Altro che Ibra dipendente, a dispetto delle critiche mosse nelle precedenti settimane, la corazzata rossonera guidata da mister Pioli continua ad impressionare, incanalando l’ennesima vittoria, l’ottava sulle dieci partite disputate fino a questo momento in campionato.
È un Milan feroce anche senza lo svedese, che vince e convince in terra nemica con qualche segnale di sofferenza percepito solo nel finale, quando Albin Ekdal, connazionale del celebre Zlatan, riapre il match approfittando di un calcio piazzato. 
Nonostante il pressing dei padroni di casa che si acuisce in zona cesarini, il risultato però non cambia, resta 1 a 2 fino al triplice fischio dell’arbitro, e così beneficiando anche di un pizzico di fortuna sull'ultimo disperato tentativo del Doria, il Diavolo porta a casa i 3 punti mantenendo il proprio primato in classifica.

Una formazione da record quella che sta entusiasmando i tifosi, costruita con intelligenza attraverso un mix quasi perfetto tra giovani promesse e vecchie glorie del calcio, le quali possono ancora dire la loro da ogni punto di vista. Ibrahimovic e Kjaer sono i riferimenti indiscussi di questa squadra capace di maturare sotto ogni aspetto rispetto alle precedenti deludenti annate, dimostrando di giornata in giornata i frutti del duro lavoro che si registra sui campi di allenamento.
E se per qualcuno il Milan non rappresentava altro che il classico “fuoco di paglia” di inizio stagione, adesso dovrà cominciare a ricredersi, poiché sebbene falcidiati da assenze ed infortuni pesanti, i rossoneri riescono comunque ad imporre il proprio gioco, perfino in situazioni non semplici in cui bisogna soffrire.
A dispetto delle critiche, anche il giovane difensore Matteo Gabbia sembra essere cresciuto in maniera notevole nelle ultime uscite, dimostrando di aver appreso molto ultimamente, dalla coppia centrale titolare, un duo di assoluto livello, da cui deriva l’arcigna solidità dei rossoneri.
E poi ci sono una serie di calciatori dal tasso tecnico indiscutibile, tra cui spiccano le prestazioni del trequartista turco Hakan Çalhanoğlu, trasformato quasi per magia nella seconda parte della scorsa stagione, divenuto sempre più determinante con la sua qualità nel giocare tra le linee. Non ha ancora timbrato il tabellino dei marcatori in serie A, “limitandosi” per così dire, a segnare gol decisivi in Europa, in cui è stato protagonista contro il Celtic di un’eccezionale esecuzione su calcio di punizione, con il portiere immobile quasi ad applaudire la giocata superba del turco. Da lì in poi partita riaperta, e come spesso accade grazie ad un colpo di genio del fuoriclasse del momento, la situazione si ribalta in pochi minuti, generando un palpitante entusiasmo per il passaggio del turno in un girone non semplice.

Ma lo straordinario stato di forma dell’ex fantasista del Bayer Leverkusen non è la sola nota felice da registrare in casa rossonera, dato che anche Franck Kessié veste sempre più i panni del centrocampista totale lì in mezzo al campo, a suon di prestazioni eccezionali in cui con la forza di un leone sradica il pallone dalle gambe degli avversari, mostrandosi molto utile anche in fase di impostazione. Con loro sono migliorate le performance di ogni singolo individuo, a partire dai meno altisonanti fino a quelli che ormai potremmo definire certezze assolute come Theo Hernandez sulla corsia di sinistra.
Se pensiamo quindi al 5 a 0 subito poco meno di un anno fa sul campo dell’Atalanta, questo Milan potrebbe essere considerato il risultato di una sorta di miracolo sportivo a tutti gli effetti, poiché adesso quasi nessuno si azzarderebbe a non inserirlo nella lotta scudetto

Le dichiarazioni da parte dell’ambiente sono sempre le stesse, cercare di raggiungere il miglior risultato possibile sul campo, ma adesso la vera domanda potrebbe essere: perché mai porsi dei limiti?
Probabilmente infatti, la compagine milanese non sta affatto pensando di ridurre le proprie pretese su questo campionato, che inoltre considerate le debolezze fin qui percepite dalle principali candidate quali Juventus e Inter, non rappresenta un obiettivo così utopistico.
La strada è ancora lunga e tortuosa, ma una cosa è certa: per lo scudetto il Milan c’è, e da adesso non è più una sorpresa.