Almeno in parte, il Milan si è scrollato la zavorra che da un po' di tempo ne appesantiva le gambe. Lo si è visto dall' elasticità e leggerezza con la quale, a metà secondo tempo, Kjaer è andato a incornare il pallone sulla traversa. Era lo stesso Kjaer che nel derby aveva preso un'ammonizione dopo aver steso Barella, dal quale era stato letteralmente bevuto, come se avesse un pallone medicinale incatenato all'elastico dei pantaloncini. Calabria stesso, che aveva inseguito con la lingua penzoloni i non eccelsi avversari della Stella Rossa, tracciava il campo come un missile terra-terra. Non solo, ma lo spento Romagnoli era assente e, al suo posto, c'era il mordi-caviglie Tomori, sempre in forma in queste settimane, proprio perché aveva fatto un'altra preparazione col Chelsea. Non tutti i rossoneri, a dire il vero, hanno già infranto il muro del suono, quello che distingue la squadra in forma da quella che non lo è. Per esempio, Ibra e Chala sono apparsi ancora lontani dallo smalto migliore, ma parliamo di un giocatore di 40 anni, che può ben avere tempi di forma diversi dagli altri, mentre Chala può aver somatizzato male la preparazione dopo il lungo stop per il Covid19. Se mai, dal momento che il derby era la partita per eccellenza, è difficile immaginare che l'obiettivo fosse arrivare in forma oggi e non domenica scorsa. Ma l'errore di far entrare la squadra in condizione con ritardo è stato fatto e conta solo superarlo una volta per tutte. Come conta che Pioli abbia, per il momento, accantonato l'idea di vincere e rimettere in forma gente come Mandzukic. Sono certo che il croato tornerà utile da aprile, ma un altro bel mesetto di lavoro gli ci vorrà.

In un certo senso, la Roma era l'avversario migliore per il Milan, in quanto tende ad allungarsi e ad aprire gli spazi, non a intasarli. Ciò riguarda soprattutto la terra di nessuno che il Milan, come la stessa Roma, crea fra i reparti per il proprio modo di giocare. Fonseca aveva iniziato privilegiando la difesa a 5 su quella a 3, credo per far avanzare il Milan e prenderlo in contropiede con Pellegrini, Mkhitaryan e Borja Mayoral. I fatti gli hanno dato torto, perché Pau Lopez ha dovuto salvare su Ibra e Saelemaekers, ma poi è stato salvato da Ibra, che ha sbagliato il colpo di tacco su un errore del portiere in fase di disimpegno. Il Milan ha anche segnato con Tomori e Rebic, ma le reti sono state annullate per fuorigioco. Kjaer ha incrinato di testa la traversa, volando lassù sulle montagne fra boschi e valli verdi. Quando la Roma si stava riprendendo bene, poi, Fazio ha commesso un'ingenuità colossale rifilando un pestone in area a Calabria (identico a quello di Kalulu su Correa in Milan-Lazio, per capirci), che era spalle alla porta e non poteva andare da nessuna parte. Il VAR, non Guida, assegnava il rigore trasformato da Kessie. La Roma concludeva il tempo con due belle palle gol non concretizzate da Pellegrini, stoppato da Tonali, e di Mkhitaryan che mandava fuori un comodo pallonetto.

Nella ripresa Pioli toglieva per infortunio, ma forse anche per disperazione, un Chala irriconoscibile mettendo Diaz. Lo spagnolo non sa interpretare il ruolo del turco, ma ieri almeno trottolava qua e là e rispetto a Chala era già un passo avanti. Fonseca tornava alla versione solita del 3-5-2 e pareggiava subito con Veretout dal limite. Tonali, che mostra una perniciosa tendenza ad arretrare troppo in area, non francobollava il centrocampista, il quale si era appostato al limite per battere a rete. Usciva Ibra a scopo precauzionale, sostituito da Leao. Ante Tonino Rebic dettava un lancio profondo a Salemaekers, a sua volta in crescita atletica, che lo trovava con un filtrante alla Rivera. Il croato si allargava e caricava il sinistro imparabile anche per un Pau Lopez in serata, per poi infortunarsi all'anca e lasciare il posto a Krunic. I rossoneri finivano giocando con un duo d'attacco inedito ovvero Leao esterno con Diaz centravanti (e lo spagnolo dimostrava di essere più fastidioso per gli avversari davanti che a centrocampo). La Roma del secondo tempo recriminava per un gol di Mkhitaryan, viziato da un evidente fallo di Pellegrini in attacco, e per un rigore reclamato dallo stesso Mkhitaryan che, tuttavia, si era astutamente sdraiato sulle gambe di Hernandez già a terra. Forse c'era un rigore di su Leao, ma con tutte le polemiche che ci sono state per i rigori dati al Milan, era difficile che ne venisse fischiato un secondo dopo quello del primo tempo.

Tirando le somme, la corsa dei rossoneri è stata più sciolta, ma la vittoria del Milan va ponderata tenendo conto che la Roma, come scritto sopra, non invade gli spazi, ma li allunga e li dilata per sfruttare la profondità di alcuni suoi giocatori molto veloci. Il Milan si trova a suo agio con squadre simili, per quanto forti. I confronti con due piattole del campionato, Udinese e Verona, diranno se la crescita del Milan è tale da consentirgli di finire il campionato in scioltezza. Comunque, stasera le gambe non sono apparse quelle del derby né del ritorno contro la Stella Rossa, ma attrezzi che iniziano a funzionare. Peccato che ciò stia avvenendo due settimane di ritardo, ma la perfezione non esiste. E comunque, se il vantaggio sulla quinta in classifica sarà mantenuto, si potrà dedicare anche una certa cura all'Europa League, per il prestigio della società e per fare ranking UEFA.

Oggi ho assistito al secondo tempo di Chelsea - Manchester United e i Red Devils mi sono sembrati abbastanza simili ai rossoneri per la linea difensiva, per le distanza fra i reparti e in certi movimenti degli attaccanti sulla sinistra, che ricordano gli scambi Rebic-Hernandez. Il Man-U dà l'impressione di praticare meglio il pressing a centrocampo e di fare il possesso palla alto con più convinzione. La fantasia rossonera nei movimenti offensivi, tuttavia, è superiore. Diciamo che tutto dipenderà da quale sarà la forma delle squadre nel momento i cui si scontreranno.

Si dovrà lavorare fino alla fine su gambe e morale. La tecnica, invece, non è inferiore a quella dell'Inter o del Manchester United.