Con le prestazioni fornite dall'attaccante del Milan Piatek, siamo davanti ad un autentico mistero di cui - è meglio saperlo subito - non verremo mai a capo, visto che probabilmente la questione avrebbe maggiori possibilità di chiarimento, se fosse analizzata non in sede sportiva, ma sulla poltrona dello psicologo. Krzysztov Piatek lo scorso anno, al suo primo campionato in Italia, aveva ricevuto il riconoscimento di grande goleador, avendo segnato 30 reti complessivamente, tra Genoa e Milan, avendo diviso le prestazioni tra i due club nel mercato di gennaio 2019, quando si trasferì a Milano. A onor del vero il rendimento del calciatore polacco con i rossoneri è stato già, nel girone di ritorno della scorsa stagione, di gran lunga inferiore a quello eccezionale avuto con i rossoblù; Krzys nel 2018/19 ha giocato col Genoa 21 partite (2 in coppa Italia) segnando 19 reti (6 in Coppa Italia); nel Milan, fino al termine della stagione, ha giocato 21 partite (3 in coppa) segnando 11 gol (2 in coppa). Già questi dati indicano chiaramente che l'involuzione dell'attaccante milanista è cominciata lo scorso anno, ma ancora più sorprendente il dato comparativo dall'inizio della stagione 2019 su quella 2018: 3 soli gol segnati quest'anno contro i 9 dello scorso (solo in campionato). Dunque la crisi è cominciata con il trasferimento al Milan, risultando sempre più evidente e marcata con il trascorere dei mesi; oggi del calciatore che ha stupito all'esordio nella serie A non c'è più traccia.

Si è equivocato circa le cause di tale eclisse, adducendo come motivazione principale, se non esclusiva, le difficoltà della squadra rossonera, incapace di proporre un gioco in attacco tale da favorire le qualità di Piatek; ma a prescindere che il polacco ha sostanzialmente giocato in tutte le possibili soluzioni offensive che il Milan era in grado di proporre, senza migliorare il livello delle sue insufficienti prestazioni, va sottolineato che - con il cambio dell'allenatore - il livello del gioco in attacco della squadra è notevolmente salito. Il Milan di Pioli è una squadra votata all'attacco, capace di portare in avanti entrambi i terzini ed entrambe le mezze ali, in aggiunta agli attaccanti di ruolo; la squadra va ora al tiro con apprezzabile continuità, spesso determinando l'elevato rendimento del portiere avversario. Piatek vaga nell'area di rigore come un pesce fuor d'acqua, incapace di scattare a tempo sulle imbucate, inefficace nelle conclusioni dal limite, impreciso nei movimenti, distratto nel seguire l'azione, soprattutto preda di errori incredibili, come il colpo di testa indirizzato ampiamente fuori dai pali del portiere della Juventus. Ovviamente nessun intenditore di calcio può sensatamente ritenere che in lui si siano perse le qualità che aveva dimostrato di avere; fiuto del gol a parte, Piatek risultava praticamente immarcabile, capace come era di segnare in ogni modo e da ogni posizione. Sicuramente favorito da un anno positivissimo, dove gli riusciva tutto facile, ma comunque dotato delle indispensabili qualità che fanno di un attaccante qualsiasi, un grandissimo goleador.

Oggi il giocatore, che pure mostra applicazione e buona volontà, ha smarrito tutti i suoi pregi: dal tiro in porta, al dribbling allo scatto; spesso fuori posizione, costantemente in ritardo e lontano dalla porta quando conta esserci. Tutti ricordiamo il suo impatto a San Siro in Coppa Italia contro il Napoli: due gol di cui uno scherzando un certo Koulibaly e segnando con un tiro liftato sul secondo palo. Era lui? il dubbio francamente viene. Cosa gli è accaduto per essere oggi l'ombra di quell'attaccante? Qui dovremmo entrare nei meandri della personalità e dell'umano pensiero; nelle emozioni del profondo io che bloccano la mente; nella perdita dell'autostima e della credibilità del proprio ego; forse dovremmo entrare nello stile di vita, nel recente matrimonio, nella diversità di proposta che una città come Milano esibisce rispetto a Genova. Ecco appunto siamo arrivati alla fase freudiana della nostra analisi, cui ci siamo ripromessi di non voler entrare, semplicemente perchè non avremmo risposte.

Il Milan non può accontentarsi di questa punta, che non incide, perchè nessuno dei compagni di reparto ha caratteristiche di goleador, e infatti i rossoneri sono tra le squadre che hanno segnato meno gol in assoluto. La classifica impone alla società meneghina di porre rimedio alla carenza. Con l'apertura della fascia invernale di mercato Piatek non ha molte speranze di essere ceduto, vuoi perchè i 35 milioni sborsati giusto un anno fa sono oggi largamente superiori al valore corrente del calciatore, sia per l'elevato ingaggio che gli viene corrisposto. Una possibile soluzione potrebbe essere un prestito di 6 mesi al Genoa, nella speranza che il ritorno nella squadra dove fece vedere grandi qualità, lo stimoli a dovere. Nel frattempo il Milan dovrà cercare l'uomo da 30 gol a stagione che credeva di avere nella rosa. Non sarà facile.