Romanticismo: è la prima parola che due anni e mezzo dopo mi viene in mente.
Romanticismo: sarà la prima parola che mi verrà in mente, per sempre, quando penserò al Napoli 2017/2018.
Rewind.

Maggio 2016: Napoli-Frosinone.
A Napoli diluvia, tanto. Mertens “scavetta” per Higuain al limite. Higuain stoppa di petto e “rovescia” in rete. 4-0 Napoli, tripletta del Pipita che diventa il miglior marcatore della storia della Serie A in una stagione con 36 reti. Battuto il record di Nordahl che durava da tempo immemore. Quel record fu battuto nel modo più romantico (toh, parola nuova?) possibile, dopo una stagione incredibile del Napoli di Maurizio Sarri, arrivato tra lo scetticismo generale, in tuta, da Empoli e da ex banchiere. 82 punti, una lotta scudetto appassionante con la Juventus e una squadra che dispensa calcio spettacolo ad ogni passaggio. Gonzalo è il terminale di una macchina di una bellezza incredibile, segna sempre e segna gol pazzeschi. Gonzalo è un re, il Napoli si affaccia a livelli che mancano dai tempi del Napoli di quel numero 10 lì (sì, proprio lui). Gonzalo chiude con il record in un San Paolo stracolmo, sotto una pioggia battente. Passione allo stato puro, tutta per lui: lo stadio e i compagni hanno giocato per lui, lo hanno trascinato alla tripletta, lo cercano sempre. Lo trovano. 3 volte. Quanto basta. Tripudio. Sembra solo l’inizio di una storia che annuncia il riprovarci, il tornare a lottare tutti insieme e più forti per quel tricolore sognato per mesi. Le premesse ci sono tutte, con Gonzalo che canta sotto la curva, che segna anche se non vuole, mai così forte e in forma in carriera, “figlioccio” di Maurizio Sarri, che per lui stravede.

Luglio 2016:
Gonzalo Higuain passa alla Juventus per 90 mln di euro, tramite clausola rescissoria. Il Pipita. Sì, proprio colui che 3 righe più sopra cantava sotto la curva. Napoli è sotto schock, era pronta a riprovarci, con Gonzalo. Si stava facendo bella, anche per la Champions League alla quale non partecipava da 3 anni. Ma Gonzalo dimentica, e passa proprio alla Juventus, alla quale Napoli voleva provare a strappare quel tricolore tutt’oggi tanto desiderato, dopo averlo pregustato per mesi. Questo trasferimento, che è entrato nella storia del calcio del calcio italiano il giorno stesso in cui si è concretizzato, è fondamentale ai fini della nostra storia.

Ottobre 2016:
Arkadiusz Milik, acquistato dall’Ajax per sostituire il Pipita, dopo un avvio fantastico con gol a grappoli, si rompe il crociato. Ci va Gabbiadini in mezzo a Insigne e Callejon ma no, non va, non funziona. Manolo ci prova, si impegna, è anche bravo ma non basta. E ora che si fa? Roma e Juve scappano, il mercato è lontano.
Nell’estate 2015 però, mentre Gonzalo era in vacanza dopo gli impegni con la Nazionale Argentina, in amichevole a Nizza, alla prima di Sarri, Maurizio schiera Dries Mertens centravanti. Era solo per emergenza eh, figurarsi. Dries segna ma, lo abbiamo detto, è solo una soluzione d’emergenza. 1 anno e qualche mese dopo però Gonzalo segna per la Juve, Milik è rotto, Gabbiadini non convince… Oh c’è rimasto solo Ciro, gennaio è lontano, quasi quasi lo proviamo che qui facciamo fatica. Primo periodo di rodaggio, qualche gol con buone indicazioni come nel 2-0 interno con l’Empoli. E poi un’altra svolta per la nostra storia, in 7 giorni: Cagliari 0-5 Napoli e tripletta di Dries. Napoli 5-3 Torino e poker di Dries, con un pallonetto che ricorda un po’ quel numero 10 lì (sì, è sempre lui). Da quel momento non si ferma più. Una furia assoluta, l’Italia e l’Europa assiste allo sbocciare, in ritardo con i suoi 29 anni, di un fuoriclasse destinato a fare epoca. Delizioso, bellissimo quanto quella squadra. Saranno 28 i gol in Serie A, tutti fantastici, dietro al solo Dzeko, ma iniziando a segnare e giocare con continuità solo da dicembre. La sensazione è che quei 36 gol avrebbero tremato se ci fossero state altre 3-4 partite. Il Napoli è meraviglioso, più bello dell’anno precedente e a livelli mai più raggiunti di bellezza: è abbagliante, ammaliante. Mai in Italia si era vista una squadra così bella. Chiuderà a 85 punti ma con la sensazione, comune a tutta Italia, che l’anno venturo sarebbe stato molto complicato per la Juve. E così sarà…

