La cosa certa, in una cortina spaventosa di fumo negli occhi, è che il Berlusconi del mercato-Bertolacci, Yonghong Lì ed Elliott hanno investito oltre mezzo miliardo in tre sessioni fallimentari. Con oltre 500 milioni spesi, oggi il Milan dovrebbe essere costantemente a ridosso del primato in Serie A e oltre gli ottavi in Champions: il modo in cui sono stati buttati al vento tutti quei soldi dice al contrario che si è giocata ai dadi tutta la credibilità internazionale acquisita dal 1963 al 2011, e che in campionato si annaspa in undicesima posizione. 

Da ringraziare dunque la spaventosa incompetenza di Galliani (sì proprio lui, quello dell’ultimo, rivoltante quinquennio), Mirabelli e Maldini per il plotone di bidoni strapagati e con ingaggi lunari. Ma vanno anche sottolineate le paurose leggerezze di tre proprietà che non hanno vigilato sul disastroso operato dei loro dipendenti che stavano trascinando il Milan nel Cocito del calcio.

Proprio questa superficialità senza precedenti accomuna tre padroni così diversi e lascia assolutamente di stucco: nessuno si stava accorgendo del mostro che si stava costruendo, inclusi rabberci vari e mercati di riparazione. Questo indica solo una cosa : fino a quando il calcio viene lasciato gestire carta bianca da uomini di calcio, penso a Braida e Ramaccioni, le cose funzionano, le cazzate sono un episodio, quando invece viene lasciato pieno potere a presuntuosi, parvenu’ ed incompetenti si scivola nel disastro.

Quindi è una contraddizione in termini sostenere che Elliott non mette i soldi: li mette ma li butta dalla finestra! E se è vero che parliamo di un fondo che quasi mai sperpera i soldi di cui dispone, tutto questo orrore non ha spiegazioni!

Va bene che Gazidis e lo stesso Maldini non hanno nulla delle capacità di Tare o Marotta, non hanno le loro reti di osservatori, ne’ il pelo sullo stomaco per infilarsi nelle trattative che contano, ma ha dell’incredibile che i Singer si siano infilati nell’avventura, a loro totalmente sconosciuta, del calcio, ingaggiando e strapagando gli uomini più sbagliati! 

E’ come se Armani per il suo nuovo Atelier a Dubai assoldasse tre panettieri e quattro pescivendoli. Un disastro che non ha alcuna spiegazione razionale.

La cosa più preoccupante di questa gigantesca leggerezza non è tanto chi acquistare domani, ma come vendere il nulla oggi!

La bottega Milan è piena di scatole di tonno, vietnamita, di pessima qualità, pagato una fortuna: nessuno vuole il tonno vietnamita e noi siamo costretti a venderlo in fretta e ad un prezzo che nessuno pagherebbe! La bottega che si era fatta una nomea di eccellente qualità in 50 anni , ora si trova nello sputtanamento più totale per colpa di anni di tonno scadente!

Io non ho la più pallida idea di come si farà ad uscirne e non so se qualcuno abbia una soluzione realistica.
Forse, stavolta, siamo davvero all’epilogo.