Duncan Ferguson, quando la Dirigenza dell’Everton gli ha detto che c’era la possibilità di ingaggiare Carlo Ancelotti, non ci ha pensato un attimo e ha risposto senza esitazione: “prendiamolo subito”.
E’ cominciata così la  seconda avventura nel campionato inglese di Carlo Ancelotti– nella prima occasione (nel biennio 2009-2011) ha allenato il Chelsea con il quale ha conquistato una prestigiosa doppietta Premier League e FA Cup -  con l’assenso euforico proprio del tecnico che andrà a sostituire sulla panchina dei Toffees. Ferguson tra l’altro entrerà a far parte dello staff di Ancelotti che lo avrà al suo fianco come vice allenatore  assieme a suo figlio Davide.
Si tratta di una grande novità non solo per Ferguson, ma anche per Ancelotti, che per la prima volta in carriera si rapporterà nel lavoro non più solo con suo figlio. E bisogna dire che è una novità che fa riflettere, perché suo figlio che ormai da molti anni lo affianca in panchina,  nell’esperienza napoletana è stato oggetto di qualche polemica; tanto che “sembra” che una buona parte dei giocatori azzurri non apprezzasse molto il lavoro di suo figlio, che di solito guidava quasi tutti gli allenamenti settimanali della squadra. Per cui la decisione di Ancelotti, sembra avere una doppia connotazione; da una parte nel dare sostegno alla figura di suo figlio all’interno dello staff e soprattutto verso l’esterno. E dall’altra quella di recepire la volontà dell’Everton e di accontentare sia il Club che Ferguson, che prima di esserne stato allenatore, è stato o forse sarebbe meglio dire è nato tifoso dei Tofees.

Altra mentalità quella del calcio inglese; dove non si vivono le tensioni, le esagerazioni, le esternazioni, i colpi di teatro, finanche le sceneggiate che, manco a farlo apposta, come spettacolo teatrale trae le sue origini proprio a Napoli: la sceneggiata (meglio conosciuta come sceneggiata napoletana) è un genere di rappresentazione popolare, che alterna il canto con la recitazione e racchiude in sé uno sfondo drammatico. Si tratta di uno spettacolo che è nato e si è sviluppato a Napoli particolarmente tra gli anni venti e gli anni quaranta del Novecento. 
E in un certo senso quella che sta vivendo il Napoli è una sorta di revival della sceneggiata napoletana; perché non manca niente nemmeno la parte drammatica (sportiva s’intende), che in questo caso si configura tutta nel cambio dell’allenatore effettuato dalla Società. Vale a dire l’aver sostituito un fuoriclasse della panchina (Ancelotti), con un discreto prospetto di allenatore come Ringhio Gattuso.

E Il dramma sportivo sta tutto attorno a questo cambio. Ed è quello che sta vivendo la sconfinata tifoseria napoletana che si interroga e guarda  verso il  futuro. E che non vede più  la luce abbagliante delle bianche strade che conducono a Posillipo, ma vede fosche nubi che si addensano dietro alla splendida  collina  e che indicano, forse purtroppo per loro, l’inizio di un ridimensionamento che è cominciato ora “in panchina”; e che potrebbe proseguire in seguito verso Bari (la seconda squadra della famiglia di De Laurentiis. Per cui il “dubbio mortale” che assale al momento il tifoso azzurro è quello che ADL possa lasciare a breve il Napoli per dedicarsi esclusivamente alla squadra dei “galletti pugliesi”.

Anche se il presidente del Napoli, durante la cena di Natale (si è svolta a Villa D’Angelo) ha cercato di rasserenare l’ambiente e ha dispensato elogi verso il suo  nuovo allenatore con una  frase ad effetto: “Ci voleva una sferzata, Gattuso mi ha subito impressionato per la sua forza e la sua umanità. E’ l’unico che ci può traghettare verso una grande bellezza. A tutti voi dico: siate sereni perchè il peggio è passato. Il sole sorge sulle vostre vite. Viva il Napoli e viva l’azzurro”. Una frase dal sapore cinematografico, che sarà stata apprezzata anche da Farhad Moshiri (uomo d’affari iraniano-britannico che opera nel campo dello spettacolo come De Laurentiis) che è il proprietario dell’Everton e che ha affidato ad Ancelotti la panchina dei Toffees sulla base di un contratto di quattro anni e mezzo a circa 6 milioni di euro  a stagione e con scadenza anno 2024 (per una somma complessiva lorda di 27 milioni d’euro). 

Ancelotti proprio in queste ore è a Napoli per risolvere le sue pendenze contrattuali con la società partenopea. E troverà un De Laurentiis reduce dalla cena di Natale, dalla sconfitta col Parma in campionato, e con la prospettiva di affrontare il Barcellona negli ottavi di finale della Champions con Gattuso in panchina; che come allenatore la Champions la vista solo alla TV. Non credo che troverà il solito ADL, ironico e a volte anche un po’ sfrontato e sopra le righe. Anche perché Ancelotti  gli chiederà è vero la risoluzione del contratto, che certamente rappresenta una buona notizia per il Presidente napoletano;  ma comunque si dovrà trovare un accordo sulla buonuscita da liquidare al tecnico,  e con l’aria che tira a Castel Volturno non sarà facile venirne fuori.

Comunque sull’atmosfera che si respira nell’ambiente napoletano ha voluto portare tranquillità anche lo stesso Ringhio Star, come lo ha definito ADL nella conferenza di presentazione. Gattuso  durante la cena di Natale ha avuto parole di incoraggiamento per la squadra, e ha voluto sottolineare che non è venuto a Napoli per i soldi, ma perché crede in questi giocatori; molti dei quali negli ultimi cinque anni hanno fatto la storia del Club  e crede in questa società.
Poi il Tecnico ha proseguito il suo intervento dicendo: “so che questo non è un bel periodo ma che si può uscire a testa alta perché ce la possiamo fare, e abbiamo tutte le possibilità per farcela”. Poi, in conclusione, ha pregato le compagne dei calciatori a fare le mogli e le madri, e a supportare anche moralmente i loro compagni. Ma gli ha anche voluto  sottolineare: “di non  intromettersi in faccende calcistiche”. Chissà se il buon Ringhio in quel momento ha pensato a Wanda Nara e alla vicenda di Maurito Icardi (suo marito);  oppure se si è ricordato di quanto affermato di recente da Antonio Conte a proposito del sesso dei calciatori nerazzurri, in merito a posizioni, frequenza, durata, ecc.; e chi più ne ha più ne metta (di chiacchiere s’intende).