Al 19°, Rincon allarga il gioco dalla fascia destra fino ad Augello che staziona all'estrema sinistra. E' una delle soluzioni che si vedono nelle partite delle squadre di Giampaolo, che tendono ad allargarsi per vie orizzontali. Una volta lo si chiamava gioco arioso ed è un modo di muoversi che inganna lo spettatore. Sì, perché è una filosofia piacevole da vedersi, molto piacevole Mettendola in pratica, si dà l'illusione di giocare bene. Con queste soluzioni, il tecnico blucerchiato si era fatto la fama di maestro di calcio, che a un certo punto lo ha portato sulla panchina rossonera e il suo nome provoca ancora panico e angoscia nel mondo milanista al pensiero delle sue inclite gesta. Le squadre di Giampaolo praticano, nella sostanza, un calcio velleitario, anche se ben confezionato, nel quale non sanno neanche loro cosa stanno mettendo in pratica e perché. Ieri, ad esempio, in qualche momento la Sampdoria attendeva il Milan alta e corta come lo scorso anno aveva fatto il Porto di Conçeiçao, con la differenza che i portoghesi lo avevano fatto per tutto il match, mentre la Sampierdarenese Doria si scompaginava in profondità, perdendo le distanze, mentre retrocedeva quando il Milan accelerava. Se la partita è rimasta in bilico e il Milan ha rischiato di non vincerla, magari anche di perderla, è solo perché i rossoneri si sono complicati la vita come un gruppo di masochisti e autolesionisti.

I rossoneri sono passati molto presto in vantaggio con Messias, che ha finalizzato una manovra da sinistra verso destra in un'area blucerchiata, scompaginata da un movimento in profondità di Giroud. Leao stoppava troppo lungo, ma Messias la metteva fra le gambe di Audero. Come era successo a Maignan, martedì scorso a Salisburgo, Audero si aspettava il tiro a giro sul palo opposto e aveva fatto un mezzo passo in là. Per questo motivo, il tocco di Messias sul primo palo lo aveva trovato con le gambe divaricate e lo aveva beffato.

Qui è venuto fuori il solito Milan che, quando le cose sembrano troppo facili, crede di aver già vinto. I rossoneri sono arretrati troppo pensando di far girare la palla fra i centrali e, comunque, anche quando hanno attaccato, sono stati troppo morbidi e svagati, quasi che il raddoppio dovesse arrivare prima o poi quale naturale conseguenza della propria regale superiorità. Una bella castroneria, ammettiamolo! Prima della fine del tempo, infatti, Giroud sprecava con tocchi morbidi e imprecisi due occasioni d'oro costruite dalla fascia sinistra e firmate da Hernandez e Leao. Sarebbero stati due gol fatti con un minimo sindacale di killer istinct. In precedenza, l'arbitro aveva annullato il primo gol italiano di De Ketalaere, siglato di spalla come quello di Tardelli contro l'Atletico Bilbao a Torino nel 1977 (incontro di andata della finale di Coppa UEFA). Giroud era stato beccato dal VAR in posizione di off-side che, in seguito alla review, veniva giudicato attivo. La valutazione premiava la Samp e Giampaolo, nel suo fantasioso immaginario, iniziava a pensare di essere l'Unto del Signore per la serata di ieri. Questa convinzione si rafforzava quando Leao, alzava imprudentemente il gomito per difendersi e si faceva ammonire nel finale della prima fase. Il nervosismo di Hernandez contro il Sassuolo ha ormai attirato l'attenzione dei provocatori, che ogni partita tendono trappole. Iei Murillo aveva provocato Messias poco prima del gol con un calcetto fastidioso ad azione conclusa. E il brasiliano ci stava cascando.
In tutto questo inutile show messo in piedi dalla cicala rossonera, la formica di Marassi, poco dopo lo svantaggio, aveva confezionato una traversa con un bel tiro a giro da fuori area di Djuricic. L'episodio aveva premiato il Milan che, per tutto il resto del 1° tempo, non ne aveva approfittato realizzando il raddoppio, convinto nel proprio, altrettanto fantasioso, immaginario che il secondo gol sarebbe sceso dal cielo in un cestino ricamato di pizzo.

All'inizio della seconda fase, Leao si rendeva colpevole della seconda leggerezza, tentando una rovesciata in area che prendeva una faccia al posto del pallone. Prendeva il giallo supplementare che porta al rosso e sul quale si discute da ieri. E' vero che Leao era di spalle e non voleva colpire l'avversario, ma in un'area affollata, su quelle palle c'è sempre un avversario che va di testa e il portoghese, ieri sera, è stato imprudente. L'imprudenza, come la negligenza e l'imperizia, è una delle figure che configurano la colpa e si paga. Ieri, Leao l'ha pagata a caro prezzo.
A questo punto, Pioli si dimostra come al solito lento nel reagire alle situazioni e a varare i cambi. Troppo sicuro che non succederà nulla, si limita chiedere maggiore copertura a Messias, che stava giocando bene, ma che copre solo per buona volontà, non perché ci sia portato. Aveva già perso l'uomo a San Siro contro l'Udinese, lo ha fatto ieri anche con Augello, il quale se ne è andato solo solingo sulla mancina e l'ha messa per Djuricic. L'attaccante ha anticipato tutti in una difesa rossonera scompaginata dall'inferiorità numerica. Non era neanche il quarto d'ora del secondo tempo e il Milan era stato raggiunto. C'era da temere il crollo. Fatevi un esame di coscienza e poi ammettete di averlo temuto tutti (o sperato, a seconda del tifo).

