Nelle ultime 2 settimane il fondo Elliott ha, di fatto, rinunciato a interessarsi di ogni problematica tecnica relativa alla società rossonera. Ne resta proprietario, ma il buon rendimento del Milan negli ultimi due mesi ha convinto i Singer a lasciare per intero la conduzione tecnica della società nelle mani di Paolo Maldini. Gazidis e i suoi fidi svolgeranno un ruolo di garanzia per conto del fondo, con attenzione ai bilanci e alla ricerca degli sponsor, nonché ai rapporti con la UEFA. Moncada non sembra avere problemi con Maldini, quindi il suo lavoro di scouting dovrebbe svolgersi senza attriti. A chi obiettasse che Maldini si occupava dell'area tecnica anche prima, ricordo che la sua autonomia, come quella di Boban, era parecchio limitata da Gazidis. Quella che è avvenuta in rossonero, in sostanza, è una rivoluzione molto più profonda di quello che possa sembrare a prima vista. In un certo senso, sembra che Elliott abbia intrapreso una strada di progressivo allontanamento dal suo prestigioso asset e questo potrebbe far pensare a una trattativa molto avanzata con Arnault. Ma non c'è alcun elemento serio che, per ora, possa far pensare a un imminente passaggio di proprietà. Un miliardo sembra una quotazione molto alta perfino per Arnault, ma poiché non stiamo parlando di YongHong Li o di Bee Taechaubol, è possibile che ci sia l'arrosto oltre al fumo. Vedremo. 

Il Milan, come sempre in grande spolvero, ha vinto bene contro un Cagliari onesto, ma appagato da un'ottima stagione. Ibra, nervoso sul rigore, ha poi reagito bene all'errore segnando un gol più difficile di quello che possa sembrare, in quanto centrare da fermo l'angolino opposto della porta, imprimendo per giunta forza al pallone, è colpo di gran classe che un artigiano del calcio non potrà mai fare. Una cosa che mi ha davvero impressionato è stata la mezz'ora di Leao, un giocatore molto giovane (lui sì, non André Silva, a mio avviso destinato, come Balotelli, a invecchiare da eterna promessa), ma anche di classe sopraffina. Questo qui è un'autentica perla nera, soprannome che fu riservato al suo grande connazionale Eusebio. Ieri, finché i muscoli della coscia non lo hanno tradito, il ragazzo ha mostrato un repertorio da campione. Come caratteristiche tecniche, è sembrato una via di mezzo fra Van Basten e Baggio. Come il Cigno di Utrecht, si allarga molto sulle fasce, aiutato dalla facilità di corsa col pallone al piede e da un elegante senso dell'equilibrio. Van Basten però era più potente, ma Leao, come Baggio, compensa questa mancanza di potenza con una finezza nel tocco da giocatore di biliardo. L'autorete del Cagliari di ieri è nata da un rasoterra diabolico del portoghese, un colpo di fino nell'unico spiraglio lasciatogli dal portiere avversario. La rovesciata con cui il portoghese ha fatto tremare la traversa, poi, mi ha fatto rivivere il gol di Van Basten contro il Goeteborg in una sera gelida del dicembre milanese. Il sottoscritto era nel secondo anello a refrigerarsi, ma quel gol fu una generosa sorsata di whisky. Leao, comunque, avrà ancora vita difficile in rossonero, perché parte del mondo social continua a paragonarlo a Niang, ma come si è visto ieri, fra i due c'è un abisso di classe. E' chiaro che, trattandosi di un giocatore ancora in evoluzione, bisognerà proteggerlo e metterlo in condizione di crescere. Il rischio di perdersi a 20 anni è molto alto, per cui questo il ragazzo deve rimanere al Milan e non andare in prestito: quale migliore occasione per crescere che disputare un altro anno con Ibrahimovic il quale, con tutti gli innumerevoli difetti, ha il pregio di non voler perdere neanche le sfide a calciobalilla?

Il definitivo passaggio del Milan alla gestione Maldini determinerà il rinnovo di Ibrahimovic e la definitiva rinuncia a Jovic
, giocatore di gran classe, ma di proprietà di una società ricchissima, che non ha alcuna intenzione di cedere il serbo a poco. Ci vorrebbe un altro attaccante, perché Colombo è bravo, ma mi sembra acerbo. La società sa già che occorre un terzino destro di quelli buoni, perché Calabria ha i ferri da stiro al posto dei piedi e Conti, oltre a non aver del tutto convinto, è fragile fisicamente. La partenza di Krunic, inoltre, consiglierebbe di dare fiducia a Pobega e a non considerare questi come possibile fonte di plusvalenza. Il mancato rinnovo di Bonaventura dovrebbe far presagire l'arrivo di un centrocampista offensivo e, forse, la partenza del bravo Jack è spiegabile proprio con un giocatore già in arrivo. Io avrei confermato Bonaventura, ma il mercato andrà giudicato a organici completati.