La tanto attesa stagione di Serie A è finalmente iniziata, mostrandosi al pubblico già nel pieno della sua cocente competitività: diversi infatti i match particolarmente equilibrati come quello dello stadio Olimpico di Roma sfonda biancoceleste, con un Napoli vittorioso in rimonta per 2 a 1; a capovolgere il parziale ci ha pensato anche la Juventus, coinvolta in un'uscita piuttosto complessa al Bentegodi di Verona contro il Chievo, dove si è imposta con un 3 a 2 nei minuti di recupero.

Qualcuno potrebbe già iniziare a discutere delle incertezze in primo luogo difensive delle due formazioni, le quali hanno visibilmente scoperto il fianco alle avversarie, dimostrando all'esigente critica che servirà ancora del tempo per far rodare gli schemi di gioco ed ingranare le marce superiori: così contrariamente a quanto possa esser trapelato dalla fresca sessione di calciomercato, anche in questa stagione il duello al vertice potrebbe rivedere i partenopei come principali antagonisti della Vecchia Signora.

Il nuovo tecnico azzurro Carlo Ancelotti ha infatti deciso di optare per una strategia intelligente, nel segno del rispetto nei confronti del suo predecessore Maurizio Sarri, dal quale ha ricevuto in eredità una squadra con dei meccanismi di gioco ormai ben radicati nelle menti degli interpreti in campo: come nell'occasione della rete di Milik al 47' della prima frazione, quando in pieno recupero Insigne ha aperto il compasso cercando il solito scatto di Callejon, attento ad evitare il fuorigioco, che ha così potuto servire il centravanti polacco, al quale è stato affidato il compito di concretizzare una splendida azione. 

Ma non era la prevedibilità il problema dominante dell'ultimo periodo per il Sarrismo? Se Ancelotti non si inventa qualcosa, a cosa potrà servire il suo arrivo?
Beh a dire la verità Carletto ha già trovato diverse soluzioni innovative rispetto alla precedente versione della classica tragedia calcistica partenopea: basti vedere il goal del sorpasso targato Insigne arrivato al 59' per rendersi conto di come sia cambiato l'assetto offensivo del Napoli; nata da una palla inattiva, la pericolosità degli azzurri ricerca le proprie origini nel maggior numero di uomini portati nell'area biancoceleste, capaci di liberare alla conclusione il talento con la maglia numero 24 sulle spalle, capace di sorpassare Strakosha con un destro piazzato all'incrocio dei pali.
Una costruzione della manovra non eccelsa sicuramente, ma quando si attacca in massa e con le presenze giuste in area di rigore, le palle inattive possono visibilmente rappresentare un'arma importante per scardinare le difese avversarie, creando confusione nella sfera di influenza del portiere, trasformandosi in ostacoli che rendono complicato a quest'ultimo l'effettuarsi di un'eventuale uscita alta per intercettare il pallone.

Se si tratta di dettagli tecnico tattici o frutti del caso al tifoso di certo non importa, ciò che è necessario per essere osannati nell'universo calcistico è uscire indenni dal campo di battaglia con la vittoria in pugno, seppur lo si faccia sporcandosi le mani: un Napoli meno preoccupato dell'estetica, ma più improntato ad un efficace cinismo, con un popolo intero che si interroga sul quesito più martellante del momento: sarà davvero in grado di sopportare il peso schiacciante dell'ennesima sfida lanciata a Cristiano Ronaldo e compagni?