Pioli si è scosso tempestivamente per evitare il tracollo e ha inserito finalmente Tomori come terzo centrale al posto del povero Messias, incolpevole perché poco adatto a certe mansioni. In questa maniera, Pioli si è messo nelle condizioni di guadagnare un uomo a centrocampo e, ripiegando, di difendere in cinque (come fa di solito una squadra che schiera 3 centrali). Meglio tardi che mai, in fondo, ma l'incertezza del tecnico rossonero poteva costare cara.
Qui la Samp ha perso la partita, perché si è fermata, forse incredula per la facilità con cui il Milan aveva ceduto in 10 uomini. Il Milan, però, era come una tigre ferita e, riequilibrato da Pioli, si gettava in avanti. Prima sfiorava il gol con un foglia morta di destro di Theo, per poi guadagnarsi un rigore sul successivo calcio d'angolo. Giorud, finalmente deciso, anticipava tutti sul primo palo e la metteva verso la porta a colpo sicuro, visto che Audero era attardato al centro e la palla si sarebbe infilata sul primo legno. Una mano della disperazione deviava il pallone, ma veniva notata dal VAR: ammonizione, rigore e trasformazione di Giroud con esperienza e freddezza.

Giampaolo ha perso la testa, sentendosi come Hinkel di Chaplin quando il mappamondo gli scoppia fra le mani. Pensava di essere il predestinato ad affossare i rossoneri, ma la sua squadra si è fatta beffare in superiorità numerica. Sono iniziate le cariche di cavalleria blucerchiate, con la sagra dei tuffi in area (Sabiri) o degli svenimenti. In generale, la partita dei blucerchiati è diventata una sequenza di proteste in campo e dalla panchina. I padroni di casa sono andati molto vicino al limite della decenza e, in qualche maniera, hanno di tanto in tanto sconfinato. Il Milan rinforzava opportunamente il centrocampo con Bennacer e Vrancx, che entravano alla spicciolata, mentre Giampaolo faceva l'all-in nei minuti finali con Vieira, Verre e Quagliarella. Questi dava l'impressione del beerserker vichingo dopo aver bevuto la pozione dello sciamano, vista la rabbia cieca con cui contestava anche il colore della casacca dell'arbitro.

C'è stato un momento in cui i rossoneri, complessivamente in inferiorità numerica per più di 45' (recupero compreso), stavano per cedere, ma si salvavano in un mischione da flipper grazie al legno e a due parate di Maignan. Giampaolo apostrofava il direttore di gara con parole inaccettabili per chiunque e veniva espulso, ma si sarebbe lamentato a fine partita perché l'interessato non si era girato dall'altra parte per non sentirle. Un'affermazione inconcepibile anche in un'opera surrealista, che la dice lunga sullo stato di alterazione e confusione in cui si trovava il tecnico della Sampdoria. Il compianto Gigi Simoni, in una partita in cui aveva davvero avuto sacrosanti motivi per lamentarsi, disse a Ceccarini un civilissimo "Si vergogni!". Sono affermazioni più significative delle parolacce e lasciano intatta la dignità di chi le pronuncia. 

Ancora nel post-match, Giampaolo, la cui fantasia dà l'impressione di essere molto superiore alle capacità di tecnico, se l'è presa con Fabbri dopo aver giocato un tempo in superiorità numerica e dopo che ai rossoneri era stato annullato un gol. Erano state decisioni arbitrali che, personalmente, avevo condiviso e condivido tuttora, ma per niente scontate, specie considerando che la partecipazione al gioco di Giroud in occasione del gol annullato, a mio avviso, era comunque tutta da valutare. Se non riesci a vincere, ma anche solo a pareggiare, in una situazione come quella di ieri, forse devi fare un esame di coscienza. La Sampdoria, inoltre, ha fruito di 8' di recupero, compreso 1' in più rispetto ai 7 iniziali, concesso a causa delle perdite di tempo causate proprio dalle proteste dei giocatori e della panchina blucerchiata. Cosa pretendeva Giampaolo, la vittoria a tavolino? Sì forse voleva quella.
Se ne faccia una ragione, la sua avventura rossonera è andata male e nessuno, ci dispiace per il tecnico di Giulianova, lo rimpiange.
Anche Pioli, d'altro canto, ha sbagliato a prendersela con l'arbitro nel dopo partita. Il nervosismo di Hernandez contro il Sassuolo e nel derby aveva costretto il giocatore a giocare ammonito per quasi tutto il match. Il francese se l'era cavata, ma Leao non ne è uscito indenne. Se Pioli copre gli errori dei suoi, senza somministrare loro dei sani shampoo, prima o poi il Milan non uscirà più dal campo coi 3 punti, ma forse neanche con 1. Leao è stato ingenuo e avventato, stop! Piaccia o non piaccia ai tifosi rossoneri. Non viziamo questi ragazzi dando loro sempre ragione. Pioli glielo dica e non se la prenda con Fabbri. L'arbitro ha tenuto in mano con severa imparzialità un match diventato, a un certo punto, la sfida all'Ok Corral fra gli Earp rossoneri e i Clanton blucerchiati.

L'ingenuità di Leao costerà la sua assenza nel difficile scontro diretto col Napoli, ma ciò gli permetterà di dare il 100% nell'incontro, ancora più importante, contro la Dinamo Zagabria. Il ragazzo si riscatti mercoledì, pensando a giocare senza cadere nelle provocazioni e usando un po' di giudizio nella scelta delle soluzioni.