Il Milan inizia nuovamente la stagione calcistica 2019/2020 con il piede sbagliato. Troppo facile criticare solo le proprietà che si sono susseguite al timone in Via Aldo Rossi negli ultimi anni; dal punto di vista societario avranno fatto una miriade di errori, ma vogliamo parlare dei budget spesi male? L’unica campagna acquisti fatta con un minimo di criterio negli ultimi anni è stata quella portata avanti la scorsa estate da Leonardo, che ha visto approdare due colossi come Higuain e Bakayoko, Paquetà e Piątek nel mercato di riparazione invernale. Tutti subito pronti a puntare il dito contro l’ex fantasista verdeoro, ma nessuno è disposto a parlare delle carenze dell’ex tecnico Gattuso, che non è riuscito a centrare il quarto posto con una rosa nettamente superiore a quella dell’Atalanta. Per di più non è stata doverosamente spiegata ai tifosi milanisti la retrocessione ai margini della rosa di Montolivo, centrocampista polivalente, il quale avrebbe fatto comodo nei tanti momenti di difficoltà e di carenza di uomini nel reparto cruciale del campo. Troppo facile difendere le ex bandiere che hanno fatto la storia del Milan, che si sono accaparrate la panchina dei rossoneri nell’ultimo decennio, ma non sempre ciò è utile ai fini della crescita e del rilancio societario. Lo scorso anno è mancato il gioco ed una manovra offensiva in grado di portare più giocatori possibili a ridosso dell’area avversaria. Purtroppo ci siamo abituati e ancorati alle giocate individuali dei singoli, che possono sì risolvere una partita, ma alla lunga essere controproducenti per gli obiettivi stagionali.

Questa nuova parentesi di calciomercato è partita nel peggiore dei modi, abbiamo perso l’unico calciatore che ha fatto la differenza lo scorso anno, Tiemoué Bakayoko, giocatore di sostanza e tecnica, e i primi acquisti effettuati non sono consoni a ripristinare il gap con le società che primeggiano in serie A. L’acquisto di Theo Hernandez, pagato 20 milioni di euro, arriva in una zona del campo dove attualmente c’è sovrabbondanza di calciatori; sicuramente sarà un giocatore di prospettiva, ma non sarebbe stato meglio utilizzare questi fondi per rinforzare centrocampo e attacco, continuando a puntare forte su un giocatore di sicuro affidamento come Rodrìguez? Nel calcio moderno, i migliori manager, hanno sempre fatto attenzione prima alle uscite e poi alle entrate. Sono troppi i calciatori che non servono a questo nuovo corso targato Marco Giampaolo, Strinic, Laxalt, Biglia, Castillejo, Suso, Borini e forse Çalhanoğlu o Cutrone (prestito), con alcuni che vanno a cozzare per giunta con il nuovo modulo tanto caro al tecnico il 4-3-1-2. L’unico che si potrebbe provare a rilanciare è André Silva in attacco, che ha solo 23 anni e può svolgere la funzione di prima o seconda punta.

Per rinforzare questa rosa serve un difensore centrale di affidamento, un centrocampista/metronomo di spessore ed esperienza, un trequartista che possa garantire assist e goal ed una seconda punta che ben si assimili con le caratteristiche di Krzysztof Piątek. E’ opportuno puntare sui giovani e il probabile acquisto di Bennacer, fresco vincitore della Coppa d’Africa e miglior giocatore del torneo, va in questa direzione, ma al contempo servono uomini di spessore con esperienza internazionale per provare a scalare posizioni in classifica. Vogliamo fantasticare? Allora proviamo a stilare una lista della spesa consona ad un Milan che possa far ritornare a sognare i tifosi e ad incrementare la vendita degli abbonamenti: Merih Demiral o Dayot Upamecano, Luka Modric, Julian Draxler, James Rodriguez, Patrick Schick e Daniel Sturridge a parametro zero. Invece non rientra in questa lista Angel Correa per il semplice motivo che spendere più di 40 milioni di euro per un calciatore normale e non un top player in uscita dall’Atletico Madrid, non ha nessun senso. Ora la palla passa in mano a Boban, Maldini e Gazidis, sperando che siano più lungimiranti dei loro predecessori.