Agosto 2017:
Napoli ci crede, tutti ci credono anche nel resto dell’Italia. Questo Napoli è troppo bello e forte, la Juve è avvisata. 
Reina, Hysaj, Albiol, Koulibaly, Ghoulam, Allan, Jorginho, Hamsik, Callejon, Mertens, Insigne. Sarà una filastrocca, giocano sempre loro, sono troppo belli e forti, ma come fai a toglierli?! Si rompe Ghoulam che aveva raggiunto livelli impressionanti, si rompe, di nuovo, anche Milik, unico ariete della rosa, ma quella squadra è davvero troppo forte. Entra Mario Rui nella filastrocca al posto di Faouzi: il risultato non cambia, questi sono forti, questi danno spettacolo, si parla di loro in tutto il mondo. Una squadra così forte e così bella non si vede sempre. Reina è leader, Albiol e Kou sono insuperabili, Hysaj dà equilibrio, Mario Rui diventa imprescindibile, Jorginho gioca a 1 tocco, ma come fa?! Allan è ovunque. Marek Hamsik è delizioso, il fuoriclasse assoluto della squadra, uno dei centrocampisti più forti della storia del calcio italiano. Sembra più fiero e determinato del solito quest’anno, perfino la cresta sembra più alta. Sarri lo preserva sempre, al 60esimo per Zielinski tanto il Napoli sta sempre 2 o 3 a zero. Lui lo meriterebbe più di tutti e probabilmente lo aspetta più di tutti. E poi quei 3 lì davanti. Fanno quello che vogliono, non ce n’è per nessuno. Ma sono fantastici, imprendibili eppure piccoli. Callejon-Mertens-Insigne: ma che spettacolo sono? Si cercano e si trovano più dei bambini al campetto sotto casa che giocano 8 ore al giorno insieme. Gonzalo da buon ex colpisce a Napoli, proprio lui. Ma questa squadra è troppo forte, è convinta e macina calcio, vince, convince, è campione d’Inverno. Perde in casa con la Roma ma non molla niente, doppio pareggio a San Siro e siamo a -6 ma oh, guai a mollare, manca tanto e c’è lo scontro a Torino. E chi ci ha mai vinto là? Quelli pure fanno paura eh, e Gonzalo ci segna sempre. Traditore! Stiamo perdendo in casa col Chievo, è finita, ce ne andiamo a -9, e Dries, esausto perché gioca sempre, sbaglia pure il rigore. Sta volta è finita. E invece Lorenzo pennella per la testa di Milik (quanto ci è mancato il colpo di testa…) ed è 1-1. Ma l’arbitro dà solo 3 di recupero (inspiegabilmente), e come facciamo?! Il Chievo è infame, non lo rimonti. Ultimo calcio d’angolo, batte Josè, tutti dentro. Il San Paolo ribolle di passione ma anche di paura, è quasi finita, siamo a -8. Ma la palla arriva ad Amadou: stoppa, controlla e la mette sul secondo, spinto da uno stadio intero. Gol, signori è gol. 2-1 in 4 minuti, il San Paolo è da brividi e io sono ad un battesimo, mamma e papà i padrini ma non capisco niente, urlo e insieme a me una folla che non avevo notato alle mie spalle. Papà compreso, da padrino. Siamo vivi, poi loro pareggiano a Crotone, noi battiamo l'Udinese e 4 giorni dopo siamo a quello scontro famoso. A Torino.
Spinti da una Città e da un Popolo intero, ci presentiamo a casa dei più forti con una cazzimma, una spavalderia e una voglia di dimostrare quanto siamo forti quasi irrispettose. 
