In occasione della gara di ritorno delle semifinali di Coppa Italia, Juventus-Inter, Andrea Pirlo ha proposto quella variante tattica nota come la "Salida Lavolpiana".
Si tratta di uno schieramento nel quale durante la fase di costruzione il vertice basso del centrocampo si abbassa, collocandosi tra i due difensori centrali.
I due difensori esterni (terzini) si stringono in mezzo al campo, quasi come se fossero due mezzali, lasciando i quarti di centrocampo (nella fattispecie Bernardeschi e Cuadrado) più larghi possibili sia per dare ampiezza al gioco che per tenere bassi i quinti di centrocampo dell’Inter.

Un tipo di schieramento particolarmente utile quando si affrontano squadre con due attaccanti come nel caso dell’Inter (Lautaro-Lukaku). Grazie a questo schieramento tattico la Juventus ha potuto disporre di tre uomini per far partire l’azione dal basso con il vantaggio di avere un uomo in più nella prima costruzione della manovra, cosa che l’ha aiutata a disimpegnarsi del primo pressing nerazzurro.

Nel caso l’Inter avesse voluto mettersi 3 contro 3 (ed in qualche momento è successo) avrebbe dovuto alzare una delle due mezzali portandola a portare il primo pressing, sguarnendo così il centrocampo e rendendolo più vulnerabile in caso di un lancio dei difensori juventini a scavalcare la prima linea avversaria.

Pirlo, con questa mossa, ha dimostrato che i primi mesi di panchina lo hanno già cambiato. Partito con idee quasi dogmatiche riguardo al modo di schierare la propria squadra, gli assetti tattici proposti in queste ultime partite parlano di un allenatore che pare ragionare più per principi di gioco che per schemini rigidi. Evidenziando quindi intelligenza, flessibilità e malleabilità, caratteristiche che hanno da sempre contraddistinto i tecnici che hanno fatto la storia del calcio.