Leggere notizie di mercato sul Milan sta diventando una inutile sofferenza. Già vedo aficionados rossoneri sotto l'ombrellone in preda a crisi di nervi, far esplodere lattine di coca-cola, scalciare angurie e lanciare improperi a bagnini bianconeri. Io predico calma e gesso. Non badate a Juventus e Inter. I bianconeri potrebbero dare 12 milioni l'anno a de Ligt, pagandolo 80. Praticamente il valore del Milan attuale. L'Ambrosiana Fc Juventus 2.0 di Conte-Marotta pensa in grande, spenderà centinaia di milioni. Del resto l'interista sotto l'ombrellone, è risaputo, si esalta. Non badiamo a loro quindi, ma a Sampdoria e Sassuolo, con cui lottare strenuamente per stare nella prima colonna della classifica.

Tra le manovre di mercato rossonere ce n'è però una che prima mi ha sorpreso, poi allibito, quindi indignato, fatto smoccolare e, poi, bevuta la tredicesima birra, fatto sorridere in modo fatalista: lo strano caso di Suso Jesús Joaquín Fernández Sáenz de la Torre e de la Vega. Nome lungo perché deve dare tempo al telecronista di finire il suo nome prima che lui si decida a: provare un dribbling a rientrare o uno sbilenco tiro a rientrare. A sinistra. Sgombro subito il campo dagli equivoci: non mi piace. Non mi è mai piaciuto. Prevedibile, tremendamente discontinuo, a tratti impalpabile. Un "fantasista prevedibile" suona come un ossimoro. Un vino frizzante senza bollicine, una strafiga brutta. Chi ha l'idea del fantasista stampata nel cervello col nome di Dejan Savicevic, resta perplesso. Se non il Genio montenegrino, il fantasista con un minimo di senso (insensato) potrebbe essere uno svogliato dribblomane, ma almeno imprevedibile, genialmente inutile. Suso no. Lo guardi, e sai già quello che farà. Lo sai tu in poltrona mentre tracanni la tua Peroni gelata, lo sanno anche i difensori avversari. Resta un buon giocatore, dai piedi rivestiti di camoscio pregiato (no, non il formaggio), che ha anche fatto buone cose in rossonero (l'ultimo trofeo vinto si deve anche ad una sua prestazione sontuosa) e che in una squadra ben quadrata può starci. Il problema è che il Milan attuale (e in divenire), sembra tutt'altro che una squadra quadrata. Piuttosto un esagono scaleno senza un lato.

E allora? Il Milan pareva deciso a venderlo, ottenendo anche una straordinaria plusvalenza di 40 milioni puliti. Nell'ordine, si è letto di interessamenti da parte di: Totthenam, Valencia, Arsenal, Lione, Monaco, Siviglia, Atletico Madrid, Longobarda. Tutti pronti a portarselo a casa sborsando la clausola da 40 milioni. I tifosi già organizzavano pullman e pellegrinaggi mistici a piedi per portarlo di persona a destinazione, facendo sosta in qualche santuario per ringraziare santi a caso. E invece no, dietrofront. Suso resta. I nuovi dirigenti vogliono dargli un'altra chance: trequartista (vice Paquetà nel rombo di centrocampo Giampaolesco) o seconda punta a svar(ion)are attorno al pistolero. Sarà. Resta un dubbio. Posto che, a sentire i saggi santoni di mercato, una grossa plusvalenza occorrerà farla: è cosa saggia sacrifricare il ventenne Donnarumma per 50 milioni e tenere Suso per cui fior di squadre in lizza per la champions erano pronte a pagarcene 40? Sarebbe un suicidio. Un clamoroso autogol di tacco à la Riccardino Ferri. A meno che (e mi sembra la cosa più vicina alla realtà) le fantomatiche offerte di 40 milioni non siano mai esistite e l'unica proposta concreta sia arrivata via mail da un tale Mark Caltagirone.