Sono in pochi, ma davvero in pochi, a poter o voler spendere in questo calciomercato.
Manchester City e Psg, per esempio, sono fra i membri del ristretto club di chi può esporsi per i cartellini.
Poi ci sono quelli, come Inter e Barcellona, che non potrebbero esporsi, perché hanno una voragine di debiti. Promettono, tuttavia, ingaggi fuori mercato ai giocatori svincolati. Alzare il monte ingaggi è un escamotage per spendere tanto senza farlo vedere, ma alla fine il giocatore svincolato costerà quanto uno sotto contratto, fra prebende lorde al rialzo e stecche ai procuratori. La spesa, se non altro, verrà corrisposta a rate, in attesa di tempi migliori. Certo, non è detto che i tempi migliori arrivino e, in ogni caso, i nodi verranno al pettine più avanti, magari quando il giocatore lautamente stipendiato non servirà più e rimarrà sulla groppa, insieme a tutti gli altri debiti. I debiti non si accumulano a caso, così per magia, ma sono frutto di politiche come quella di dare calci al barattolo per spostarlo più in là e senza curarsi di fare concorrenza sleale (se hai una sprofondo di bilancio, alzare l'asticella degli ingaggi per i rivali più seri non è affatto corretto). Quando arrivi alla fine del vicolo cieco, se vuoi tornare indietro, devi riprendere a calciare il barattolo a ritroso per tutto il tragitto che hai già percorso.
cicaloni drogano il mercato. Costituiscono la minoranza che può spendere unita a quella che non può, ma... be' lo fa ugualmente. Illudono i giocatori svincolati (insieme ai procuratori) oppure le squadre venditrici di poter chiedere cifre altissime. Il mercato si posiziona sulla fascia alta dell'offerta e, se qualche squadra normale cede alla tentazione di aprire troppo i cordoni della borsa, entra nel club di coloro che, prima o poi, saranno costretti a rientrare. Il Lille è una delle squadre che ha ceduto alla tentazione di esporsi oltre misura, pur rimanendo il Lille e non diventando il Psg.

I complici involontari del caos sono i tifosi. Anche il tifo tara le proprie pretese sulla fascia alta del mercato. I tifosi, per di più, hanno l'aggravante di confondere l'investimento con la spesa. Si usa dire che occorre spendere, mentre invece occorre investire. Spendere può significare anche dilapidare risorse che poi non saranno più disponibili. Investire significa impegnare delle risorse con un obiettivo preciso attentamente valutato. Manchester City e Psg possono essere additate come esempio di squadre che spendono, ma non investono o, perlomeno, investono male. Se consideriamo le spese di questi club, i risultati restano positivi in termini assoluti, ma negativi se rapportati alla mole dei soldi messi sul mercato.
Il tifoso, insomma, mette fretta alla società, perché guarda a ciò che fanno le cicale, non solo in quanto teme di vedere la sua squadra indebolita, ma per una pericolosa vanità che spinge a passare l'estate facendosi bello dei proverbiali colpi. E' un atteggiamento irrazionale, ma il tifo, così chiamato per la febbre che caratterizza i tifosi, resta un fenomeno irrazionale. A gennaio, complice la grancassa di qualche giornalista, metà del tifo milanista era in rivolta. Il Milan aveva preso Lazetic, diciottenne serbo di belle speranze e nulla più, mentre la Juventus aveva preso Vlahovic, giovane serbo a sua volta, però già una certezza. E l'Inter aveva preso Gosens con Caicedo. Peccato che Vlahovic, il quale resta un grande acquisto dei bianconeri in prospettiva, non abbia reso come alla Fiorentina. Peccato anche, diciamolo, che Caicedo sia un 33nne sul viale del tramonto e reduce da infortuni, un rinforzo che nessun milanista avrebbe voluto dopo l'esperienza di Mandzukic. E peccato ancora di più che Gosens, grande esterno sinistro, sia un lungodegente della Dea, che di certo l'Inter recupererà, ma per l'anno prossimo ormai. Un arrivo i prospettiva come Vlahovic, insomma. Se vogliamo, Vlahovic e Gosens sarebbero stati da accostare ad Adli. Non sapremo come renderà il francese in arrivo dalle Sables d'Olonne della Gironda, ma era un acquisto in prospettiva ovvero per il 2022-23 ed era stato effettuato ancora prima dei suddetti Vlahovic e Gosens.
