E’ successo uno dei più incredibili sconquassi della storia del calcio. Leonardo da Viterbo, in arte Bonucci, ha lasciato la Juventus per approdare al Milan. Casa Milan e Milanello hanno accolto con tutti gli onori questo grande artista del calcio diretto dalla difesa. E’ arrivato alle 14 di venerdì 14, poco dopo pranzo.

Leonardo si è concesso alla fiumana rossonera osannante. Camicia bianca e barba finemente disegnata su guance cosparse da un sorriso di bimbo in gita a Monterotondo, Leo si è stupito – stupendoci con il suo stupore – di tanta entusiastica accoglienza. Ma era tutto un fremere, un palpitare, uno stringersi a corte. Persino il cardinal Fassone, cerimoniere di palazzo, nonché tenutario delle casse rossonere, deve aver dimenticato per un attimo il pianto dei fondi cinesi, ora calati di quarantadue milioni di euro. Quest’uomo, che sta diventando famoso con la frase “passiamo ora alle cose formali”, ha abbracciato Leonardo da Viterbo con il calore della tenaglia ingentilita dal sorriso. Liberatosi poi dall’amplesso micidiale, Leo ha potuto iniziare il giro tra i trofei rossoneri del Museo Milan. Avviluppato dall’amore di Fassone, il nuovo acquisto del Milan ha così ammirato la galleria d’arte dei sette volte Campioni d’Europa.

Dal sorriso stile Monterotondo, immaginiamo che Leo sia passato al più confacente modello Gardaland. Lui, che ha vinto tanto grazie ai suoi eroici e indefessi servigi a madama Juventus, deve essersi commosso pensando alle aspettative del Milan nei suoi confronti. Sarà capitano. Sarà condottiero. Sarà pagato persino più dei portieri Donnarumma. 

Ma ora, quasi finite le cose “formali”, il Milan dovrà pensare alla concretezza della compagine. Acquistata la “Gioconda” dei sogni, dovrà dipingerla su tela, renderla lucente e duratura. La bottega del Milan, mai così arricchita da tanti nuovi e costosi pezzi, aspetta l’opera di Mastro Vincenzo Montella da Pomigliano d’Arco. E’ la prima grande prova per lo ‘scugnizzo’ napoletano, che quando vuole esultare mima e sogna l’aeroplanino. Proprio come l’altro Leonardo, quello da Vinci.