Non c’è partita, siamo onesti. Non c’è mai stata. Pjanic ci toglie almeno 3 anni di vita con quel palo deviato su punizione mentre noi ci proviamo in tutti i modi ma non va. Sono rintanati ma poi Insigne crossa insidioso, e Buffon non la rischia: è angolo. Siamo al minuto 89. Stanno prendendosi il pareggio che volevano. Restano a +4 a sole 4 domeniche dal termine: ora si che è finita. Batte ancora Josè, e batte bene. Imperioso, quello che in quel momento è il miglior difensore al mondo, stacca con una superiorità e una potenza ai limiti dell’imbarazzante e fa sembrare Benatia un bimbo impaurito. Signori, è gol anche questa volta. Kalidou di testa insacca con una potenza ed un’eleganza formidabili, Gigi non può niente. La panchina esplode, il settore ospiti piange, a casa mia io dal salotto mi ritrovo in cucina e con un calzino. Come l’ho bucato durante l’esultanza, resterà uno dei segreti più irrisolvibili del 2018 e non solo. Mio fratello e mio papà delirano: esultano così tanto che non sanno neanche cosa stanno facendo. Gli ultimi minuti sono un’agonia psico-fisica e ci tolgono altri 3 anni di vita (almeno), ma poi finisce. Siamo a -1 e loro devono andare a San Siro e a Roma. Non ci crediamo neanche noi tifosi, che quella squadra così bella e passionale ci sta portando a un soffio dallo scudetto più romantico di sempre. Una settimana incredibile, che culla un sogno lungo 9 mesi. Napoli è tutta una festa, e chissenefrega delle critiche: non abbiamo vinto niente, ma questa squadra è magica e il calcio è passione. Napoli vive di passione. A Torino tremano, passano una settimana da incubo e Dybala va anche a rapporto dagli ultras che no, loro questo scudetto vogliono vincerlo a tutti i costi. 
E a San Siro, e di conseguenza anche alla fine, a tutti i costi vinceranno.
Il Napoli a Firenze naufraga nell’hotel prima e nel campo poi. 3-0 viola e sì, questa volta è finita per davvero. Crolla quella squadra che 7 giorni prima aveva fatto tremare quelli che non tremano mai. Crolla emotivamente dopo aver assistito al gol di Gonzalo, sì proprio lui. Colui che apre questa storia la chiude anche.
Ed è tutto così tragico, così passionale. Così dannatamente romantico.

Si conclude un triennio magico, che resterà impresso nella memoria di tutta Italia e nel cuore dei napoletani. Non si era mai vista un’unione così viscerale tra i tifosi e una squadra come quella di Napoli e il Napoli nel 2017/2018.
Non aver vinto quello scudetto farà male per sempre, ma io parlerò ai miei figli di quella squadra e di quell’allenatore, che si misero in testa la follia di mettere fine al dominio più assoluto della storia del calcio italiano, dopo aver perso il loro bomber che è andato proprio dall’altra parte. E per poco non ci riuscirono, al termine di uno dei testa a testa più belli che il calcio italiano abbia mai visto. 
95 punti a 91, e una superiorità sulle altre 18 che sfonda l’imbarazzo.
Reina, Hysaj, Albiol, Koulibaly, Mario Rui, Allan, Jorginho, Hamsik, Callejon, Mertens, Insigne.
Allenati meravigliosamente da Maurizio Sarri.

Grazie ragazzi, ci avete regalato qualcosa che è andato ben oltre uno scudetto.
Ci avete regalato un sogno… nel cuore… Napoli torna campione…