Ho giocato a calcio per una decina d'anni, da quando ero piccolo piccolo e a sei anni e non avevo proprio voglia di andare al campetto ad allenarmi sino ai 17 anni, quando scelsi di smettere con questo sport dopo un infortunio subito in allenamento: rottura del tendine estensore del pollice della mano sinistra. Avrei certamente potuto riprendere dopo la necessaria fisioterapia, ma all'epoca scelsi di fermarmi. Se oggi potessi, riprenderei subito a giocare a calcio, per il semplice piacere di giocare e di competere con altri: si vedrà.

A prescindere dall'infortunio, non sarei mai diventato un calciatore professionista, lo riconosco e l'ho sempre saputo. Di certo non è stato riconoscere che non sarei mai diventato un Messi, un Iniesta, o un "qualsiasi", tra molte più virgolette di quelle che io ho inserito, calciatore di serie A il motivo per il quale smisi. Nonostante questa "sfortuna" - nulla di grave ai miei occhi - ho comunque avuto la fortuna di aver potuto praticare questo sport, uno sport al quale tutt'ora mi piace giocare, anche se non posso dedicarmici come un tempo (come non dovrei neppure scrivere questo pezzo, dato che una tesi mi sta aspettando). 

Quando leggo nei giornali di "222 MLN per Neymar", "180MLN per Mbappé", o i soli "65(circa) MLN per Laporte" non posso negare che quella bella immagine che ho del calcio venga offuscata e corrotta. Se fino a poco tempo fa simili cifre erano inaudite, vale a dire mai-sentite-prima, oggi quasi sono "inudibili", non si sentono più, non vengono più colte con stupore, come se ci fossimo abituati al fatto che nel calcio ormai questa sia la regola. E se è così, se cioè così va il mondo del calcio, nessuno più ci bada, proprio perché è normale: nessuno si scandalizza di pagare 1€ un caffè, perché quello è il prezzo medio di un caffè. Nessuno, pertanto, si scandalizza per i 65, quasi, MLN per Aubameyang: è un attaccante che fa gol, dove sta il problema? Sì, ma... Si tratta certamente di una posizione non condivisibile, ma questo è quello che mi è parso: che un Coutinho, certamente non un calciatore qualunque, sia stato pagato centosessantamilionidieuro (più o meno), e che un Van Dijk ottantacinquemilionidieuro, non sembra quasi più far scalpore.
Certo, ci possiamo forse indignare per simili cifre, ma mi sembra che sia molto più facile esaltarsi per tutti questi milioni "investiti": wow 160 milioni per Coutinho che va al Barcellona che ora ha Suarez Messi Dembelè che ha pagato 150 milioni e può vincere tutto e prendere anche quello che non ha preso se non lo ha preso prima. Un flusso di incoscienza il nostro, come il loro: anche noi siamo coinvolti in questa assurde trattative. Riteniamo che ormai sia questo il trend, una parola questa che non uso a caso, dato che sempre più il calcio si è finanziarizzato: bonus per potersi accaparrare un giocatore in mancanza di capitale nell'immediato (comparsi nel momento in cui è arrivata la crisi); clausole di rescissione; estrema rilevanza dei diritti TV e d'immagine; società gestite da società gestite da società di cui non si sa in che società civile abbiano la propria sede; trattative societari con fondi di investimenti: ad libitum

Eppure, mi piacerebbe tornare a giocare a calcio. Sarà perché nessuno pagherà per me affinché io dia il mio contributo in campo; sarà che la mia quotazione non è presente in transfertmarkt; sarà che nessuno mi ha contattato nonostante io sia svincolato. Perché nonostante tutti questi milioni il calcio continua ad affascinarmi? Perché - evidentemente rientro anche io tra quelli che ormai non si stupiscono più di certe cifre - quando ho visto un Ibrahimovic librarsi in aria, fare una rovesciata da 30-35 metri e segnare all'Inghilterra quello che ho visto è stata pura poesia calcistica, e non i milioni che aveva preso, che valeva o che grazie ad un simile gesto avrebbe incassato tramite possibili nuovi sponsor e/o pubblicità. Quando ho visto Van Persie volare e segnare di testa a Casillas sono saltato dal divano, e non perché la Spagna le stava prendendo di santa ragione, ma perché quel gol era bello: se lo avesse segnato all'Inter, la mia squadra, avrei comunque esultato. Quando Totti ha fatto gol al volo di sinistro da posizione defilata, pur non presente allo stadio mi sentivo tra i tifosi della Sampdoria che lo applaudivano. Lo stesso potrei dire per il gol di Messi in finale col Bayern, e per tanti altri gol, o gesti tecnici. Quando vedo tutto questo proprio non ce la faccio: dimentico anche io tutti i traffici (più o meno loschi), le trattative, i bonus, i procuratori, e rimango lì preso dalla poesia di questi gesti.

Non sarò diventato un calciatore, ma sono stato fortunato ad aver visto l'ultimo gol di Baggio e il pubblico che lo applaude, le sfide Messi-Ronaldo, Guardiola, il calcio di Sarri, il Chievo in UEFA, Adriano prendere traversa da centrocampo contro il Palermo, Del Piero e Totti, lo scavetto di Pirlo contro Hart...
Che si tengano pure tutti i loro milioni, e che continuino pure a spenderli: spero solo che il calcio mi possa offrire ancora tutto questo.