Al Milan ci sono molte cose che non tornano. La situazione di alcuni giocatori, soprattutto,preoccupa non poco. Il biondo Mexes evoca piacevoli bunga bunga al Presidente, nonostante delle amnesie difensive che innalzano la libido dei giocatori avversari. Cerci è ancora nella saletta di casa Milan a gridare "Hip Hip Urrà" nell'attesa che qualcuno gli ricordi che un calciatore di fascia dovrebbe possedere come sua arma principale la corsa e non le smorfie di sofferenza dopo uno scatto sui 20 metri. Il capitano (mentre lo scrivo ho brividi lungo la schiena) è, oltre ad un recuperapalloni eccezionale (non è il suo ruolo, ma non sa fare altro), anche quello che li perde maggiormente dando la possibilità agli avversari di avere chiare occasioni da goal. Zapata ha paura della sua stessa ombra, ma non riesce a sfuggirgli. La sua attenzione difensiva è paragonabile a quella che ha avuto Renzi con il suo insegnante di inglese. I risultati sono evidenti. Honda è in antitesi con quello che rappresenta il suo cognome: dovrebbe essere velocità, impetuosità. Lo è, ma solo con la lingua. Le dichiarazioni sull'ambiente societario, anche se descrivono esattamente quello che succede al Milan, non sono di sua competenza. Ciò che invece dovrebbe esserlo è il campo. Da buon giapponese, viste le sue recenti prestazioni, dovrebbe mettere in atto il tradizionale e più che mai necessario harakiri. Rodrigo Ely, dopo un ottimo precampionato, è stato messo da parte in seguito a una partita giocata neanche tanto male. Considerando le opportunità date ai compagni che non meritavano cotanta fiducia, fossi in lui, chiederei un bel po' di spiegazioni al tecnico. Il mercato rossonero rischia di evidenziare ancora di più il distacco squadra - società. Le voci di eventuali trasferimenti dei giocatori sopracitati non dovrebbero stupire. Stupisce, invece, ancora una volta, l'utilizzo di questi giocatori nelle partite ufficiali con le conseguenze logiche dovute a carenze tecniche e motivazionali. Se la guida della squadra è stata affidata ad un allenatore come Miha, vuol dire che la società sapeva di affidarsi ad un profilo di CT - manager che con il suo lungo e articolato staff avrebbe individuato, rimosso e sostituito adeguatamente le falle della squadra affidatagli. La società, invece, ancora una volta prosegue con la sua totale mancanza di punti fermi, Eppure, basterebbe che Galliani portasse il serbo a cena da Giannino ogni settimana per sapere cosa serve alla squadra. Il conto, ovviamente, lo paga Sinisa.