Sin qui la gestione Elliot è stata caratterizzata da continui cambi di strategia, che purtroppo hanno aggiunto confusione alla confusione. L'incertezza sul da farsi si è allargata a macchia d'olio, coinvolgendo il club in tutte le sue attività: dai contratti di sponsorizzazione a quelli dei calciatori, dalla pianificazione dei progetti riguardanti lo stadio a quelli di rafforzamento della rosa nel mercato invernale, dalla composizione dei quadri dirigenziali a quella dei quadri tecnici.

In sostanza del Milan non si capisce quali siano i programmi e gli step da raggiungere per traguardare obiettivi ancora oscuri.

Purtroppo si deve ammettere che la gestione Elliot risulta a oggi deludente per non dire fallimentare e non ha prodotto alcuno dei target auspicati; il valore del club è sceso, i risultati sportivi sono deficitari, quelli di bilancio preoccupanti, le entrate da sponsorizzazioni in calo.
Del progetto stadio si parla sempre di meno e ci pare sempre più di difficile realizzazione: non ci stupiremmo se presto, magari da parte dell'altro club cointeressato, ci fosse un clamoroso passo indietro, che metterebbe a nudo la fragilità dell'intesa rossonerazzurra.

La perdurante indecisione su tutti i fronti manifestata dalla proprietà certamente non agevola il compito della dirigenza, che -a cominciare dalla loro stessa traballante posizione- non nutre né certezze né stabilità.
Partendo quindi da una situazione di classifica precaria ci si ritrova nel pieno del Mercato invernale, con l'obbligo di potenziare l'organico, ma senza sapere come. 

Bene o male l'operazione Ibrahimovic si sta rivelando azzeccata, almeno sul piano dei nuovi stimoli che lo svedese ha trasmesso a tutta la squadra; certo le tante incertezze furono superate causa il 5-0 di Bergamo, ma almeno l'operazione alla fine si è chiusa. Meglio sarebbe se ora si riuscisse a potenziare l'organico con pochi, ma chirurgici innesti nei ruoli chiavi.
Prima però bisogna decidere definitivamente il modulo, determinare le caratteristiche degli innesti, individuare i calciatori alla portata e chiudere le operazioni: un processo schematico, naturale, semplice.

Invece leggiamo che tizio costa troppo, caio ha commissioni elevate, Sempronio si fa solo con uno scambio, Pinco Pallino arriva se esce qualcun altro e via di questo passo. Analogo andamento nel mercato estivo, risultò nefasto, cercando obiettivi mai raggiunti (Correa su tutti), che bloccarono ogni iniziativa fino agli ultimi giorni di mercato.
Quella impasse non ha insegnato nulla: oggi il club insegue Olmo, obiettivo difficilissimo da acquisire per concorrenza, costo dell'operazione e troppi intermediari; ma nessuno sembra riflettere poi su come impiegare questo esterno nel 4-4-2?

Nel frattempo non si riesce a fare nessuna operazione in uscita; quelle realizzate sono autentico fumo negli occhi: Borini è stato svincolato, Caldara è stato regalato e in più continua a essere stipendiato anche dal Milan; Reina lo ritroveremo fra pochi mesi; Rodriguez, sembrava tutto fatto, ma ancora niente firma...; ma principalmente Suso, Piatek, Chanalogu, Kessie da cui si sperava di incassare 100/ 120  milioni sono fermi al palo e ogni giorno che passa diminuiscono le possibilità di venderli.

Mi chiedo questi calciatori, cui senza mezzi termini è stato confermato che sono sul mercato, possono trovare gli stimoli di sacrificarsi sul campo e aiutare il club a risalire in classifica?
Fallito il progetto "forti subito", poi quello "largo ai giovani", sta fallendo anche quello "riduzione monte stipendi" visto che in aggiunta a quanto appena detto, a breve il sig. Raiola ci presenterà il conto per il rinnovo contrattuale dei suoi assistiti Donnarumma, Suso e Bonaventura in testa!
A tutto ciò si aggiungano le ricorrenti e insistenti voci sull'imminente nuovo cambio di proprietà, che -vista la manifesta incapacità di conduzione di Elliot- sarebbe solo di grande utilità per la Società; in realtà però esso aggiunge un ulteriore stato di incertezza a tutti i livelli e principalmente, sul piano tecnico.

Pioli e i calciatori stanno lavorano su un precario stato di instabilità, temendo -a giusta ragione- che difficilmente ci sarà-per molti di loro- un futuro a Milano; certo se, come si dice, il passaggio di mano è subordinato alle autorizzazioni per la costruzione del nuovo stadio, si possono ipotizzare tempi lunghissimi.

Ma per questo Milan malato è un'ulteriore pessima notizia.