Si conclude con una vittoria per 2-0 la partita tra Napoli e Rijeka. Di Politano e Lozano le reti di una partita che, purtroppo, rimarrà storica. La prima senza Maradona.
Emozioni e brividi si sono rincorsi e sorpassato nelle ultime ventiquattro ore. Più si avvicinava il fischio d'inizio, più i respiri assomigliavano a sospiri. Il Tempio, silenzioso e vuoto all'interno, brulicava di passione e di amore fuori. Il minuto di raccoglimento si scioglie nell'applauso che tutto il Popolo partenopeo ha tributato alla più terrena delle sue divinità.

C'è una partita da giocare, anzi da vincere. Il Napoli parte lento e non riesce a scalfire il muro eretto dal 541 del Rijeka. Ci vogliono quarantuno minuti, un doppio passo di Zielinski e un taglio back door di Politano per gonfiare la rete e chiudere la prima frazione in vantaggio. Forse è autogol, forse no. Poco importa. 
Il secondo tempo continua sulla falsariga del primo, poi i cambi di Gattuso spostano gli equilibri del match. Entrano Insigne e Lozano, il lancio illuminante del primo squarcia la tristezza dell'atmosfera e la difesa fiumana, il taglio del secondo produce la seconda marcatura e chiude de facto la partita.
Ad un quarto d'ora dalla fine Gattuso torna al 433 che tanto lo intrigava al principio della sua esperienza napoletana. La qualità di gioco migliora senza dubbio, ma anche il Rijeka tira i remi in barca. Insigne si presenta due volte davanti al portiere, ma non riesce a mettere un sigillo che stasera avrebbe avuto un sapore certamente speciale, unico, indimenticabile. Ci prova anche Ciruzzo, al secolo Dries Mertens, ma per stasera basta così.
Due goal. Due palloni. Uno per Napoli. L'altro per Buenos Aires. E una speranza: che la prossima partita europea del Napoli si possa giocare nello stadio "Diego Armando Maradona" di Fuorigrotta.