Avevamo ancora negli occhi la splendida partita a Manchester di giovedì sera e in bocca quel sapore di amaro per un pareggio troppo stretto. Ed ecco nuovamente il Milan in campo, senza il tempo per rifiatare, con il calendario che propone un big-match, contro il Napoli allenato "dall'amico", Gennaro Gattuso, che cerca con determinazione l'aggancio al quarto posto che sembra alquanto difficoltoso.

Desidero evidenziare che ho smesso, da tempo, di sollevare critiche contro le prestazione dei singoli giocatori del Milan. Sono troppi i risultati ottenuti, le prestazioni esibite, ma specialmente l'impegno e l'attaccamento mostrato alla maglia, che per quanto sia consapevole delle lacune tecniche di alcuni di loro, mi hanno obbligato ad analizzare il gioco e la prestazione del gruppo e non del singolo. Logico che ciò dipende anche da questa situazione creata dal Covid, con moltissime partite ravvicinate e molte squadre, il Milan più di altre, condizionate dalle assenze.

Il Milan si presenta a San Siro con più assenti in campo che sugli spalti. Mancano per infortuni o per farli riposare 7 giocatori della "teorica" formazione titolare. Calabria, Kjaer, Romagnoli, Bennacer, Salamandra, Rebic e Ibra. Kessie è stanco e Calha non ha ancora smaltito l'infortunio. Scalare il Molte Bianco, in infradito, è più semplice di vincere questa partita, la battuta mi sembrava d'obbligo. Infatti l'incontro è molto tattico. le occasioni da gol pochissime e il primo tempo si conclude sullo zero a zero. Il Napoli trova il gol, per merito proprio, bellissima ripartenza in tre tocchi, con gol di Politano e con la complicità del reparto difensivo milanista, schierato in campo in totale emergenza. Dalot perde palla, Theo non scala e Gabbia non è veloce a fare la chiusura. E' subito palpabile quanto sarà difficile per il  Milan trovare la via del gol. Il Napoli si chiude bene, i cambi di Mister Pioli producono la scossa necessaria, ma il colpo di testa di Rebic, su punizione di Tonali, è l'unica occasione che merita di essere evidenziata.
Apro e chiudo una considerazione sull'arbitro Pasqua. Non recrimino sul rigore, ma sull'atteggiamento, se il VAR segnala l'irregolarità non dovrebbe sorvolare, poi ad animi "accesi" sanziona un non fallo a Rebic e la reazione porta al cartellino rosso, sanzione giustissima. 

Finisce così, il Napoli vince, ma lo scontro diretto favorisce il Milan, che ha perso l'occasione per tenere la squadra partenopea molto distanziata. Forse il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto, ma ci sono ugualmente molti motivi per essere moderatamente fiduciosi. 
Prima di pensare nuovamente al Manchester ed a una partita che per quanto difficile e fonte di ulteriore stanchezza per i nostri giocatori, ha un fascino ed una visibilità ben superiore ad ogni teorico rischio, mi sembra opportuno soffermarmi su questi tre punti, cercando di analizzarli per trovare le risposte più pertinenti; 1 - 5 sconfitte, tutte successive alla pausa natalizia 2 - 4 di queste, subite in casa 3- sui 13 incontri disputati solo uno è terminato in pareggio.

1- Se fino a Natale la squadra aveva inanellato una serie di risultati utili, sopra ogni più rosea aspettativa, le successive sconfitte contro Juventus, Atalanta, Inter, Spezia e Napoli, hanno motivazioni totalmente diverse, ma unite da un dato in comune: la costante emergenza. L'unica partita "sbagliata" dai ragazzi di Mister Pioli è la trasferta di La Spezia. Quella sera in troppi hanno sottovalutato l'avversario e sono stati, giustamente, puniti. Negli altri quattro incontri, bisogna evidenziare  il valore delle avversarie, squadre forti, vincenti e collaudate, così come la costante assenza di 4 o 5 titolari, sostituiti benissimo dalle riserve, ma non in grado di garantire la stessa qualità.

2-  Se la squadra in trasferta ha ottenuto ottimi risultati, con le medesime assenze, è perchè gli spazi a disposizione sono più ampi. La predisposizione alla corsa ed al sacrificio, non sono mai mancati, ma in casa il baricentro è alto, gli spazi sono stretti e quando gli avversari trovano la via del gol, recuperare diventa difficilissimo. Non è un caso che il Milan sia una delle poche squadre a non rimontare le partite. Se poi persiste l'assenza di Ibra che è l'indiziato principale per scardinare le difese, tutto diventa sufficientemente chiaro.

3- Come ho scritto, impegno e generosità, non mancano. La squadra gioca per vincere ed imporre il proprio gioco, se poi manca il realizzatore questo non dipende dall'allenatore.  E' un'atteggiamento giusto, ma che spesso non porta punti utilissimi. Ieri il Milan poteva cercare di aspettare l'avversario per colpirlo di rimessa, cosa riuscita all'Inter, ma sono calcoli facili da fare dietro una tastiera, ma non in campo, specialmente quando giocano tutti ragazzi.

In una stagione ricchissima di soddisfazioni, dove tutti stanno dando il massimo dalla Proprietà ai magazzinieri, forse è il caso di evidenziare un unico sbaglio, involontario, ma che sta pesando moltissimo. L'ingaggio di Mandzukic. Erano in molti a chiedere il suo arrivo. Doveva garantire i gol, in assenza di Zlatan, aiutare in Coppa, ma purtroppo non lo abbiamo ancora visto. Un anno fermo sta pesando, tantissimo e al Milan servono i suoi gol, li vedremo? Undici partite alla fine, dopo Firenze ci sarà la sosta, utilissima per recuperare energie. Guardiamo al futuro con ottimismo, orgogliosi di questa squadra e di tutte le soddisfazioni che ci stanno regalando.