Le cose dovrebbero sempre essere valutate con razionalità e una punta di cinismo, ma il tifoso è l'esatta antitesi della razionalità e del cinismo.
Ho la sfortuna di non essere più un ragazzino, ma se torno indietro negli anni, mi rendo conto che ero affetto dalla stessa impazienza che vedo animare il tifo in generale. Vorrei tornare a pensare in maniera avventata, è chiaro, ma non è più possibile.
Non potendo riavere i difetti della verde età, dunque, prendiamo il meglio di ciò che la maturità ci concede ovvero un minimo sindacale di logica e pelo sullo stomaco. Cerchiamo, per di più, di trovare il giusto mezzo aristotelico, quindi il punto di equilibrio fra ottimismo e atteggiamento critico.
Il Milan non è una squadra fortissima. E' un buon gruppo, con un buon tecnico e una buona struttura societaria.
A proposito di questo ultimo aspetto, è evidente che Gazidis e Maldini non si prendono, ma spesso le cose vanno bene proprio quando la gente che non si prende è costretta a collaborare, mentre iniziano ad andare a schifio nel momento in cui si decide che, per evitare guai, qualcuno deve andare via. E' allora che iniziano i famosi ortaggi per diabetici! Sembra un paradosso, ma è così.
La squadra è buona e ha giocatori giovani. E dal momento che per costruire occorre avere delle solide fondamenta, queste ormai ci sono. Se dicessimo che la rosa attuale, in prospettiva, è solo da 3° posto, diremmo sì che va rinforzata, ma staremmo anche dicendo che la base, le fondamenta su cui costruire ci sono.

Niente sesso siamo inglesi, allora, per riprendere il titolo di un vecchio film, peraltro divertente. Il gruppo attuale va difeso il più possibile e, riuscendoci, ci si troverebbe già sulla strada maestra.
Un rinforzo è già arrivato. Adli dal Bordeaux è un giovane che viene dalle giovanili del Psg ed è considerato molto promettente.
Quando negli anni '70 l'Inter prese Beccalossi e Altobelli, si trattava di giovani promettenti, ma non di colpi da urlo, però Mazzola che li portò in nerazzurro ci vide giusto. Non spese cifre folli, ma inserì in squadra elementi che fecero bene per anni e dei quali uno, Altobelli, diventò anche campione del mondo, segnando per giunta in finale. Adli, centrocampista adattabile in più ruoli, offensivo o da cabina di regia, rientra in questa categoria di operazioni.
Quanto a Oriqi, non è stato annunciato e nel calciomercato vale la regola che acquisto è quando c'è comunicato ufficiale, parafrasando il compianto Vujadin Boskov. Arriverà di certo, tutte le cose belle che volete, ma finché il contratto non viene depositato, non lo si può considerare un acquisto. Il belga sarebbe il classico acquisto mirato, voluto e cercato dopo essere stato valutato per le sua caratteristiche, non una figurina presa per entusiasmare la piazza.
Renato Sanches è un arrivo probabile.
 E' molto forte, ma ha una zona d'ombra nella sua carriera, che corrisponde agli anni passati fra Bayern e Swansea. Al Lille è andato benissimo, ma molte squadre temono una ricaduta di un giocatore considerato poco affidabile. E' proprio questo il momento di rischiare e acquistarlo, perché sembra entrato nella maturità. Il Lille, poi, sembra aver risolto i problemi amministrativi con la propria federazione, per cui ora non ci sono più scuse sull'affare bloccato per ragioni societarie e amenità assortite. Se i tempi si dilatassero molto, in realtà, l'acquisto potrebbe saltare, in quando un affare arrivato ai dettagli che non si conclude mai... vuol dire che non è mai arrivato ai dettagli. Diventerebbe ogni giorno più improbabile.
