che ci fanno colpire un palo e mettere il centravanti davanti al numero uno lettone. Dopo l'intervallo richiama Kouamè e propone Sottil sulla sinistra e proprio da quella fascia, su cross di Biraghi, arriva il gol del vantaggio di Barak. Non rischia le due punte, ed è forse l'aspetto che fa più indispettire anche il pubblico, non dando la svolta, come dovrebbe, a una partita che era da chiudere dopo i primi 45'. Adesso siamo con il Palio di Siena: già di rincorsa! Impensabile buttare via così le partite. Il pareggio non può che deludere. Molto: 5. Sbagliato!

PUBBLICO: Era la prima partita, dopo il playoff contro il Twente, dopo anni di digiuno europeo. Questo però non toglie che mettere le curve a € 20 sia stata una scelta di marketing tafazziana. Sono partite come queste che, anche per riscaldare l'ambiente, ci vorrebbero prezzi popolari per portare, non solo i ragazzini, a tifare viola. Vedere la Ferrovia dà senso di smarrimento. L'emozione, a differenza della canzone, ha sempre voce e si sente. Un plauso alla Fiesole e non solo.

Alla fine del primo tempo la notizia, immaginata già dal pomeriggio, della morte della Regina Elisabetta II.
Scrivere è così bello perché si passa dal profano per un passaggio errato di Bonaventura al sacro per la perdita di un personaggio che ha conosciuto i due secoli governando, soprattutto in un periodo storico difficile, sempre per il bene del proprio popolo e per la pace nel mondo.
Sembra che la sua ultima frase sia stata quella che l'ha contraddistinta in settanta anni di Regno: "Non prendiamoci troppo sul serio. Nessuno di noi ha il monopolio della saggezza".
Poco tempo fa, grazie alla redazione per la costante e consueta disponibilità nella pubblicazione, le avevo dedicato un articolo. Mi piace chiudere questo, riportando il finale.

"Good night, thank you very much; You do have many more; God bless you; We love you; Good night..." - cantava Freddie Mercury, leader dei Queen, sulle note dell'inno nazionale. La grandezza, di un uomo o di una donna, non è colorita, sonora, applaudibile, rapida: è una cosa intensa, lenta; si nutre di silenzio e di tempo. C'è una malinconia che nasce dalla grandezza; quest'ultima è una strada che porta verso l'ignoto. Per essere grandi e, a volte, entrare nella storia bisogna prima di tutto saper essere piccoli. L'umiltà, insieme allo scoglio delle difficoltà, è la base di ogni vera grandezza. Del resto, anche sul trono più elevato del mondo, si è pur sempre seduti sul proprio sedere...
Alla prossima; tanto garrisce sempre...