Per quanto riguarda Botman, bisognerà vedere se davvero il Newcastle vuole spendere 50 milioni di euro per l'olandese. Se fosse un bluff del Lille, il giocatore finirebbe al Milan, se invece l'offerta fosse vera, il Milan lo lascerebbe perdere.
In tal senso, visto che l'Inter ha bloccato Bremer, ma non potrà prenderlo se non venderà qualcuno (Skrinjar? Balconi?), forse converrebbe prendere da parte Cairo e fargli un'offerta concreta, non dico di 40 milioni, ma di 35 sì. Bisognerebbe ripetere l'operazione Tonali, in poche parole.
All'estero danno Lang e De Ketalaere del Brugge molto vicini ai colori rossoneri. E' improbabile che arrivino entrambi, almeno finché è in vita la trattativa per Botman. I soldi sono quelli e se li spendi per Topolino, non puoi spenderli per Pippo. Se i rossoneri optassero per un affare low-cost a completamento della difesa, che già può contare su centrali come Kalulu e Tomori, allora i belgi potrebbero approdare in coppia a Milanello. Si parla del centrale Marì, iberico di proprietà britannica, ma reduce da qualche mese buono all'Udinese. Come diceva la canzone? Marì marì marì quaranta dì quaranta nott, a San Vittore se ciapan i bott. Se il giocatore arrivasse, bisognerebbe sperare che si tratti del classico fenomeno esploso tardi dopo anni di prestiti e incertezze. A volte accade e a volte no.
C'è anche il discorso su Zaniolo che balla da un po', ma i rossoneri vorrebbero prenderlo con un affare d'altri tempi ovvero con uno scambio di giocatori e poiché oggi mancano i soldi, non i giocatori, la Roma pretende soldi e tanti. Tutto può accadere, ma non è probabile che il Milan se la cavi dando in contropartita Rebic e Saelemaekers.
Qualche buontempone parla di un ritorno di Donnarumma a Milanello. Ora, visto che Gigio non tornerebbe per fare la riserva a Maignan, vorrebbe dire che il francese sarebbe stato rivenduto a un prezzo maggiorato. Eviterei la tentazione di una simile furbata. Donnarumma sta dimostrando di essere un portiere elegante nei movimenti ed esteticamente piacevole da vedere. E' spettacolare nella parata singola, ma resta incapace di leggere le azioni e di seguirle, mostrando per di più la pericolosa tendenza a perdere la concentrazione. Al momento è una sciagura. Forse diventerà il migliore portiere del mondo, non escludo a priori una sua maturazione, però in questo momento appare più come un pupo ben gonfiato dal compianto Raiola, che il suo mestiere lo sapeva fare.
Nella saga Vikings, Ragnar Lodbrok consiglia ai figli di non voltarsi a guardare indietro, perché non stanno andando in quella direzione.
Ecco, non voltiamoci a guardare indietro, perché non stiamo andando in quella direzione.
Ah, verrà preso un altro centravanti, anche tenendo conto dell'arrivo di Oriqi. Il Milan cercherà di sfruttare le incertezze dell'Inter che, come già detto su per Bremer, ha le proverbiali pezze al sedere e non può comprare senza prima aver venduto. Ma attenti a Belotti, che non ha ancora rinnovato col Torino e non ha ufficialmente firmato per nessuno. Il Gallo sembra essere entrato in una fase involutiva della carriera, però andare in rossonero potrebbe rilanciarlo alla grande.

In ogni caso, non state lì a fibrillare per il rinnovo di Maldini e Massara. Cardinale non può esordire con l'addio di Paolo Maldini, mentre lo stesso Maldini sa che il suo lavoro può essere apprezzato al 100% solo in rossonero. Se stiamo lì a porci certi problemi, perdiamo di vista l'unica cosa che conta il Milan.
E poi, come dice il proverbio cinese, non conta il colore del gatto, ma che mangi il topo.
Maldini deve rimanere perché ha dimostrato di essere un gatto che ripulisce la casa dai topi, non perché è Maldini.
Per questa basilare ragione, speriamo tutti che resti, ma se poi, malauguratamente, dovesse andare via, l'importante è che sia sostituito da un gatto altrettanto bravo.
Vedremo che succederà nei prossimi giorni.